2022
![](2022-10%20-%20La%20Tribuna%20di%20Treviso%20x%20150.JPG)
La
tribuna di Treviso di ottobre 2022
The Treviso grandstand in October 2022
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La
Tribuna di Treviso - Ottobre
2022
A Santa Maria del Rovere il monumento al Cavaliere
The
Tribune of Treviso - October 2022
In Santa Maria del Rovere the monument to
the Knight
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2022
![](2022-10-07%20venerd%EC%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20Venezia%20Estuario%20x%20150.JPG)
Articolo
Il Gazzettino
del 10 luglio 2022
Article The Gazzettino
of 10 July 2022
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Il
Gazzettino - Venezia venerdì 10
luglio 2022
Una scarpa gigante contro la violenza sulle donne
La
scultura rossa di Giorgio Bortoli all'Hotel Hungaria al Lido di
Venezia
Il
Gazzettino - Venice Friday
10 July 2022
A giant shoe against violence against women
The red sculpture by Giorgio Bortoli at the Hotel Hungaria on the
Venice Lido
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![](2022-10%20Scarpa%201%20x%20150.JPG)
La scarpa Gigante (intitolata "Passo di Donna") esposta
prello l'Hotel Hungaria, alta m 2 e realizzata in compensato marino
con rete metallica simboleggiante una mano protesa a proteggere
la donna
The Gigante shoe (entitled "woman's
step") exhibited near the Hotel Hungaria, 2 m high and made
of marine plywood with a metal mesh symbolizing a hand stretched
out to protect the woman
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2022
![](2022-07-02%20-%20Il%20Gazzettino%20x%20150.JPG)
Articolo
Il Gazzettino
del 2 luglio 2022
Article The Gazzettino
of 2 July 2022
|
Il
Gazzettino - Riviera del Brenta - sabato 2
luglio 2022
I calzaturieri del futuro premiati a Villa Sagredo
Il Gazzettino - Riviera
del Brenta - Saturday 2 July 2022
The shoemakers of the future awarded at Villa Sagredo
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2022
![](2022-06-02%20La%20Tribuna%20-%20Monumento%20al%20Cavaliere%20x%20150.JPG)
La
Tribuna di Treviso del 2 giugno 2022
The Tribuna of Treviso on 2 June 2022
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La
Tribuna di Treviso - 2 giugno 2022
Monumento al cavaliero in piazza Belfiore
The
Tribuna of Treviso - 2 June 2022
Monument to the knight in Belfiore square
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2021
![](2021-09-21%20marted%EC%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20LIdo%20Mostra%20del%20Cinema%20x%20150.JPG)
Articolo
Il Gazzettino
martedì 21 settembre 2021
Il Gazzettino article
Tuesday 21 September 2021
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Il
Gazzettino - Venezia martedì 21 settembre
2021
Il Lido premia la Mostra del Cinema
Consegnati i 4 riconoscimenti
ad artesti e personaggi del festival
Il
Gazzettino - Venice Tuesday
21 September 2021
The Lido rewards the Venice Film
Festival
The 4 awards were given to artists and characters of the festival
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![](2021%20-%20foto%20con%20Giorgio%20x150.JPG)
Il Maestro Giorgio Bortoli con la Madrina
Serena Rossi
Maestro Giorgio Bortoli
with the
Serena Rossi godmother
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2021
![](2021-08-17%20mart.%20Il%20Gazzettino%20-%20Yuri%20Checchi%20x%20150.jpg)
Il
Gazzettino
martedì 17 agosto 2021
The Gazzettino
Tuesday 17th August 2021
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Il
Gazzettino - Venezia martedì 17 agosto
2021
Ferragosto al Lido: la ripartenza tra fuochi d'artificio e anguria
Sulla terrazza dell'Excelsior cena
di gala dopo il premio all'olimpionico Yuri Checchi
L'appuntamento ha reso omaggio ai 1600 anni
di Venezia, con lo spettacolo pirotecnico finale
Il
Gazzettino - Venice Tuesday
17th August 2021
Mid-August at
the Lido: the restart between fireworks and watermelon
On the terrace of the Excelsior gala dinner after the award to the
Olympian Yuri Checchi
The event paid tribute to the 1600 years of Venice, with the final
fireworks display
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![](2021-08-17%20-%20Yuri%20Checchi%20x%20150.JPG)
La scultura realizzata dal Maestro Giorgio Bortolie
data in premio a Yuri Checchi
The sculpture created by Maestro Giorgio
Bortolie awarded as a prize to Yuri Checchi
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2021
![](2021-07-16%20ven%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20Venezia%20x%20150.JPG)
LINEA
DIRETTA
L'artista Giorgio Bortoli alla serata commemorativa del
crollo del campanile di
San Marco in collegamento
con New York
DIRECT LINE
The artist Giorgio Bortoli at the commemorative evening of collapse
of the bell tower of San Marco in connection with New York
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Il
Gazzettino
- Venezia venerdì 16 luglio 2021
Lacommemorazione
Venezia-NewYork, un fil rouge con il campanile di San Marco
VEZEZIA
Il collegamento in diretta con il Meucci Garibaldi MuseumdiNewYork,
rappresentato da Joseph Sciame e Carl Ciaccio e con sede a Staten
Island, ha siglato un 'passaggio di testimone" nel rapporto
tra Venezia e la metropoli statunitense: qui approderà
a breve, e in via definitiva,la "Torre di luce" dello
scultore veneziano Giorgio Bortoli, opera alta dodici metri che
riunisce in un ideale abbraccio la Metropolitan Life Tower di
Manhattan e il Campanile di San Marco. Il 'Paron de casa",
come è chiamato dai veneziani, di cui lo scorso 14 luglio
si è celebrato in Piazza San Marco I'anniversario del erollo
(nel 1902), con un palco allestito nella Loggetta del Sansovino.
L'evento ha visto protagonista Io stesso Bortoli, affiancato da
numerose personalità e ospiti. La Loggetta, messa a disposizione
dalla Procuratoria di San Marco, era illuminata da fasei di luce
riportanti la bandiera italiana e statunitense. Proiettato in
apertura
un video curato da Andrea Rizzo, dedicato alla storia del Campanile
e aI percorso artistico dell'archiscultura di Bortoli.
"Un evento cui tenevo molto sottolinea l'artista - per la
presenza di amici con cui nel tempo mi sono ritrovato in manifestazioni
dedicate a Venezia, tra cui Giovanni Alliata di Montereale, che
con la Fondazione Giorgio Cini offre da sempre un fondamentale
contributo alla cultura urbana, o una figura come Piero Rosa Salva,
emozionato per l'inaspettato riconoscimento che gli abbiamo riservato".
In un
secondo schermo, in collegamento con Venezia, una delegazione
di Aviano (dove la scultura è temporaneamente esposta)
con il sindaco llario De Marco Zompit e il generale Francesco
Ippoliti.
RiccardoPetito
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Il
Gazzettino - Venice Friday 16 July 2021
The commemoration
Venice-NewYork, a common thread with the bell tower of San Marco
VEZEZIA
The live connection with the Meucci Garibaldi Museum of NewYork,
represented by Joseph Sciame and Carl Ciaccio and based in Staten
Island, has signed a 'handover' in the relationship between Venice
and the American metropolis: here it will arrive shortly, and
on its way definitive, the "Tower of light" by the Venetian
sculptor Giorgio Bortoli, a twelve meter high work that brings
together the Metropolitan Life Tower of Manhattan and the Campanile
of San Marco in an ideal embrace. The 'Paron de casa ", as
it is called by the Venetians, of which last July 14 the anniversary
of the erollo (in 1902) was celebrated in Piazza San Marco, with
a stage set up in the Loggetta del Sansovino. The event featured
Bortoli himself, flanked by numerous personalities and guests.
The Loggetta, made available by the Procuratoria di San Marco,
was illuminated by phases of light bearing the Italian and US
flag. At the opening, a video edited by Andrea Rizzo, dedicated
to the history of the bell tower and to the artistic path of Bortoli's
archisculture, was projected.
"An event that I was very fond of, the artist emphasizes
- for the presence of friends with whom over time I found myself
in events dedicated to Venice, including Giovanni Alliata di Montereale,
who with the Giorgio Cini Foundation has always made a fundamental
contribution to culture urban, or a figure like Piero Rosa Salva,
excited by the unexpected recognition we have reserved for him
". In a second screen, in connection with Venice, a delegation
from Aviano (where the sculpture is temporarily exhibited) with
the mayor llario De Marco Zompit and general Francesco Ippoliti.
Riccardo Petito
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2021
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La
Nuova - giovedì 15 luglio 2021
Anniversario in Piazza San Marco
Il
crollo del campanile, dalle macerie al futuro
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La
Nuova - Thursday 15 July 2021
Anniversary
in Piazza San Marco
The collapse of the bell tower, from the rubble
to the future
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2021
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La
Nuova
- mercoledì 14 luglio 2021
1902 / 2021 - Ieri la presentazione a Palazzo Berlandis
di un pezzo di quattro tonnellate della torre. Stasera la rievocazione
del crollo
Tuitti
pazzi per il campanile di San Marco
Dal
"tichetòn" in giardino al maxi schermo
Tutti
pazzi per i campanile di San Marco. Tra le varie rievocazioni,
a 119 anni dalla caduta del campanile di San Marco, spunta un
grande frammento della torre che crollò il 14 luglio 1902.
Il 'tochetòn" - il "pezzettone" - del ragguardevole
peso di oltre quattro tonnellate, è stato rivelato ieri
all'interno del giardino di Palazzo Berlandis, a Dorsoduro, grazie
all'iniziativa di Vittorio Baroni, autore del progetto "EI
Paron de Casa" nell'ambito delle celebrazioni per i 1600
annidiVenezia.
La storia del "tochetòn" inizia dopo il crollo
del 1902 e ha come protagonista Salvatore Arbib, ebreo di famiglia
tripolina trasferitasi nella città lagunare, con casa a
palazzo Berlandis. Mentre la maggior parte delle macerie venne
gettata al largo del Lido, Arbib decise di portare nel giardino
il grande pezzo del Campanile, con incastonati pezzi di antica
fattezza. ln più parti sono ancora evidenti le tracce scolpite
con le sue iniziali e il simbolo di famiglia.
Dopo la morte di Salvatore la proprietà venne divisa in
parti. Il giardino diventò una piantagione di fagioli,
poi venne venduto alla famigliaBognolo.
L'erede Abramo Albert Naum, figlio di Matilde Arbib, volle inserire
una clausola che riservava la proprietà del "tochetòn"
al nipote dell'antiquario. Il grande frammento è conservato
da 119 anni nello spazio verde privato di Dorsoduro e, ancora
oggi, una parte del giardino è coltivataad orto efrutteto.
Il progetto culturale "El Paron de Casa", come ha spiegato
ieri Lorenzo Calvelli, docente associato di Storia romana dell'Università
Cà Foscari, partner del progetto, "coniuga archeologia,
storia in s,enso stretto, epigrafi ma anche storia sociale e culturale
di un simbolo di identità della comunità veneziana".
Tra i presenti all'iniziativa anche I'archeologa Sara Bini, della
Soprinténdenza Archeologica, belle arti e paesaggio per
il Comune, i proprietari del giardino e la presidente del Consiglio
comunale Ermelinda Damiano.
E intanto questa sera alle 21 il campanile sarà celebrato
nuovamente in piazza San Marco, nella loggetta, insieme allo scultore
veneziano Giorgio Bortoli con una cerimonia che farà rivivere
il crollo del campanile e la sua ricostruzione con un messaggio
di speranza verso il futuro.
