L'uomo
The Men
Chi
è Giorgio Bortoli. Appartiene ad una famiglia venezianissima.
A Venezia tutti sanno chi sono i Bortoli. Appena inventata la stampa
sul finire del Cinquecento erano una famiglia di stampatori. Nel primo
Novecento, quando ancora la gente non sapeva quasi che cosa fosse l'elettricità,
il nonno Luigi con i fratelli Ettore e Giacomo ha fondato per anni un'impresa
di impianti e installazioni elettriche. Insomma il senso dell'impresa,
il gusto dell'innovazione, la consapevolezza del progresso sono dati
presenti nel suo DNA. Lui fa lo scultore, ma ha della scultura una concezione
fortemente innovativa. Certo sa lavorare il marmo e il bronzo, sa fare
le fusioni e trar fuori con lo scalpello da un masso informe una figura
danzante, ma come interpretare il senso e il significato della nostra
società d'oggi, come capire e far capire in che direzione bisogna
andare? Giorgio Bortoli non si rassegna alla condizione di una Venezia
identica a se stessa, immobile e immutabile; all'imbalsamazione della
città per uso e consumo dei forestieri. E così appena
può, tra altri e diversi argomenti che danno vita e sostanza
alla sua arte, ripensa Venezia, la vuole viva e attiva; ed usa i materiali
più diversi, sfonda i limiti della scultura e si esercita nell'archiscultura,
come quest'opera che unisce l'incisività della scultura alla
spazialità dell'architettura. E però nella innovazione
decisa e decisiva egli non perde mai di vista il reale; l'oggetto. L'avanguardia
del Novecento, l'astrazione, l'informale sono dietro le sue spalle.
E ormai anche dietro le nostre. Il futuro lo attende. Volesse il cielo
che il suo futuro fosse anche un futuro per la nostra città. Who
is Giorgio Bortoli? He belongs to a very Venetian family. In Venice
everyone knows who the Bortoli are. No sooner had printing been invented
towards the end of the 16th century than they were a family of printers.
In the early 20th century, when people still hardly knew what elec-tricity
was, grandfather Luigi and his brothers Ettore and Giacomo founded and
operated an electric plant and installation business. Altogether a sense
of enterprise, a taste for innovation and an awareness of progress are
factors stamped in his DNA. He is a sculptor, but he has a strongly
innovative conception of sculpture. Naturally he knows how to work with
marble and bronze, he knows how to cast, and with a chisel he can draw
a dancingfigure out of a formless mass. But how to interpret the sense
and the significance of our society today? How to understand alit] to
make understood the direction we should be taking? Giorgio Bortoli is
not resigned to the conditions of a Venice identical to itself, immobile
and immutable; and is not content with the city's embalmment for the
use and consumption of outsiders. And so, as soon as he can, among other
and dif-ferent arguments that vitalize and give substance to his art,
he thinks about how Venice should be: he wants it alive and active;
and uses the most widely differing materials, pushing sculpture to the
limits and work-ing on archisculpture, like this work that blends the
incisiveness of sculpture with the spatiality of architecture. Though,
with his very determined and clearcut innovation he never loses sight
of reality, of the subject. Twentieth century avantgarde, abstraction
and the informal are behind him. And by now also behind us. The future
is waiting for him. Would to heaven that his future were also a future
for our city. |
L'opera The work E'
rimasta tre o quattro mesi dal 24 ottobre scorso nella Piazza Mercato
di Marghera, suscitando l'ammirazione della gente. Ora galleggia sulle
acque della laguna. E anche questo ha valore simbolico. E' un'agile
archiscultura, cioè una installazione di tipo particolare, misto
di architettura e scultura, alta 12 metri, opera dello scultore veneziano
Giorgio Bortoli. Voluta dalla Municipalità di Marghera (Comune
di Venezia) e prodotta dall'Associazione Marghera-Venezia-NewYork, "rappresenta
il campanile di San Marco contenuto all'interno del Metropolitan Life
Tower di NewYork", come si legge sulla targa collocata ai piedi
della struttura. La Metropolitan hife Tower, costruita nel 1909, che
è stata fino al 1913 l'edificio più alto del mondo, venne
progettata dall'arch. Le Brun su immagine del campanile di San Marco
quasi per trapiantare nel territorio americano un respiro della vecchia
Europa e per questo è stata scelta da Giorgio Bortoli come "contenitore"
del campanile di San Marco che sembra trovare riparo al suo interno,
con l'evidente intento di manifestare una esigenza e un desiderio, che
la modernità in tutte le sue forme non sconfigga il passato (la
cui conservazione è cultura) ma lo tuteli e ne tragga i debiti
ammaestramenti. E' una struttura ricca di valori simbolici, a cominciare
dai materiali usati nei quali all'acciaio evidente simbolo di modernità
si accosta il vetro, simbolo di venezianità, e frammenti dell'antico
campanile di San Marco crollato nel 1902, frammenti a suo tempo scaricati
in mare e recuperati dalli scultore al largo di San Niccolò di
Lido. Ma c'è un altro elemento che va posto nel dovuto rilievo.