Sarà presentata infatti su un maxi schermo l'opera dell'artista
"Torre di Luce" che da Aviano è in attesa di
raggiungere il Meucci Museum a New York.
La celebrazione dell'anniversario sarà anche occasione
di premiazione di personalità che si stanno impegnando,
in diversi ambiti per la città di Venezia. L'eventoè
reso possibile grazie alla disponibilità della Procuratorià
di San Marco e del suo primo Procuratore Carlo Alberto Tesserin,
e alla partecipazione di Ance, Confartigianato di Venezia, Concave,
Cavalieri di San Marco, Fondazione
Giorgio Cini e Endar.
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La
Nuova - Wednesday 14 July 2021
1902/2021 - Yesterday the presentation of a four-ton
piece of the tower at Palazzo Berlandis. Tonight the re-enactment
of the collapse
Tuitti crazy for the bell tower of San Marco
From the "tichetòn" in the garden to the big
screen
All
crazy for the bell tower of San Marco. Among the various re-enactments,
119 years after the fall of the bell tower of San Marco, a large
fragment of the tower that collapsed on 14 July 1902 appears.
yesterday in the garden of Palazzo Berlandis, in Dorsoduro, thanks
to the initiative of Vittorio Baroni, author of the "EI Paron
de Casa" project as part of the celebrations for the 1600th
anniversary of Venice.
The story of the "tochetòn" begins after the
collapse of 1902 and has as its protagonist Salvatore Arbib, a
Jew from a Tripoli family who moved to the lagoon city, with a
house in Palazzo Berlandis. While most of the rubble was thrown
off the Lido, Arbib decided to bring the large piece of the bell
tower into the garden, with pieces of ancient features embedded
in it. In several parts the traces carved with his initials and
the family symbol are still evident.
After Salvatore's death the property was divided into parts. The
garden became a bean plantation, then it was sold to the Bognolo
family.
The heir Abraham Albert Naum, son of Matilde Arbib, wanted to
insert a clause that reserved the ownership of the "tochetòn"
to the grandson of the antiquarian. The large fragment has been
preserved for 119 years in the private green space of Dorsoduro
and, even today, part of the garden is cultivated with a vegetable
garden and orchard.
The cultural project "El Paron de Casa", as explained
yesterday by Lorenzo Calvelli, associate professor of Roman History
at the Cà Foscari University, partner of the project, "combines
archeology, history itself, enso strait, epigraphs but also social
and cultural history of a symbol of identity of the Venetian community
".
Among those present at the initiative also the archaeologist Sara
Bini, of the Archaeological Superintendence, fine arts and landscape
for the Municipality, the owners of the garden and the president
of the Municipal Council Ermelinda Damiano.
And in the meantime this evening at 9 pm the bell tower will be
celebrated again in Piazza San Marco, in the loggia, together
with the Venetian sculptor Giorgio Bortoli with a ceremony that
will revive the collapse of the bell tower and its reconstruction
with a message of hope towards the future.
In fact, the work of the artist "Torre di Luce" will
be presented on a maxi screen, who from Aviano is waiting to reach
the Meucci Museum in New York.
The anniversary celebration will also be an occasion for the awarding
of personalities who are working hard in various areas for the
city of Venice. The event is made possible thanks to the availability
of the Procuratorià di San Marco and its first Procurator
Carlo Alberto Tesserin, and to the participation of Ance, Confartigianato
di Venezia, Concave, Cavalieri di San Marco, Fondazione Giorgio
Cini and Endar.
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2021
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A
119 anni dal crollo del Campanile di San Marco lo scultore Giorgio
Bortoli omaggia Venezia e il suo Paron de Casa - 13
Luglio 2021
Venezia,
13 luglio 2021 - In occasione del centodiciannovesimo anniversario
del crollo del campanile di San Marco, avvenuto il 14 luglio 1902,
e delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia, lo scultore veneziano
Giorgio Bortoli darà omaggio al ricordo di un tragico evento
che ha segnato la storia della città. Con una suggestiva
cerimonia in notturna, mercoledì 14 luglio alle 21.00 nella
Loggetta del Campanile di San Marco, lartista, nonché
componente del Ministero dei Beni Culturali, permetterà
ai presenti di vivere un emozionante e coinvolgente ricordo del
crollo del Campanile di Venezia e della sua ricostruzione con
un messaggio di speranza verso il futuro.
La
celebrazione dellanniversario sarà anche occasione
di premiazione di personalità, uomini e donne, che si stanno
impegnando, in diversi ambiti, per la città di Venezia.
Levento è reso possibile grazie alla disponibilità
della Procuratoria di San Marco e del suo Primo Procuratore Carlo
Alberto Tesserin, e alla partecipazione di Ance, Confartigianato
di Venezia, Concave, Cavalieri di San Marco, Fondazione Giorgio
Cini e Endar.
Giorgio
Bortoli è un artista veneziano da anni impegnato in prima
linea nella promozione, attraverso la cultura e le sue sculture,
di un rapporto di amicizia e di scambio culturale e artistico
tra Venezia e New York. Alcune sue opere sono realizzate incastonando
proprio i reperti del campanile crollato, come mattoni recuperati
a metri di profondità sott'acqua. Tra le sue diverse creazioni
cè anche una Torre di Luce, segno di
speranza e di ripartenza, che ora si trova ad Aviano (dove insiste
una grande base americana) in attesa che l'opera possa raggiungere
il Meucci Museum a New York dove l'installazione avrebbe già
un posto a lei assegnato.
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119
years after the collapse of the Campanile of San Marco, the sculptor
Giorgio Bortoli pays homage to Venice and its "Paron de Casa"
- July 13, 2021
Venice,
13 July 2021 - On the occasion of the nineteenth anniversary of
the collapse of the bell tower of San Marco, which took place
on 14 July 1902, and the celebrations for the 1600 years of Venice,
the Venetian sculptor Giorgio Bortoli will pay homage to the memory
of a tragic event that marked the history of the city. With an
evocative night ceremony, Wednesday 14 July at 9.00 pm in the
Loggetta of the Campanile di San Marco, the artist, as well as
a member of the Ministry of Cultural Heritage, will allow those
present to experience an exciting and engaging memory of the collapse
of the Campanile of Venice and the its reconstruction with a message
of hope for the future.
The
anniversary celebration will also be an opportunity to award personalities,
men and women, who are working hard for the city of Venice in
various areas.
The event is made possible thanks to the availability of the Procuratoria
di San Marco and its First Procurator Carlo Alberto Tesserin,
and to the participation of Ance, Confartigianato of Venice, Concave,
Cavalieri di San Marco, the Giorgio Cini Foundation and Endar.
Giorgio
Bortoli is a Venetian artist for years engaged at the forefront
of promoting, through his culture and his sculptures, a relationship
of friendship and cultural and artistic exchange between Venice
and New York. Some of his works are made by embedding the finds
of the collapsed bell tower, like bricks recovered from meters
deep underwater. Among his various creations there is also a "Tower
of Light", a sign of hope and restart, which is now in Aviano
(where there is a large American base) waiting for the work to
reach the Meucci Museum in New York where the installation would
already have a place assigned to it.
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2021
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Il
Gazzettino
- martedì 13 luglio 2021
Domani, ricorrenza del 14 luglio del 1902 quando
cadde il campanile di San Marco, lo scultore Giorgio Bortoli ha
organizzato un evento nel corso del quale annuncerà il
trasferimento del suo monumento a New York
Quando
il "paron" si sgretolò
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Il
Gazzettino - Tuesday 13 July 2021
Tomorrow, the anniversary of 14 July 1902 when
the bell tower of San Marco fell, the sculptor Giorgio Bortoli
has organized an event during which he will announce the transfer
of his monument to New York
When the "paron" crumbled
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2021
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La
Nuova
- sabato 10 luglio 2021
Il 14 luglio, sui maxi schermi in Piazza San Marco,
la storia del crollo e della ricostruzione. L'evento dell'artista
Giorgio Bortoli la cui "Torre di Luce" sta per raggiungere
New York
Dov'era,
com'era, come sarà.
Una
notte con il campanile.
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La
Nuova - Saturday 10 July 2021
On July 14, on the maxi screens in Piazza San Marco,
the story of the collapse and reconstruction. The event of the
artist Giorgio Bortoli whose "Tower of Light" is about
to reach New York
Where it was, how it was, how it will be.
One night with the bell tower.
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2021
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Gente
Veneta
- venerdì 9 luglio 2021 - n. 27 - pag 17
Giorgio
Bortoli e le sue sculture
Nella
loggetta del Campanile
Il
crollo del campanile di San Marco del 14 luglio 1902. Un anniversario
che sarà celebrato mercoledì prossimo attraverso
un evento in notturna organizzato dallo scultore veneziano Giorgio
Bortoli, impegnato da anni nel promuovere un rapporto di amicizia
e di scambio culturale- artistico tra Venezia e New York. Bortoli
sta infatti lavorando a una macro-scultura di due metri ispirata
al Campanile e alla Metropolitan Life Tower, che sarà esposta
a New York.
Inoltre, alcune opere dell'artista sono realizzate incastonando
proprio i reperti del vecchio "paron de casa": mattoni
recuperati sott'acqua, in profondità.
La cerimonia inizierà alle 21 e sarà ospitata nella
loggetta del campanile, con la prerniazione di alcune personalità
che si stanno impegnando per la dttà. (L.M.)
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Gente
Veneta - Friday 9 July 2021 - n. 27 - page 17
Giorgio
Bortoli and his sculptures
In the loggia of the bell tower
The
collapse of the bell tower of San Marco on 14 July 1902. An anniversary
that will be celebrated next ednesday through a night event organized
by Venetian sculptor Giorgio Bortoli, engaged for years in promoting
a relationship of friendship and cultural-artistic exchange between
Venice and New York.
Bortoli is in fact working on a two-meter macro-sculpture inspired
by the Campanile e at the Metropolitan Life Tower, which will
be exhibited in New York.
In addition, some of the artist's works are made by setting the
finds of the old "paron de casa": bricks recovered underwater,
in depth.
The ceremony will begin at 9 pm and will be hosted in the loggia
of the bell tower, with the prerniation of some personalities
who are working for the company. (L.M.)
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2021
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Il
Gazzettino
di Venezia - 28 aprile 2021
Un uovo di cioccolato per la rinascita con
sorprese dedicate a
Brugnaro e Zaia - L'opera di Giancarlo Vio della Pasticceria Marchini
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Il
Gazzettino
of Venice - April 28, 2021
A
chocolate egg for rebirth with surprises dedicated to
Brugnaro and Zaia - The work of Giancarlo Vio from Pasticceria
Marchini
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2020
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2019
![](2019-06-18%20mart%20-%20%20Il%20Gazzettino%20-%20Agnelli%20x%20150.JPG)
Il Gazzettino
- Martedì 18 giugno 2019
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Il
Gazzettino
- Martedì 18 giugno 2019
Premio Agnelli - Un
riconoscimento
all'impegno nel sociale
Il premio internazionale Susanna Agnelli 2019,
Roma, è stato assegnato a Emmanuele Francesco Maria Emanuele,
docente universitario ed economista di fama internazionale.
Ideatore presidente del premio, Sandrino Aquilani, direttore Gianni
Del Bufalo.
La motivazione: per la sua instancabile opera meritoria svolta
nei settori del sociale, anche attraverso le molteplici fondazioni
che presiede; per quanto realizzato a favore della cultura e della
poesia nel mondo. Mecenate, cultore dell'arte e della bellezza,
'poeta che ha ricevuto molti riconoscimenti. Il docente, presidente
onorario della Fondazione Roma, e della Fondazione Terzo Pilastro
-
Internazionale, si è distinto nell'ambito della solidarietà
attiva e concreta, realizzata nel campo della salute, della ricerca
scientifica, dell'istruzione, della cultura, e nel sostegno ai
meno fortunati. Tra le sue molteplici idee, quella di istituire
a Roma un centro di accoglienza gratuito per i malati terminali;
la creazione di un Villaggio residenziale gratuito per i malati
di Alzheimer; promuovere la cooperazione scientifica in campo
internazionale attraverso la Emanuele Research Foundation di Malta.
Lo scultore Giorgio Bortoli
ha consegnato il Premio. Le cinque nomination con la consegna
delle mini-sculture del "Faro" sono andate a Detto Mariano,
Neria De Giovanni, Alessandro Quasimodo, Luca Filipponi, Angelo
Sagnelli. Le opere di Bortoli sono realizzate con il legno di
una vecchia bricola della laguna recuperata dall'artista stesso
essendosi incagliata negli scogli di fronte al suo studio agli
Alberoni, Lido di Venezia. La più grande ha il cuore in
rame smaltato con la scritta incisa "Susanna Agnelli Il Faro".
(mts ).
|
Il
Gazzettino
- Tuesday 18 June 2019
Agnelli
Award - A recognition
to social commitment
The
international award Susanna Agnelli 2019, Rome, was assigned to
Emmanuele Francesco Maria Emanuele, an internationally renowned
university professor and economist.
Sandrino Aquilani, director Gianni Del Bufalo, creator of the
award.
The motivation: for his untiring meritorious work carried out
in the social sectors, also through the multiple foundations he
presides over; as achieved in favor of culture and poetry in the
world. Patron, a lover of art and beauty, a poet who has received
many awards. The lecturer, honorary president of the Rome Foundation,
and of the Third Pillar Foundation - International, distinguished
himself in the field of active and concrete solidarity, carried
out in the field of health, scientific research, education, culture,
and in supporting the less lucky. Among its many ideas is the
establishment of a free reception center for terminally ill patients
in Rome; the creation of a free residential village for Alzheimer's
patients; promote international scientific cooperation through
the Emanuele Research Foundation of Malta. The sculptor Giorgio
Bortoli presented the prize. The five nominations with the delivery
of the "Faro" mini-sculptures went to Detto Mariano,
Neria De Giovanni, Alessandro Quasimodo, Luca Filipponi, Angelo
Sagnelli. Bortoli's works are made with the wood of an old bricola
of the lagoon recovered by the artist himself, having run aground
on the rocks in front of his studio at the Alberoni, Lido of Venice.
The largest has an enameled copper heart with the engraved inscription
"Susanna Agnelli Il Faro". (mts).
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2019
Il
Gazzettino - Mercoledì 19 maggio 2019
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![](2019-05-29%20merc%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20Campanile%20foto%20x%20150.JPG)
La
scultura dell'artista Giorgio Bortoli mentre viene installata
a Campodarsego
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Il
Gazzettino
- Mercoledì 19 maggio 2019
CAMPODARSEGO
- IL CAMPANILE
DI SAN MARCO TORNA IN AMERICA
Giorni
fa la moderna scultura dell'artista veneziano Giorgio
Bortoli, che raffigura il Metropolitan LifeTower di New
York e il campanile San Marco di Venezia, ha finito il suo "soggìomo"
in piazza Europa a Campodarsego, durato sei mesi. L'opera di Bortoli,
adornata dalle specchiature d'acciaio e dal gioco di luci che richiamano
i quattro orologi sui lati della torre che segnano l'ora di Venezia
e di New York, è partito per Marghera.
«Questo grattacielo venne costruito su immagine del campanile
di San Marco per distinguerne il profilo nello skyline di Manhattan
spiega Bortoli - Ora l'opera è tornata a Marghera per poi
imbarcarsi il 7 luglio con destinazione Staten Island a New York,
e trovare la sua definitiva collocazione al Garibaldi Meucci Museum».
Prima di Campodarsego il campanile è stato esposto a Marghera,
Borbiago di Mira, a Venezia davanti a Palazzo Ferro Fini, all'Harrys
Bar a San Marco, alla Biennale e all'Aeroporto Marco Polo.
Diverse aziende hanno messo a disposizione la loro tecnologia gratuitamente:
la Atena Lux Lightening per la programmazione luminosa, la ViraverGlass
Technology, e per la parte logistica la Gmp. (g.n.)
|
Il
Gazzettino
- Wednesday 19 May 2019
CAMPODARSEGO
- THE CAMPANILE
OF SAN MARCO RETURNS TO AMERICA
Days
ago the modern sculpture of the Venetian artist Giorgio Bortoli,
which depicts the Metropolitan LifeTower in New York and the San
Marco bell tower in Venice, has finished its "soggìomo"
in Piazza Europa in Campodarsego, which lasted six months. Bortoli's
work, adorned with steel mirrors and the play of lights that recall
the four clocks on the sides of the tower that mark the time in
Venice and New York, left for Marghera.
"This skyscraper was built on the image of the bell tower
of San Marco to distinguish its profile in the Manhattan skyline,"
explains Bortoli. location at the Garibaldi Meucci Museum».
Before Campodarsego the bell tower was exposed in Marghera, Borbiago
di Mira, in Venice in front of Palazzo Ferro Fini, at the Harrys
Bar in San Marco, at the Biennale and at the Marco Polo Airport.
Several companies have made their technology available free of
charge: the Atena Lux Lightening for lighting programming, the
ViraverGlass Technology, and for the logistics part the GMP. (G.n.)
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2019
![](2019-05-17%20ven%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20Vega%20x%20150.JPG)
Il
Gazzettino
- Venerdì 17 maggio 2019
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Il
Gazzettino
- Venerdì 17 maggio 2019
I 25 anni del Vega fra nuovi acquirenti
e bilancio risanato -
Spazi occupati al 95 per cento e affitti in crescita nel 2019.
«È stato raggiunto l'obiettivo di una buona amministrazione»
PORTO
MARGHERA - «Se l'obiettivo era rilanciare il Vega noi
ci siamo riusciti e continueremo anche in futuro anche a dispetto
delle difficoltà economiche che abbiamo ereditato».
Sul futuro del Parco scientifico e tecnologico di Marghera l'amministratore
unico Roberto Ferrara non nasconde l'ottimismo di chi è
convinto che gli anni più difficili siano definitivamente
alle spalle. Sia pure a rilento, la procedura concordataria avviata
nel 2013dal Tribunale di Venezia per estinguere un debito di 15milioni
di euro sta facendo il suo corso, mentre gli sforzi degli amministratori
di rendere più appetibile la struttura stanno dando i primi
risultati.
PRIMI RISULTATI - Dopo che i due precedenti bandi (che
miravano alla vendita dell'intero complesso immobìlìare)
non avevano avuto alcun esito il complesso è stato diviso
per lotti e questo ha facilitato la vendita della torre Hammon
e del padìglìone Antares ed ora si punta alla vendita
graduale di altri nove lotti.
I nuovi proprietari (tra i quali spicca Norwegian Cruise) dovranno
però rispettare i precedenti contratti di locazione.
«Ma si tratta di asset che sono già in attivo - precisa
Roberto Ferrara - e chi acquista qui non ha garantito' solo un
margine di profitto ma può usufruire di una sede importante
e prestigiosa che si trova in una posizione strategica, offre
la Banda ultra larga ed attira aziende innovative, università
ed enti di ricerca. Abbiamo ereditato una gestione che ha prodotto
un buco da 15 milioni e quando siamo arrivati l'occupazione degli
spazi del Vega non raggiungeva 1'80%, perciò una delle
mission prioritarie che abbiamo avviato è stata quella
di affittare gli spazi vuoti per metterli a disposizione delle
aziende. Adesso abbiamo raggiunto l'obiettivo di una buona amministrazione
ordinaria, l'occupazione degli spazi è arrivata al 95%
e prevediamo un incremento di fatturato da affitti che nel 2019
sarà del 24%. Resta il peso delle passività pregresse
che ormai sono nelle mani di un commissario liquidatore, ma il
debito è consolidato e con queste ultime vendite si inizieranno
a pagare i creditori privilegiati».
LE IMPRESE OSPITI - Oltre alla Fondazione Ca' Foscari,
il Parco Vega ospita 200 aziende che operano nei comparti dell'informatica,
delle tecnologie digitali, della green economy, e delle biotecnologie
e che danno lavoro a 2.000 addetti. «Noi abbiamo creduto
e crediamo molto in questa società e in questo rilancio
- spiega Michele Zuin, assessore alle Società partecipate
del Comune che detiene il 55%delle quote di Vega - c'è
una parte di Vega che siamo riusciti a rilanciare e una legata
al passato che è una palla al piede e che si sta cercando
di risolvere, ma che non è nella: nostra disponibilità
bensì nelle mani di un curatore. La parte sana di questa
azienda regge bene e sta in piedi perché il fatturato copre
i costi e stiamo cercando di occupare tutti gli spazi che abbiamo
in gestione e che possiamo affidare a nuove aziende e start-up».
E la scultura in alluminio che da ieri - per ricordare i 25 anni
di attività - è collocata all'ingresso del Vega,
rappresenta in effige il leone emergente di San Marco ed è
stata offerta in comodato d'uso dall'artista veneziano Giorgio
Bortoli. «Gli siamo grati di questo - ha sottolineato
ieri Ferrara dopo la benedizione dell'opera - perché in
questi tempi non potevamo permetterei una spesa equivalente al
suo valore. Speriamo che il leone di San Marco oltre che Venezia
protegga anche il Vega».
Paolo Guidone
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Il
Gazzettino
- Friday 17 May 2019
The
25 years of Vega among new buyers
and budget restored - Occupied spaces at 95 percent and rents
up in 2019. "The goal of good administration has been achieved"
PORTO
MARGHERA - "If the goal was to revive the Vega we have succeeded
and we will continue in the future also despite the economic difficulties
we have inherited". On the future of the Scientific and Technological
Park of Marghera the sole director Roberto Ferrara does not hide
the optimism of those who are convinced that the most difficult
years are definitely behind them. Even if slowly, the concordat
procedure started in 2013 by the Court of Venice to pay off a
debt of 15 million euros is taking its course, while the administrators'
efforts to make the structure more attractive are giving the first
results.
FIRST RESULTS - After the two previous tenders (which aimed at
the sale of the entire real estate complex) had not had any results,
the complex was divided into lots and this facilitated the sale
of the Hammon tower and the Antares padiglìone and now
the aim is to gradual sale of other nine lots.
However, the new owners (including Norwegian Cruise) must comply
with the previous lease agreements.
"But these are assets that are already in surplus - specifies
Roberto Ferrara - and those who buy here did not guarantee only
a profit margin but can take advantage of an important and prestigious
location that is in a strategic position, offers the Ultra Band
wide and attracts innovative companies, universities and research
institutions. We inherited a management that produced a 15 million
hole and when we arrived the occupancy of the Vega spaces did
not reach 80%, so one of the priority mission we started was to
rent the empty spaces to make them available of companies. Now
we have reached the goal of good ordinary administration, the
occupation of space has reached 95% and we expect an increase
in turnover from rents that in 2019 will be 24%. The weight of
past liabilities that are now in the hands of a liquidator commissioner
remains, but the debt is consolidated and with these last sales
the privileged creditors will begin to pay ".