Come ogni opera d'arte anche questa rappresenta ciò che rappresenta
ma non solo ciò che rappresenta. Al di là delle opere
e dei simboli ci sono i significati: l'alto numero di ditte venete che
hanno voluto sponsorizzare quest'opera e l'iniziativa che l'accompagna
hanno un significato, quello di confermare la prestigiosa, ricca, presenza
del lavoro veneto nel mondo, e al tempo stesso di ricordare come questa
fase fortunata di espansione economica sia stata preceduta dalla tor-mentata
e dolorosa fase dell'emigrazione: ma, tant'è, come imprendito-ria
o come manovalanza, sempre di lavoro si tratta. From
24 October last it was on display for three or four months in the Piazza
Mercato (the market place) at Marghera, and well received by the people.
Now it floats on the waters of the lagoon. And this too has a symbolic
value. This agile archi-sculpture, i.e., an installation of a spe-cial
kind, is a mix of architecture and sculpture standing 21 metres high,
the work of Venetian sculptor Giorgio Bortoli. |
IL
GAZZETTINO - DENTRO LA CITTA' Domenica 27 ottobre 2002 "Con vetro e acciaio ho fuso Venezia e New York" Nell' archiscultura inaugurata a Marghera anche alcuni frammenti recuperati dal campanile crollato nel 1902 Un'idea maturata
in quattro anni, due dei quali di lavoro vero e proprio, at-torno a
un'unica idea: il legame fra Venezia e New York, che ha spinto lo scultore
veneziano Giorgio Bortoli, 44 anni, a realizzare nel "cantiere-evento"
di piazza Mercato, a Marghera, un'archiscultura in vetro e acciaio,
dove il campanile di San Marco si fonde in un grattacielo di Manhattan.
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IL
GAZZETTINO
- INSIDE THE CITY' An
idea matured in four years, two of which of real job, around an only
idea: the bond among Venice and New York, that he has pushed the sculptor
Venetian George Bortoli, 44 years, to realize in the "yard - event"
of Market plaza, to Marghera, an architectural sculpture in glass and
steel, where the bell tower of St. Mark melts him in a skyscraper in
Manhattan. |
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ECO
d'arte moderna - N. 141 N. 3l4 - mar./apr. 2003 Riscopro lo scultore
Giorgio Bortoli in un'occasione straordinaria: l'inaugurazione della
sua scultura alta dodici metri che assembla il Campanile di San Marco
ed il grattacielo del Metropolitan Lífe Tower di New York, avvenuta
nell'ottobre del 2002 a Marghera, nel cantiere-evento di piazza del
Mercato. L'idea gli venne quattro anni fa: dopo un illuminante colloquio
con Massimo Cacciari e una ricerca allo I.U.A.V, si scopre che nel 1902,
anno dei crollo del Campanile di San Marco, a New York sorgeva il Metropolitan
Life Tower che ha un'altezza doppia rispetto al campanile. Ad un secolo
di distanza viene così pensata dal Nostro un'opera che ne contenesse
un'altra. Ma la cosa più interessante è stato il rapporto
con la gente del cantiere-evento organizzato dalla Municipalità
di Marghera: in particolare l'osservazione di un bambino che consigliava
il giovane scultore di inserire una scala "a chiocciola" nella
Torre, dove si trova già un angelo! Per la realizzazione dell'opera,
che verrà trasferita prima a Venezia e poi a New York, sono stati
usati materiali come il vetro e l'acciaio, lavorati con strumenti ad
alto contenuto tecnologico: per il Campanile di San Marco bronzo e oro
zecchino nelle formelle prodotte a Murano e anche mattoni del vecchio
campanile recuperati a San Niccolò, dove la corrente ti ha portati
a riva una volta gettati in mare: |
ECO
d'arte moderna - N. 141 N. 3l4 - mar./apr. 2003 I
rediscover the sculptor Giorgio Bortoli in an extraordinary occasion:
the inauguration of his/her sculpture tall twelve meters that it assembles
the Bell tower of St. Mark and the skyscraper of the Metropolitan Lífe
Tower in New York, happened in October of 2002 to Marghera, in the yard
- event of plaza of the Market. Idea came him four years ago: after
an illuminating interview with Massimo Cacciari and a search to the