BUSINESSES GUESTS - In addition to the Ca 'Foscari Foundation,
the Vega Park hosts 200 companies operating in the IT, digital
technology, green economy, and biotechnology sectors, which employ
2,000 people. "We have believed and we believe a lot in this
company and in this relaunch - explains Michele Zuin, councilor
for the subsidiary companies of the Municipality that holds 55%
of the shares of Vega - there is a part of Vega that we were able
to raise and one tied up to the past, which is a ball and chain
that we are trying to solve, but which is not in our availability
but in the hands of a curator. The healthy part of this company
holds up well and stands because the turnover covers the costs
and we are trying to occupy all the spaces we manage and that
we can entrust to new companies and start-ups ».
And the sculpture in aluminum that since yesterday - to remember
the 25 years of activity - is placed at the entrance of the Vega,
represents the emerging lion of San Marco in effigy and was offered
on loan for use by the Venetian artist Giorgio Bortoli. "We
are grateful to him for this - underlined Ferrara yesterday after
the blessing of the work - because in these times we could not
afford an expense equivalent to its value. We hope that the lion
of San Marco as well as Venice will also protect the Vega ».
Paolo Guidone
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2019
![](2019-05-17%20ven%20-%20La%20Nuova%20-%20Vega%20x%20150.JPG)
La
Nuova
- Venerdì 17 maggio 2019
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La
Nuova
- Venerdì 17 maggio 2019
I 25 anni del Vega - Marinese sprona la giunta
«Altri 25 anni di Brugnaro»
- Appoggio pubblico al sindaco da parte del presidente degli industriali
«Sta facendo tantissimo per la città, penso sia giunto
il momento di dirlo»
Il
presidente degli industriali veneziani, Vincenzo Marinese, si
prodiga in un endorsement diretto al sindaco Brugnaro alla cerimonia
per i 25 anni del Parco scientifico Vega: «Auguro a questa
giunta di essere qui per prossimi 25 anni perché lavora
bene, sta facendo grandi cose, la città è viva e
non ne faccio una questione di simpatia personale, io vedo, vado
in giro e penso sia giunto il momento di dire in maniera chiara
quali sono i meriti delle persone».
Per festeggiare l'anniversario, ieri mattina a Marghera, oltre
al presidente degli industriali c'erano il professoreAntonio Marcomini
di Ca' Foscari, gli assessori Michele Zuin e Renato Boraso,
l'artista Giorgio Bortoli, che ha scoperto l'opera
"Il Leone emergente" che troneggerà all' entrata
del Parco scientifico tecnologico.
Afare gli onori di casal'amministratore unico di Vega, Roberto
Ferrara. «Vogliamo vedere il Vega espandersi, uscire dalle
aree dove è circoscritto ed esportare il modello vincente
fuori dal Parco tecnologico» l'invito giunto da più
parti. «Se l'obiettivo era rilanciare il Vega noi ci siamo
riusciti nonostante le difficoltà economiche che abbiamo
ereditato » ha esordito Ferrara nominando le aziende più
prestigiose che hanno casa al Parco.
«Due sono i dati cifra della rinascita: quando sono arrivato
l'occupazione degli spazi si attestava all'80%, oggi siamo al
95%. Certo abbiamo bisogno di liberarci del fardello ereditato,
le prime vendite sono state una svolta fondamentale».
«25 anni è un quarto di secolo ben portato»
ha commentato il professor Marcomini «Ca' Foscari ha contributo
in modo strategico, non è un caso che oggi il Vega sia
guardato come modello di successo. Auguriamo lunga vita al Vega:
vogliamo vederlo uscire da queste aree per andare altrove, non
rimanere circoscritto ma esportare il suo modello vincente».
Stessa lunghezza d'onda per il presidente di Confindustria Marinese:
«Mi rivolgo al Vega come farei a me stesso di 25 anni fa,
oggi che ne ho 50.
Basta parlare di passato, chi fa sbaglia, il Vega deve crescere'.
Come? Stando di più sul territorio, integrandosi con le
aziende, evitando di essere segregato qui. Oggi è una realtà
troppo chiusa che deve aprirsi perché ha capacità
dinamica. Amplifichiamo la vocazione alle relazioni».
Marta Artico
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La
Nuova
- Friday 17 May 2019
The 25 years of the Vega - Marinese spurs
the junta
"Another 25 years of Brugnaro"
- Public support for the mayor by the president of the industrialists
"He's doing a lot for the city, I think it's time to say
it"
The
president of the Venetian industrialists, Vincenzo Marinese, is
working towards an endorsement directed at the mayor Brugnaro
at the ceremony for the 25th anniversary of the Vega Science Park:
«I wish this council to be here for the next 25 years because
it works well, is doing great things the city is alive and I do
not make it a matter of personal sympathy, I see, I go around
and I think it is time to say clearly what are the merits of people
".
To celebrate the anniversary, yesterday morning in Marghera, in
addition to the president of the industrialists, there were Professor
Antonio Marcomini of Ca 'Foscari, councilors Michele Zuin and
Renato Boraso, the artist Giorgio Bortoli, who discovered the
work "Il Leone emerging "which will dominate the entrance
to the Science and Technology Park.
To honor the honors of the sole administrator of Vega, Roberto
Ferrara. "We want to see the Vega expand, get out of the
areas where it is limited and export the winning model out of
the Technology Park" the invitation that has come from many
quarters. "If the goal was to relaunch the Vega we succeeded
despite the economic difficulties we inherited," said Ferrara,
appointing the most prestigious companies that have a home in
the Park.
"There are two figures of the rebirth: when I arrived, the
occupation of the spaces was 80%, today we are 95%. Of course
we need to get rid of the inherited burden, the first sales were
a fundamental turning point».
"25 years is a well-rounded quarter of a century," said
Professor Marcomini, "Ca 'Foscari made a strategic contribution,
it is no coincidence that today Vega is regarded as a model of
success. We wish Vega a long life: we want to see it come out
of these areas to go elsewhere, not remain limited but export
its winning model ».
The same wavelength for the president of Confindustria Marinese:
«I address Vega as I would do myself 25 years ago, today
when I am 50.
Just talk about the past, those who make mistakes, Vega must grow
'. Such as? Being more on the territory, integrating with companies,
avoiding being segregated here. Today it is too closed a reality
that must open up because it has a dynamic capacity. Let us amplify
the vocation to relationships ".
Marta Arctico
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2018
![](2018-10-08%20La%20Nuova%20-%20Una%20vita%20nel%20Cinema%20-%20luned%EC%208%20dic%202018%20x%20150.jpg)
La
Nuova - lun 8.10.2018
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La
Nuova
- Lunedì 8 ottobre 2018
Premio: "UNA VITA NEL CINEMA" 25° edizione 2018
Roma
- organizzato dal Sindaco di Vetralla, Sandrino Aquilani
Premiati
Daniela Poggi
ed il prestigiatore veneziano Silvan
Premi
realizzati dal Maestro Giorgio Bortoli
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La
Nuova - Monday 8 October
2018
Award:
"A LIFE IN THE CINEMA" 25th edition 2018
Rome - organized by the Mayor of Vetralla, Sandrino
Aquilani
Daniela
Poggi awarded
and the Venetian magician Silvan
Awards
made by Maestro Giorgio Bortoli
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2018
![](2018%20-%20Il%20Mattino%2013%20nov%20-%20Campanile%20x%20150.jpg)
aIl
Mattino di Padova - Mart. 13.11.2018
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Il
MATTINO DI PADOVA
- Cittadella - Camposampiero
martedì
13 novembre 2018
Campodarsego - Il campanile di
Bortoli è in Piazza Europa
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Il
MATTINO DI PADOVA
- Cittadella - Camposampiero
Tuesday, November 13, 2018
Campodarsego - The bell tower of Bortoli is in
Piazza Europa
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2018
![](2018%20cavallo%20Rampante%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20sab%203%20nov%20-%20cultura%20e%20spettacoli%20x%20150.jpg)
aIl
Gazzettino - Sab 03.11.2018
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Il
Gazzettino
- Sabato 3 novembre 2018
Un cavallo di Bortoli a Villa Pisani
di Stra
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Il
Gazzettino
- Saturday 3 November 2018
A horse of Bortoli at Villa Pisani di Stra
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2018
![](2018%20-%20Polychromia%20copertina%20x150.jpg)
aCopertina
Catalogo
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Pag.
70
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POLYCROMIA
2018
Catalogo d'arte curato da Dino Masarà
con la pagina n. 70, dedicata all'artista Giorgio
Bortoli
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POLYCROMIA
2018
Catalog of art curated by Dino Masarà
with page n. 70, dedicated to the artist Giorgio Bortoli
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2018
![](2018%20-%20Cavallo%20Rampante%20-%20La%20Nuova%20-%20Dom%2016.09.2018%20GIORNO&NOTTE%20x150.jpg)
aLa
Nuova - Dom 16.09.2018
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La
Nuova
- Dom 16.09.2018
- rubrica GIORNO & notte
A Villa Pisani si inaugura
il "Cavallo
Rampante"
dell'artista Giorgio Bortoli
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The
New
- Sun 16.09.2018 - heading DAY & night
The "Rampant Horse"
is inaugurated at Villa Pisani
by the artist Giorgio Bortoli
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2017
![](2017%20-%20Tutto%20di%2021%20nov%20x%20150.jpg)
Copertina del Settimanale TUTTO del 21 novembre 2017
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![](2017%20-%20Tutto%20di%2021%20nov%20-%20pag.%2053%20x%20150.jpg)
aarticolo
a pag. 53
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Un
Trionfo di Bellezza
- Models of Italy 2017
Ottobre 2016
I
conduttori della serata, Jo Squillo, Simona Tagli e Gianluca Mech,
hanno consegnato i premi "Angeli di Bronzo",
realizzati
dal maestro Giorgio Bortoli, ai vincitori del concorso: Mireya Stabile
e Luca Pinter
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A
Triumph of Beauty - Models of Italy 2017
October 2016
The
conductors of the evening, Jo Squillo, Simona Tagli and Gianluca
Mech, presented the "Angels of Bronze" awards,
made by maestro Giorgio Bortoli, the winners of the competition:
Mireya Stabile and Luca Pinter
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![](2017%20-%20Angelo%20-%20cm%2030%20-%20bronzo%20lucidato%20x%20150.jpg)
Angelo
in bronzo lucidato, cm 30
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2017
![](2017%20venerd%EC%20%2008%20settembre%20Il%20Gazzettino%20di%20Venezia%20-%20Una%20vita%20per%20il%20Cinema%20x%20150.jpg)
Il Gazzettino di Venezia - venerdì 08.09.2017
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![](2017%20marted%EC%2019%20settembre%20LA%20NUOVA%20-%20Una%20vita%20per%20il%20Cinema%20x%20150.jpg)
La
Nuova - martedì 19.09.2017 |
Premio:
"UNA VITA NEL CINEMA" 24°
edizione 2017
Con
il Patrocinio della Regione del Veneto
Lido di Venezia - presso la sala della Regione del
Veneto all'interno dell'Hotel Excelsior
venerdì
31 agosto 2017
Il Maestro Giorgio Bortoli premia con una scultura
da lui realizzata,
la regista e produttrice cinematografica Camilla Nesbitt per il
film "Raccontare Venezia"
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Award:
"A LIFE IN THE CINEMA" 24th
edition 2017
With the Patronage of the Veneto Region
Lido di Venezia - at the Veneto Region
hall inside the Hotel Excelsior
Friday
31st August 2017
Maestro Giorgio Bortoli rewards with a sculpture
he created
film director and producer Camilla Nesbitt for the film "Raccontare
Venezia"
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2017
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![](2017%20-%20Atlantis%20n%202%20-%201%20x%20150.jpg) |
![](2017%20-%20Atlantis%20n%202%20-%202%20x%20150.jpg) |
![](2017%20-%20Atlantis%20n%202%20-%203%20x%20150.jpg) |
ATLANTIS
- Rivista di affari internazionali
anno
VI, n. 2, 2017
Una
scultuta veneziana
per New York
in nome dell'acqua,
dell'arte e della cultura
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ATLANTIS
- International business magazine
year VI, n. 2, 2017
A
Venetian sculpture
for New York
in the name of water,
of art and culture
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2016
![](2016%20-%20aprile_giugno%20-%20Il%20poliziotto%20penitenziario%2002%20x%20150.jpg)
Articolo pubblicato su "Il Poliziotto Penitenziario",
numero 21, anno VI, aprile/giugno 2016
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"Il
Poliziotto Penitenziario", numero 21, anno VI, aprile/giugno
2016
Venezia:
l'Anppe partecipa alla conferenza
"Beyond
the Ghetto"
(con la partecipazione e collaborazione del Maestro Giorgio Bortoli)
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"Il
Poliziotto Penitenziario", number 21, year VI, April
/ June 2016
Venice:
Anppe participates in the conference
"Beyond
the Ghetto"
(with the participation and collaboration of Maestro Giorgio Bortoli)
|
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2016
![](2016%20-%20New%20York%20Times%2010%20marzo%20%20x150.jpg)
Articolo Pubblicato su
New York Times
10 marzo 2016
Article Published in the New York Times
10 March 2016
ecco
la parte dove è citato il Maestro Giorgio Bortoli, segnata
in rosso nell'articolo integrale:
"... Davide Federici, un giornalista locale, e lo scultore
veneziano Giorgio Bortoli erano presenti, e il rabbino Bahbout,
che è molto apprezzato dopo due anni nella comunità,
sembrava del tutto a suo agio, come il discorso divagare intorno
arte, politica, storia, cinema e cibo..."
--------------------
here
is the part where Maestro Giorgio Bortoli is mentioned, marked in
red in the integral article:
"...
Davide Federici, a local journalist, and the Venetian sculptor Giorgio
Bortoli were present, and Rabbi Bahbout, who is highly regarded
after two years in the community, seemed completely at ease, as
the speech ranting around art, politics , history, cinema and food
... "
|
![](2016%20Titolo%20NYT.JPG)
500
anni di ebraico - Vita a Venezia
Un viaggio in uno dei più antichi ghetti ebraici del mondo,
dove quest'anno una lunga e ricca storia è commemorato.
Con
DAVID LASKINMARCH 9, 2016
Anche
se è ancora possibile vedere le rientranze delle pareti dove
i cardini dei portali, una volta appese, il ghetto di Venezia non
è stata una prigione dal Napoleone prese la città
e buttato giù le porte nel 1797. Oggi, alcuna barriera o
cartello marchi dove finisce Venezia e il suo ghetto di inizio.
Si attraversa un canale su un ponte ad arco, anatra attraverso un
sottoportego (un tunnel vicolo attraverso un edificio), scompare
giù una presa d'aria nel tessuto urbano - vieni e andare
proprio come ovunque nel labirinto di questa isola città.
Ma
soffermarsi abbastanza a lungo nel Campo di Ghetto Nuovo, il generoso,
sfilacciato, piazza alberi screziati che ancora questo angolo di
Cannaregio (quiete quadrante nord-ovest della città) e vi
sentirete il muro del passato chiusura. Mezzo millennio di storia
non trasparire senza timbratura l'anima di un luogo.
Istituito
con decreto del doge Leonardo Loredan il 29 marzo 1516, il ghetto
di Venezia è stato uno dei primi luoghi in cui le persone
sono state forzatamente segregati e sorvegliato a causa della differenza
religiosa. Il termine stesso è nato qui; l'area era stata
utilizzata come una fonderia ( "Geto" di Venezia dialettale)
e nel corso del tempo i residenti poliglotte del quartiere corrotto
la parola ghetto.
Ho
viaggiato a La Serenissima nel mese di dicembre per vedere come
la città stava preparando per l'anniversario della costituzione
del ghetto. Una grande mostra chiamata "Venezia, gli ebrei
e l'Europa: 1516-2016" (in mostra dal 19 giugno-13 Novembre)
era stato previsto per il Palazzo Ducale, e durante l'ultima settimana
di luglio, "Mercante di Venezia" di Shakespeare volontà
in scena (in inglese) per la prima volta nei confini dove le sue
scene più allucinanti si svolgono. Venezia essendo Venezia,
ci saranno anche i partiti scintillanti, raccolta di fondi celebrità-riempita
e serate di gala in maschera, a partire con le prestazioni solo
su invito della Prima Sinfonia di Mahler alla Fenice teatro il 29
marzo.
Ma
nel corso della mia visita, quello che sono diventato più
curioso circa era lo stato d'animo della corrente comunità
ebraica di 450 persone. Venezia è un incredibilmente bella
fantasia tale, sembra sorprendente che la gente comune, gli ebrei
tra i quali, in realtà ci vivono. Come, mi sono chiesto,
hanno famiglie ebree profondamente radicati sentono sulla loro passato
- e il futuro - in questa antica città vulnerabile?
La mia prima risposta è venuto dentro l'umile, santuario
rettangolare del circa-1532 Scuola Canton, una delle cinque sinagoghe
ancora in piedi nel ghetto. Le sinagoghe sono aperte al pubblico
solo come parte di visite guidate offerte dal Museo Ebraico di Venezia,
e quella mattina solo tre di noi (gli altri due americani ed io)
avevano firmato per il tour 10:30 inglese. Eravamo in piedi con
la nostra guida, Silvia Crepaldi, ammirando le colonne a spirale
tronchi d'albero d'oro che sostengono l'arco sopra la bimah (podio),
quando il soggetto del livello dei mari si avvicinò.
"La
città sarà vuota prima di affondare", ha detto
la signora Crepaldi mestamente. "Venezia si sta restringendo
sotto i nostri occhi."
L'esodo
urbana di Giudei e Gentili è andata avanti per un po 'di
tempo, anche se il ritmo si è accelerato negli ultimi anni.
Quando
il ghetto era al suo apice nel 17 ° secolo, 5.000 ebrei provenienti
da Italia, Germania, Francia, Spagna e l'Impero Ottomano scavate
piccole, feudi distinti, ognuno mantenendo la propria Sinagoga,
tutti stipati in un acro e un quarto di vicoli e cortili. Confino
era un peso, ma anche fornito l'occasione per lo scambio culturale
senza precedenti nella diaspora. Come Jan Morris, un devoto di Venezia
e una volta residente, scrive in "Il mondo di Venezia,"
la città è stato un "tesoro-box" pieno di
"avorio, spezie, profumi, scimmie, ebano, indaco, schiavi,
grandi galeoni , gli ebrei, i mosaici, brillanti cupole, rubini
e tutte le bellissime materie prime d'Arabia, Cina e le Indie. "
mercanti
e banchieri ebrei erano vitali per il flusso di questi prodotti,
ma, come ha rifiutato di Venezia, la presenza ebraica diminuì.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Venezia ebraico era
ridotto a 1.200 residenti. Oggi, con una popolazione totale della
città si aggirano intorno a 58.000 (in calo da 150.000 prima
della guerra), ci sono circa 450 ebrei veneziani a sinistra, solo
una manciata di loro risiede nel ghetto.
"Così
ora il ghetto è solo un guscio?" Mi sono chiesto ad
alta voce la signora Crepaldi ci ha portato in tutto il campo, su
un ponte, lungo una strada di negozi interessanti dall'aspetto,
e in una più stretta, piazza Grimmer (il Campiello delle
Scuole o "piazzetta delle sinagoghe"), affiancato da due
scuole sefardita.
La
risposta alla mia domanda è stato rivelato all'interno di
uno di questi: il sontuoso Scuola Grande Spagnola (Grande Sinagoga
Spagnola), forse l'opera di Baldassarre Longhena, famoso architetto
di Santa Maria della Salute del 17 ° secolo. Dopo che avevamo
guardato la nostra riempire il soffitto a cassettoni di forma ellittica
e il frontone nero-colonne che incornicia l'arca del patto; dopo
aver allungato il collo di intravedere la balaustra in legno di
ciliegio e pannelli diamante tratteggiato che schermano il matroneo
al piano superiore; dopo che i nostri occhi si erano immersi nel
bagliore d'argento di candelabri e la luce soffusa di vetri di bottiglia
di vetro cremisi-tenda, la signora Crepaldi ha indicato le targhe
di ottone apposte i banchi. "Questi sono i nomi delle famiglie
che pagano di affittare le proprie sezioni panchina," ci ha
detto. "Queste famiglie pregano ancora qui. Questa sinagoga
è usato in estate e in inverno si passa alla Scuola Levantina
perché è riscaldato. La comunità ebraica veneziana
può essere piccolo, ma è ancora forte. "
Calimani
e Sullam - due dei cognomi incise su quelle placche - sono apparsi
in lettere minuscole dal buzzer ho premuto alle 10 del mattino successivo.
Riccardo Calimani, lo storico stimato dell'ebraismo italiano e autore
di un libro sul Ghetto di Venezia, mi aveva dato indicazioni molto
precise per la sua casa fuori dalla Strada Nuova (una rara arteria
rettilinea fornito di negozi ristorazione di più per i residenti
che turisti).
Che
il signor Calimani aveva trascurato di dire nella sua e-mail è
che vive in un palazzo: una luce-bedazzled, impennata soffitti,
Art- e le suite del Rinascimento pieno di libri che si affaccia
sul Canal Grande. Come mi ha introdotto nel suo studio principesco,
l'ampio, urbano Sig Calimani mi ha colpito come una sorta di ultimi
giorni doge ebraica.
"La
famiglia di mio padre è arrivato a Venezia dal nord Italia
nel 1508", ha detto, rallentando il suo italiano verso il basso
per un tempo ho potuto seguire. "Il mio antenato Simone Calimani
è stato autore di una morale Trattato [trattato morale],
stampato nel 18 ° secolo, quando la pubblicazione ebraica era
fiorente qui. Mio nonno era il cantore nella Scuola Levantina, anche
se le nostre radici non sono levantina, ma italiano e tedesco. "La
storia veneziana della famiglia Calimani, mi sono reso conto, coincide
quasi esattamente con la storia del ghetto.
Il
palazzo appartiene alla famiglia di sua moglie, la Sullams, ebrei
spagnoli che si rifugiò a Venezia dopo l'espulsione dalla
penisola iberica alla fine del 15 ° secolo. Sapevo che, dalla
lettura Mr. Calimani "Il Ghetto di Venezia" (1988), che
gli ebrei italiani e tedeschi, il primo e più povero di stabilirsi
a Venezia, era stato consegnato alla vendita di stracci e l'esecuzione
di banchi di pegno, mentre i grandi mercanti di Venezia sono stati
eventuali ritardi dalla Spagna e il Levante.
Con
profumi stuzzicanti che si diffondeva fuori dalla cucina a scomparsa
e la luce vellutata dell'inverno brunitura migliaia di spine in
pelle, ho potuto assaggiare praticamente la storia che aveva reso
possibile questa stanza. Il palazzo può essere straordinaria,
ma la convergenza di correnti cosmopoliti in casa Calimani / Sullam
è tipicamente veneziano.
l'abbandono del ghetto delle loro famiglie è anche tipico.
Non appena il ghetto fu abolito nel 1797, gli ebrei con mezzi fuggiti
i caseggiati grattacieli - i più alti edifici con gli appartamenti
più bassi soffitti di Venezia - per le parti più eleganti
e spaziosi, della città. Ma il ghetto è rimasta l'ancora
della veneziana dell'ebraismo. Dal viaggio in gondola è stato
ritenuto ammissibile di sabato, l'osservatore non ha avuto problemi
galleggiante di nuovo ogni settimana per pregare presso la Scuola
di loro scelta.