I.U.A.V, he discovers that in 1902, year of the I collapse of the Bell
tower of St. Mark, to New York the Metropolitan Life Tower rose that
it has a double height in comparison to the bell tower. To one century
of distance it comes so thought by Ours a work that it contained another
of it. But the most interesting thing has been the relationship with
the people of the yard - event organized by the Municipality of Marghera:
particularly the observation of a child that recommended the young sculptor
to insert a staircase "to snail" in the Tower, where an angel
is found already! For the realization of the work, that will be transferred
first to Venice and then in New York, I/you/they have been used material
as the glass and the steel, worked with tools to tall technological
content: for the Bell tower of St. Mark bronze and gold zecchino in
the tiles produced to they Wall up and also bricks of the old bell tower
recovered to St. Niccolò, where the tide has brought you to shore
once thrown in sea: |
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IL SUPERAMENTO DELLE DIVISIONI TRA LE ARTI Mi congratulo con
lo scultore Giorgio Bortoli, che conosco da molti anni e che segue con
grandissima curiosità, soprattutto per la ricerca di materiali.
Per progettare la sua grande scultura, definita archiscultura, si è
servito del nostro archivio dell'Università per tutta la ricerca
storica degli edifici a sviluppo verticale di New York, le tipologie
costruttive e prima ancora dell'opera della scuola di Chicago degli
anni 1880-90, legata all'impiego di strutture in acciaio, che permettono
di raggiungere notevoli altezze. |
THE OVERCOMING OF THE DIVISIONS AMONG THE ARTS I
congratulate me the sculptor Giorgio Bortoli, that I have been knowing
for many years and that it follows with great curiosity, above all for
the search of materials. To plan his great sculpture, defined archiscultura,
he has used our file of the university for the whole historical search
of the buildings to vertical development in New York, the constructive
typologies and even before the work of the school in Chicago of the
years 1880-90, tied up to the employment of structures in steel, that
you/they allow to reach notable heights. |
LEO - La Rivista di Venezia - N° 22 febbraio / aprile 2004 Aspettando New York La grande scultura metallica del veneziano Giorgio Bortoli, intitolata "Le due Torri", prima di spiccare il volo per New York sarà esposta per l'intero periodo del Carnevale all'Aeroporto Marco Polo.L'opera dell'artista Veneziano (nella fotografia) è quasi il suggello di un ideale gemellaggio fra Venezia e la Grande Mela americana. Infatti, Bortoli ha fuso insieme il campanile di San marco e la storica Metropolitan Life Tower. LEO - The Venice Magazine - N° 22 febbraio / aprile 2004 New York awaiting The
grand metallic sculpure by Venetian Giorgio Bortoli, entitled "The
Two Towers", will be on display at Marco Polo Airport for the whole
Carnival period before taking off for New York.
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LEO
- La Rivista di Venezia Una
interpretazione del rapporto fra due città e le rispettive civiltà
è quella che l'artista veneziano Giorgio Bortoli ha dato realizzando
una megascultura intitolata "Le due Torri", maggio a New York,
All'America tutta e alle "aspirazioni all'alto". LEO
- The Venice Magazine In
cnceiving his mega sculpture entitled "The two Twers", an
interpretation of the bond between the two cities and their respective
cultures, Venetian artist Giorgio Bortoli has made a tribute to New
York, to the whole of america and "hig aspirations". The "tower"
is a ten metre high steel and glass structure, built in marghera and
until October is on display outside the Hotel Europo e regina, in the
Grand Canal, before being flown off to New York. |
ATLANTIS - Rivista di affari internazionali - anno VI, n. 2, 2017 Una
scultuta veneziana per New York in nome dell'acqua, ATLANTIS
- International business magazine - year VI, n. 2, 2017 |