Continua
a leggere la storia principale
Oggi, gli ebrei di Venezia, anche se ancora una comunità
orgogliosa (se disperse), sono invisibili. (Il chassidim vestito
di nero che si vede in campo non sono veneziano, ma seguaci del
movimento Chabad-Lubavitch che hanno reinsediato qui da altre parti
d'Europa e negli Stati Uniti.) Mr. Calimani, come ogni Ebreo locale
ho parlato, ha detto si muove unremarked dentro e fuori di ambienti
ebraici. "Il ghetto di Venezia," mi ha detto, "era
sempre più aperto alla città rispetto al ghetto di
Roma, che è stato afflitto da mania di conversione della
chiesa."
La
dispersione della comunità ha avuto l'inaspettato vantaggio
di mandarmi in quartieri sconosciuti nel perseguimento di interviste.
Ero stato a Venezia due volte prima, ma lungi dal crescere abituato
alla sua splendida estraneità, l'ho trovato infinitamente
affascinante solo per infilare il labirinto, e inevitabilmente si
perde in esso, il mio modo di appuntamenti.
Il
Airbnb mia moglie, figlia e ho affittato appena fuori Campo SS.
Giovanni e Paolo - nel cuore di Castello, un quarto ancora quasi-autentico
delle famiglie che lavorano, le scuole, i bar di quartiere e l'ospedale
comunale - è forse mezzo miglio in linea d'aria dal piatto
di Donatella Calabi, un professore di storia urbana che curato la
mostra "Venezia, gli ebrei e l'Europa: 1516 a 2016." Ma
anche se la signora Calabi mi aveva mandato una mappa con le frecce
che indicano il modo in cui, ancora richiesto parecchie incursioni
attraverso il vicino Campo Santa Maria Formosa, prima mi ha colpito
solo su destra "calle" (strada in dialetto veneto).
Non
importa; che mi ha dato più angoli da cui ammirare questa
piazza urbana perfetto con una chiesa imbiancata austera in aumento
al centro e un perimetro di palazzi magnificamente fatiscenti ora
occupata da ristoranti, alberghi, banche e la deliziosa 16 °
secolo casa-museo della Fondazione Querini Stampalia.
Come
ci siamo seduti dalle finestre del suo appartamento all'ultimo piano
a guardare la cupola di San Marco andare grigia contro il crepuscolo
dicembre la signora Calabi ha parlato con l'animazione della venuta
mostra al Palazzo Ducale. "Il ghetto ha fornito un'occasione
incredibile per lo scambio culturale", ha detto, "e la
mostra si concentrerà su quello scambio all'interno del ghetto
di sé, tra il ghetto e la città, e con il resto d'Europa."
Opere compreso di Carpaccio "Predica di Santo Stefano "(omelia
di S. Stefano) in prestito dal Louvre, ricostruzioni virtuali del
ghetto in vari periodi, e libri sacri si evocare la ricca complessità
di questo scambio.
La
signora Calabi è diventato più cupo quando la conversazione
si rivolse al presente. "Studioso rinascimentale Francesco
Sansovino ha scritto che per gli ebrei, Venezia era 'Quasi una vera
terra di Promissione' - praticamente una vera e propria terra promessa",
ha detto. "Ma oggi ebraica di Venezia è una piccola
comunità all'interno di una piccola città. Il 500
° anniversario è un'occasione da non celebrare - non
si dispone di un festival per un ghetto - ma per ricordare. Un tratto
ininterrotta di 500 anni di storia non si ripeta presto ".
Ho
sentito sentimenti simili espresse nel corso della settimana in
una riunione ricco di un gruppo di discussione informale che si
riunisce a intervalli di prendere in considerazione le questioni
attinenti alla veneziana ebraismo. I membri erano riuniti la notte
in una bella casetta su un canale a Cannaregio vicino alla Chiesa
Gesuiti, una pila barocco che presiede un quarto, una volta abitato
da artigiani e artisti (Tiziano e Tintoretto tra di loro). Il mio
italiano, anche se non proprio fino al rapido flusso di idee, è
stato abbastanza buono per registrare la passione e l'erudizione
che questi 30 o giù di lì gli uomini e le donne hanno
portato ad una discussione della loro comunità profondamente
radicata.
Amos
Luzzatto, un veneziano ebraica intellettuale e il passato presidente
stimato della Comunità Ebraica di Venezia, era presente,
e abbiamo chiacchierato per qualche minuto sul piccolo cimitero
ebraico del Lido, la "beit midrash" (sala di studio) che
prende il nome la sua famiglia, che è ancora in uso nel ghetto,
e il libro dal suo famoso antenato rabbino Simchah Luzzatto che
avevo individuato nel Museo ebraico.
Non
ho avuto la possibilità di chiedere al signor Luzzatto come
si sentiva sullo stato del ghetto di oggi, ma come ho preso il mio
viaggio di ritorno a SS. Giovanni e Paolo attraverso vicoli che
echeggiano deserte e più filamenti neri d'acqua, ho pensato
a un commento che aveva fatto in una recente intervista pubblicata
su YouTube: "Il ghetto oggi appartiene alla città di
Venezia - non appartiene agli ebrei. Il ghetto è diventato
parte del panorama di Venezia. "
Il
panorama è stato il suo più incantevole il giorno
ho incontrato il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout, per il
pranzo in campo. Forse era il bagliore di un altro giorno di dicembre
trasparente o l'adrenalina delle vacanze (Hanukkah stava per finire,
Natale ancora una settimana di distanza), ma il campo, che aveva
colpito me come piuttosto abbandonato nei viaggi precedenti, ora
sembrava un palcoscenico in attesa per un gioco. (In realtà,
la produzione di questa estate di "Il Mercante di Venezia"
sarà in scena proprio qui, fa notare Shaul Bassi, docente
presso l'Università di Venezia, che sta guidando la produzione.)
Le
madri hanno spinto passeggini dentro e fuori di ombre proiettate
dalle ghetto bilico "grattacieli". Booted e scarfed veneziani
cliccato loro tacchi attraverso un ponte e scomparve nel trattorie
invitanti che fiancheggiano la fondamenta (banca) del canale Rio
della Misericordia. Un piccolo capannello di turisti aleggiava per
l'ingresso al Museo Ebraico, un affascinante labirinto di camere
con ripieno di oggetti preziosi e libri (e in programma per un importante
restyling nel corso di quest'anno sotto l'egida di Venetian Heritage,
un'organizzazione internazionale dedicata a preservare la città
ricchezze culturali). Ho avuto appena il tempo prima di pranzo di
anatra in un vicolo e sfogliare le eleganti pezzi Judaica in vetro
e oro ad Arte Ebraica Shalom.
L'unica
nota stonata è stata la cabina di polizia di fortuna in fondo
del campo. Anche se non ci sono stati attacchi di qui, la cabina
è aperta tutto il giorno dalla polizia italiana, raramente
visto altrove a Venezia, e la comunità ebraica ha portato
nella sua guardia privata di sicurezza di Israele. La giustapposizione
della polizia armata e le due memoriali dell'Olocausto (una serie
di rilievi in ??bronzo su entrambi i lati della casa di riposo ebraica
che racchiude un lato del campo) è apt. Durante l'occupazione
nazista, circa 250 ebrei veneziani, tra cui la sua amata rabbino
capo Adolfo Ottolenghi, sono stati sequestrati dal ghetto e in altre
parti della città e mandati ad Auschwitz e un campo di concentramento
Trieste. Otto restituiti.
La
conversazione ha toccato solo brevemente sulla Shoah nel corso della
mia piacevole pranzo con il rabbino a Ghimel Garden, il ristorante
kosher popolare che ha aperto di recente accanto alla casa di riposo.
Davide Federici, un giornalista locale, e
lo scultore veneziano Giorgio Bortoli erano presenti, e il rabbino
Bahbout, che è molto apprezzato dopo due anni nella comunità,
sembrava del tutto a suo agio, come il discorso divagare intorno
arte, politica, storia, cinema e cibo .
"Sapevate
sarde in saor" - sardine in agrodolce, un antipasto di inverno
onnipresente a Venezia - "è tipicamente ebraica?"
Il rabbino ha chiesto come il primo turno di piastre apparve accanto
i nostri bicchieri di prosecco. Ero consapevole dell'influenza delle
antiche ricette ebraiche cucina romana, ma non è mai venuto
in mente ci fosse qualcosa di ebraico per il cibo di Venezia, dove
crostacei (non kosher) dati in tanti piatti. Mi piacerebbe anche
mai visto un rabbino ortodosso sorseggiando prosecco.
Con
il tempo la pasta è arrivato, la conversazione si era trasferita
a Project sogno del rabbino: una università ebraica di Venezia.
"La sfida oggi è quella di sostenere la vivacità
della nostra cultura e portarla verso il futuro. ? Quale modo migliore
che con un'università ebraica internazionale "A Venezia
oggi, la conservazione tende a dominare altre preoccupazioni -".
Ma che cosa abbiamo veramente bisogno è di costruire i prossimi
500 anni "
moglie
di origine americana del rabbino, Lenore Rosenberg Bahbout, uniti
a noi per pinza, una confezione parsimonioso di pane raffermo e
spezie. Stavamo ridacchiando su tutte le celebrità (Barbra
Streisand, Donna Karan, Diane von Furstenberg, Barry Diller) i quali
Toto Bergamo Rossi, l'affascinante direttore di Venetian Heritage,
aveva sfruttato per finanziare il progetto di restauro del ghetto.
"E 'meraviglioso", ha detto la signora Bahbout. "Ma
sarebbe ancora più bello se questo denaro potrebbe essere
utilizzato per ripristinare l'anima del ghetto."
Contemplavo
l'anima che Sabato mattina, il mio ultimo a Venezia, presso il servizio
di Shabbat nella Scuola Levantina. L'elevata, santuario fioca era
di circa un quarto, forse 40 uomini sparsi per i banchi che correvano
la lunghezza della stanza tra il bimah massicciamente intagliato
e l'arca rosso-tende del patto, con 15 o giù di lì
le donne peering giù a noi da la galleria al piano superiore.
Ero
stato a Venezia meno di una settimana, ma già ho riconosciuto
i volti - Paolo Gnignati, l'attuale presidente della comunità
ebraica; Elly, la guardia di sicurezza israeliana reggette che avevano
messo in guardia "No cellulari - sono ortodossi!" Prima
di avermi permesso di entrare nella sinagoga; e, naturalmente, il
rabbino Bahbout, distinto ed elegante nei suoi fedora mentre cantava
la liturgia sefardita.
Ogni
veneziano ho parlato, Ebreo e Gentile allo stesso modo, avevano
espresso profondo pessimismo circa il futuro della città.
Ma, come mi sono seduto in questo spazio sacro nella silenziosa,
città Carless, ascoltando le preghiere ebraiche e mormorio
italiana, mi sono sentito rassicurato, non scoraggiato, dal titolo
di tempo. Dal momento che il ghetto è stato stabilito in
primo luogo, dogi, principi mercanti, Shylock, Napoleone, gli austriaci,
i nazisti sono andati e venuti (e nel caso di Shylock, torneranno
presto). Attraverso quel mezzo millennio di storia, gli ebrei hanno
raccolto nelle mattine di sabato come questo alla cuspide serena
dell'inverno per pregare e pettegolezzi nel ghetto di Venezia.
SE
VAI
Il
sito web della Comunità Ebraica di Venezia, veniceghetto500.org/?lang=en,
ha le ultime informazioni sugli eventi in programma per l'anno anniversario.
Il Venetian Heritage Consiglio, vh-council.org, è responsabile
della venuta restauro del Museo ebraico e le sinagoghe del ghetto.
"Venezia,
gli ebrei e l'Europa: 1516-2016" sarà in mostra a Palazzo
Ducale (veniceghetto500.org/la-mostra/?lang=en, Piazza San Marco)
dal 19 giugno al 13 novembre I biglietti sono 19 euro (circa $ 20)
e può essere acquistato on-line.
"Il
mercante di Venezia" sarà eseguito all'aperto in Campo
di Ghetto Nuovo, il 26 luglio, 27, 28, 29, e 31, con una data di
pioggia su agosto 1. La produzione, in lingua inglese, che viene
messo in scena attraverso una partnership tra compagnia de 'compagnia
teatrale Colombari (colombari.org/#!home/c1pbl) e Università
Ca'Foscari di Venezia. Per biglietti e ulteriori informazioni, vedere
themerchantinvenice.org.
Il
Museo Ebraico di Venezia è aperta 10:00-05:30 01-31 ottobre
maggio e fino 19:00 dal 1 giugno al 30 settembre visite guidate
oraria delle sinagoghe (in inglese e italiano) iniziano alle 10:30
(ingresso al museo è di € 4; museo e visita sinagoga
è di € 10). Il museo offre anche visite del cimitero
ebraico del Lido, con prenotazione anticipata. Chiuso il sabato
e festività ebraiche. Per ulteriori informazioni, museoebraico.it/english/museo.html.
Il
Kosher nel sito web di Venezia, kosherinvenice.com, elenca ristoranti
kosher, alberghi e negozi di alimentari nel ghetto, tra cui Ristorante
Ghimel Garden, la recente apertura pensione Giardino dei Melograni,
e Panificio Volpe Giovanni, una panetteria e generi alimentari.
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500
Years of Jewish - Life in Venice
A journey into one of the worlds oldest Jewish ghettos,
where this year a long, rich history is commemorated.
By
DAVID LASKINMARCH 9, 2016
Though
you can still see the recesses in the walls where the hinges of
the portals once hung, the Venice ghetto has not been a prison
since Napoleon seized the city and tore down the gates in 1797.
Today, no barrier or signpost marks where Venice ends and its
ghetto begins. Cross a canal on an arched bridge, duck through
a sottoportego (an alley tunneling through a building), disappear
down a vent in the urban fabric you come and go just like
everywhere else in the maze of this island city.
But
linger long enough in the Campo di Ghetto Nuovo, the generous,
frayed, tree-flecked plaza that anchors this corner of Cannaregio
(the quiet northwest quadrant of the city) and youll feel
the wall of the past closing in. Half a millennium of history
does not transpire without stamping the soul of a place.
Established
by decree of Doge Leonardo Loredan on March 29, 1516, the Venice
ghetto was one of the first places where people were forcibly
segregated and surveilled because of religious difference. The
term itself originated here; the area had been used as a foundry
(geto in Venice dialect) and over time the neighborhoods
polyglot residents corrupted the word to ghetto.
I
traveled to La Serenissima in December to see how the city was
gearing up for the anniversary of the establishment of the ghetto.
A major exhibition called Venice, the Jews and Europe: 1516
to 2016 (on view from June 19 to Nov. 13) was being planned
for the Ducal Palace, and during the last week of July, Shakespeares
Merchant of Venice will be staged (in English) for
the first time in the confines where its most hallucinatory scenes
take place. Venice being Venice, there will also be glittering
parties, celebrity-filled fund-raisers and fancy dress galas,
starting with the invitation-only performance of Mahlers
First Symphony at La Fenice opera house on March 29.
But
in the course of my visit, what I became most curious about was
the mood of the current Jewish community of 450 people. Venice
is such an impossibly beautiful fantasy, it seems astonishing
that ordinary people, Jews among them, actually live there. How,
I wondered, did deep-rooted Jewish families feel about their past
and future in this ancient, vulnerable city?
My first answer came inside the humble, rectangular sanctuary
of the circa-1532 Scuola Canton, one of five synagogues still
standing in the ghetto. The synagogues are open to the public
only as part of guided tours offered by the Jewish Museum of Venice,
and that morning just three of us (two other Americans and I)
had signed up for the 10:30 tour in English. We were standing
with our guide, Silvia Crepaldi, admiring the golden spiraling
tree-trunk columns that support the arch over the bimah (podium),
when the subject of rising sea levels came up.
The
city will be empty before it sinks, Ms. Crepaldi said ruefully.
Venice is shrinking before our eyes.
The
urban exodus of both Jews and gentiles has been going on for some
time, though the pace has accelerated in recent years.
When
the ghetto was at its height in the 17th century, 5,000 Jews from
Italy, Germany, France, Spain and the Ottoman Empire carved out
tiny, distinct fiefs, each maintaining its own synagogue, all
of them crammed into an acre and a quarter of alleys and courtyards.
Confinement was a burden, but it also provided an opportunity
for cultural exchange unparalleled in the diaspora. As Jan Morris,
a Venice devotee and one-time resident, writes in The World
of Venice, the city was a treasure-box full
of ivory, spices, scents, apes, ebony, indigo, slaves, great
galleons, Jews, mosaics, shining domes, rubies, and all the gorgeous
commodities of Arabia, China and the Indies.
Jewish
merchants and bankers were vital to the flow of these commodities,
but as Venice declined, the Jewish presence dwindled. By the outbreak
of the Second World War, Jewish Venice had shrunk to 1,200 residents.
Today, with the citys total population hovering around 58,000
(down from 150,000 before the war), there are about 450 Venetian
Jews left, only a handful of them residing in the ghetto.
So
now the ghetto is just a shell? I wondered aloud as Ms.
Crepaldi led us across the campo, over a bridge, down a street
of intriguing-looking shops, and into a tighter, grimmer square
(the Campiello delle Scuole or little square of the synagogues),
flanked by the two Sephardic scuole.
The
answer to my question was revealed inside one of these: the sumptuous
Scuola Grande Spagnola (Great Spanish Synagogue), possibly the
work of Baldassare Longhena, the renowned 17th-century architect
of Santa Maria della Salute. After we had gazed our fill at the
elliptical coffered ceiling and the black-columned pediment that
frames the ark of the covenant; after we had craned our necks
to glimpse the cherry wood balustrade and diamond-hatched panels
that screen the upstairs womens gallery; after our eyes
had bathed in the silver gleam of candelabra and the soft glow
of crimson-curtained bottle-glass window panes, Ms. Crepaldi pointed
to the brass plaques affixed to the pews. These are the
names of families who pay to rent their own bench sections,
she told us. These families still pray here. This synagogue
is used in summer, and in winter they switch to the Scuola Levantina
because its heated. The Venetian Jewish community may be
small, but its still strong.
Calimani
and Sullam two of the surnames inscribed on those plaques
appeared in tiny letters by the buzzer I pressed at 10
oclock the next morning. Riccardo Calimani, the esteemed
historian of Italian Jewry and the author of a book about the
Venetian ghetto, had given me very precise directions to his home
off the Strada Nuova (a rare rectilinear thoroughfare stocked
with shops catering more to residents than tourists).
What
Mr. Calimani had neglected to say in his email is that he lives
in a palace: a light-bedazzled, soaring-ceilinged, art- and book-lined
Renaissance suite overlooking the Grand Canal. As he ushered me
into his princely study, the ample, urbane Mr. Calimani struck
me as a kind of latter-day Jewish doge.
My
fathers family arrived in Venice from the north of Italy
in 1508, he said, slowing his Italian down to a tempo I
could follow. My ancestor Simone Calimani was the author
of a trattato morale [moral treatise], printed in the 18th century
when Jewish publishing was flourishing here. My grandfather was
the cantor in the Scuola Levantina, even though our roots are
not Levantine but Italian and German. The Venetian history
of the Calimani family, I realized, coincides almost exactly with
the history of the ghetto.
The
palace belongs to his wifes family, the Sullams, Spanish
Jews who took refuge in Venice after the expulsion from the Iberian
Peninsula at the end of the 15th century. I knew, from reading
Mr. Calimanis The Ghetto of Venice (1988), that
Italian and German Jews, the first and poorest to settle in Venice,
had been consigned to selling rags and running pawnshops, while
the great merchants of Venice were later arrivals from Spain and
the Levant.
With
tantalizing fragrances wafting out of the hidden kitchen and the
velvety light of winter burnishing thousands of leather spines,
I could practically taste the history that had made this room
possible. The palace may be extraordinary, but the convergence
of cosmopolitan currents in the Calimani/Sullam household is quintessentially
Venetian.
Their families abandonment of the ghetto is also typical.
As soon as the ghetto was abolished in 1797, Jews with means fled
the high-rise tenements the tallest buildings with the
lowest-ceilinged apartments in Venice for more elegant,
and spacious, parts of the city. But the ghetto remained the anchor
of Venetian Jewry. Since travel by gondola was deemed permissible
on the Sabbath, the observant had no trouble floating back each
week to pray at the scuola of their choice.
Continue
reading the main story
Today, the Jews of Venice, though still a proud (if dispersed)
community, are invisible. (The black-garbed Hasids you see in
the campo are not Venetian but followers of the Chabad-Lubavitch
movement who have resettled here from other parts of Europe and
the United States.) Mr. Calimani, like every local Jew I spoke
to, said he moves unremarked in and out of Jewish circles. The
Venice ghetto, he told me, was always more open to
the city than the Roman ghetto, which was beset by the conversion
mania of the church.
The
dispersal of the community had the unexpected benefit of sending
me into unfamiliar neighborhoods in pursuit of interviews. I had
been in Venice twice before, but far from growing accustomed to
its gorgeous strangeness, I found it endlessly fascinating just
to thread the maze, and inevitably get lost in it, on my way to
appointments.
The
Airbnb my wife, daughter and I rented just off Campo SS. Giovanni
e Paolo the heart of Castello, a still quasi-authentic
quarter of working families, schools, neighborhood bars and the
municipal hospital is perhaps half a mile as the crow flies
from the flat of Donatella Calabi, a professor of urban history
who curated the exhibition Venice, the Jews and Europe:
1516 to 2016. But even though Ms. Calabi had emailed me
a map with arrows pointing the way, it still required several
forays across the nearby Campo Santa Maria Formosa before I hit
on just the right calle (street in the Venetian dialect).
No
matter; it just gave me more angles from which to admire this
perfect urban plaza with an austere whitewashed church rising
in the center and a perimeter of magnificently crumbling palaces
now occupied by restaurants, hotels, banks and the delightful
16th-century house-museum of the Fondazione Querini Stampalia.
As
we sat by the windows of her top-floor apartment watching the
dome of San Marco go gray against the December dusk, Ms. Calabi
spoke with animation of the coming exhibition at the Ducal Palace.
The ghetto provided an incredible occasion for cultural
exchange she said, and the exhibit will focus on that
exchange within the ghetto itself, between the ghetto and the
city, and with the rest of Europe. Artworks including Carpaccios
Predica di Santo Stefano (St. Stephens sermon)
on loan from the Louvre, virtual reconstructions of the ghetto
in various periods, and sacred books will conjure up the rich
complexity of this exchange.
Ms.
Calabi became more somber when the conversation turned to the
present. Renaissance scholar Francesco Sansovino wrote that
for the Jews, Venice was quasi una vera terra di promissione
practically a true promised land, she said. But
today Jewish Venice is a small community within a small city.
The 500th anniversary is an occasion not to celebrate you
dont have a festival for a ghetto but to commemorate.
An unbroken stretch of 500 years of history will not happen again
soon.
I
heard similar sentiments voiced later in the week at a packed
meeting of an informal discussion group that gathers at intervals
to consider issues pertinent to Venetian Jewry. The members had
assembled that night in a pretty little house on a canal in Cannaregio
near the Gesuiti Church, a Baroque pile that presides over a quarter
once inhabited by artisans and artists (Titian and Tintoretto
among them). My Italian, though not quite up to the rapid flow
of ideas, was good enough to register the passion and erudition
that these 30 or so men and women brought to a discussion of their
deeply rooted community.
Amos
Luzzatto, an esteemed Venetian-Jewish intellectual and the past
president of the Jewish Community of Venice, was present, and
we chatted for a few minutes about the small Jewish cemetery on
the Lido, the beit midrash (study room) named for
his family that is still in use in the ghetto, and the book by
his renowned ancestor Rabbi Simchah Luzzatto that I had spotted
in the Jewish Museum.
I
didnt have a chance to ask Mr. Luzzatto how he felt about
the state of the ghetto today, but as I picked my way back to
SS. Giovanni e Paolo through deserted echoing alleys and over
black filaments of water, I thought of a comment he had made in
a recent interview posted on YouTube: The ghetto today belongs
to the city of Venice it does not belong to the Jews. The
ghetto has become part of the panorama of Venice.
The
panorama was its most ravishing the day I met Venices head
rabbi, Scialom Bahbout, for lunch in the campo. Maybe it was the
dazzle of another clear December day or the adrenaline of the
holidays (Hanukkah was ending, Christmas still a week away), but
the campo, which had struck me as rather forlorn on prior trips,
now looked like a stage set waiting for a play. (In fact, this
summers production of The Merchant of Venice
will be staged right here, notes Shaul Bassi, a professor at the
University of Venice who is spearheading the production.)
Mothers
pushed strollers in and out of shadows cast by the teetering ghetto
skyscrapers. Booted and scarfed Venetians clicked
their heels across a bridge and disappeared into the inviting
trattorias that line the fondamenta (bank) of the Rio della Misericordia
canal. A small knot of tourists hovered by the entrance to the
Jewish Museum, a charming warren of rooms stuffed with precious
objects and books (and slated for a major makeover later this
year under the aegis of Venetian Heritage, an international organization
dedicated to preserving the citys cultural riches). I had
just enough time before lunch to duck down an alley and browse
the elegant Judaica pieces in glass and gold at Arte Ebraica Shalom.
The
one jarring note was the makeshift police booth at the far end
of the campo. Though there have been no attacks here, the booth
is staffed around the clock by Italian police, rarely seen elsewhere
in Venice, and the Jewish community has brought in its own private
Israeli security guard. The juxtaposition of the armed police
and the two Holocaust memorials (a series of bronze reliefs on
either side of the Jewish old-age home that encloses one side
of the campo) is apt. During the Nazi occupation, some 250 Venetian
Jews, including its beloved chief rabbi Adolfo Ottolenghi, were
seized from the ghetto and elsewhere in the city and sent to Auschwitz
and a Trieste concentration camp. Eight returned.
The
conversation touched only briefly on the Holocaust in the course
of my leisurely lunch with the rabbi at Ghimel Garden, the popular
kosher restaurant that opened recently beside the old-age home.
Davide Federici, a local journalist,
and the Venetian sculptor Giorgio Bortoli were present, and Rabbi
Bahbout, who is highly regarded after two years in the community,
seemed entirely in his element as the talk rambled around art,
politics, history, cinema and food.
Did
you know sarde in saor sweet and sour sardines, a
ubiquitous winter appetizer in Venice is typically
Jewish? the rabbi asked as the first round of plates appeared
beside our glasses of prosecco. I was aware of the influence of
ancient Jewish recipes on Roman cuisine, but it never occurred
to me there was anything Jewish about the food of Venice, where
shellfish (not kosher) figures in so many dishes. Id also
never seen an Orthodox rabbi sipping prosecco.
By
the time the pasta arrived, the conversation had moved on to the
rabbis dream project: a Jewish university in Venice. The
challenge today is to sustain the vivacity of our culture and
carry it into the future. What better way than with an international
Jewish university? In Venice today, conservation tends to
dominate other concerns but what we really need is
to construct the next 500 years.
The
rabbis American-born wife, Lenore Rosenberg Bahbout, joined
us for pinza, a thrifty confection of stale bread and spice. We
were chuckling about all the celebrities (Barbra Streisand, Donna
Karan, Diane von Furstenberg, Barry Diller) whom Toto Bergamo
Rossi, the charming director of Venetian Heritage, had tapped
to fund the ghetto restoration project. Its wonderful,
said Mrs. Bahbout. But it would be even more wonderful if
this money could be used to restore the soul of the ghetto.
I
contemplated the soul that Saturday morning, my last in Venice,
at the Shabbat service in the Scuola Levantina. The high, dim
sanctuary was about a quarter full, perhaps 40 men scattered around
the benches that ran the length of the room between the massively
carved bimah and the red-curtained ark of the covenant, with 15
or so women peering down at us from the upstairs gallery.
Id
been in Venice less than a week, but already I recognized faces
Paolo Gnignati, the current president of the Jewish community;
Elly, the strapping Israeli security guard who had warned no
cellphones theyre Orthodox! before letting
me enter the synagogue; and of course Rabbi Bahbout, distinguished
and elegant in his fedora as he chanted the Sephardic liturgy.
Every
Venetian I spoke to, Jew and gentile alike, had expressed deep
pessimism about the citys future. But as I sat in this sacred
space in the hushed, carless city, listening to the Hebrew prayers
and Italian murmur, I felt reassured, not discouraged, by the
evidence of time. Since the ghetto was first established, doges,
merchant princes, Shylock, Napoleon, the Austrians, the Nazis
have come and gone (and in Shylocks case, will soon return).
Through that half-millennium of history, Jews have gathered on
Sabbath mornings like this one at the serene cusp of winter to
pray and gossip in the Venice ghetto.
IF
YOU GO
The
website of the Jewish Community of Venice, veniceghetto500.org/?lang=en,
has the latest information about events planned for the anniversary
year. The Venetian Heritage Council, vh-council.org, is in charge
of the coming restoration of the Jewish Museum and the ghetto
synagogues.
Venice,
the Jews and Europe: 1516 to 2016 will be on view at the
Ducal Palace (veniceghetto500.org/la-mostra/?lang=en, Piazza San
Marco) from June 19 to Nov. 13. Tickets are 19 euros (about $20)
and can be purchased online.
The
Merchant of Venice will be performed outdoors in the Campo
di Ghetto Nuovo on July 26, 27, 28, 29, and 31, with a rain date
on Aug. 1. The production, in English, is being staged through
a partnership between Compagnia de Colombari theater company
(colombari.org/#!home/c1pbl) and CaFoscari University of
Venice. For tickets and further information, see themerchantinvenice.org.
The
Jewish Museum of Venice is open from 10 a.m. to 5:30 p.m. Oct.
1 to May 31 and until 7 p.m. from June 1 to Sept. 30. Hourly guided
tours of the synagogues (in Italian and English) start at 10:30
( museum admission is €4; museum and synagogue tour is €10).
The museum also offers tours of the Jewish cemetery on the Lido,
with advance booking. Closed Saturdays and Jewish holidays. For
more information, museoebraico.it/english/museo.html.
The
Kosher in Venice website, kosherinvenice.com, lists kosher restaurants,
hotels and food shops in the ghetto, including Ristorante Ghimel
Garden, the recently opened Giardino dei Melograni guesthouse,
and Panificio Volpe Giovanni, a bakery and grocery.
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2015
![](2015%20-%20Il%20Gazzettino%20-%20ven%2011%20sett%202015%20x%20150.jpg)
Il Gazzettino
ven 11 sett 2015
![](2015%20-%20La%20Nuova%20-%20merc%2016%20sett%202015%20x150.jpg)
La
Nuova
merc 16 sett 2015
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72a
Mostra internazionale d'arte cinematografica - Biennale
Cinema di Venezia--
Incontro
sul tema "Cinema beyond the Ghetto" e
consegna del Premio,
giunto alla sua XXII Edizione
- "Una Vita nel Cinema". L'iniziativa
apre il Progetto triennale VENICE BEYOND THE GHETTO.
72nd
International Film Festival - Biennale Cinema di Venezia - Meeting
on the theme "Cinema beyond the Ghetto" and awarding of
the Prize, now in its XXII Edition
"A Life in the Cinema" - The initiative opens the three-year
project VENICE BEYOND THE GHETTO.
Partecipanti
/ Participants:
Scialom Bahbout, Rabbino / Rabbi;
Marco Bellocchio, Regista /
Director;
Giovanni de Luca, Direttore
Generale della Sede RAI del Veneto / General
Director of the RAI Headquarters of the Veneto;
Roberto
Ellero,
Dirigente Settore Cinema del Comune di Venezia / Director
of the Cinema Sector of the Municipality of Venice;
Giorgio Ginori, ideatore, realizzatore
e direttore dell'evento L'Isola del Cinema sull'Isola Tiberina a
Roma, nel 2011 ha creato la Società di produzione Maiora
Film per sviluppare idee, soggetti e sceneggiature cinematografiche
e televisive dalla parte del cinema giovane / creator,
creator and director of the event L'Isola del Cinema on the Tiber
Island in Rome, in 2011 he created the production company Maiora
Film to develop ideas, films and television screenplays on the side
of young cinema;
Carlo
Lavagna,
Regista / Director;
Tommaso Bertani, Produttore
del Film "Arianna" / Producer
of the "Arianna" Film.
Premiati
/ Reward
yourself:
Marco
Bellocchio,
per la sua carriera e per la proposta culturale dei suoi film che
in estrema sintesi possiamo definire "contro e oltre"
/ for
his career and for the cultural proposal of his films that in extreme
synthesis we can define "against and beyond";
Carlo
Lavagna, Regista e Tommaso Bertani,
Produttore del Film "Arianna", due giovani promesse che
hanno trattato una "tipologia di ghetto", mettendo in
scena il tema dell'ermafroditismo e mostrando il limite che il potere
esercita nei confronti di chi, consapevolmente o meno, lo minaccia
/ Director
and Tommaso Bertani, Producer of the
"Arianna" Film, two promising youngsters who have treated
a "ghetto typology", staging the theme of hermaphroditism
and showing the limit that power has on those who, knowingly or
not, it threatens him;
Giorgio Ginori, per aver dedicato
con successo la sua vita alla diffusione del cinema di qualità
/ for
having successfully dedicated his life to the diffusion of quality
cinema.
Con
il Patrocinio della Regione del Veneto
e del Comune di Venezia - I
premi sono stati consegnati nella giornata di domenica 9 settembre
2015, ore 20,00, presso la sala della Regione del Veneto all'interno
dell'Hotel Excelsior / With
the Patronage of the Veneto Region and the Municipality of
Venice - The awards were presented on Sunday 9 September 2015, at
20.00, at the Veneto Region hall inside the Hotel Excelsior.
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2014
![](2014%20-%20Il%20Gazzettino%20-%207%20dic%20bis%20x150.jpg)
Premiazione
di Gabriella Straffi con una scultura del Maestro Bortoli rappresentante
una Fenice
Awarding
of Gabriella Straffi with a sculpture by Maestro Bortoli representing
a Phoenix
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IL
GAZZETTINO
- Domenica 7 dicembre 2014
Agenti
Penitenziari
Premiazione
al Colombo
L'Associazione
Nazionale Polizia Penitenziaria di Venezia, ha organizzato al ristorante
"Al Colombo", un pranzo di Natale con la premiazione di
alcuni rappresentanti Anppe e dell'Amministrazione Penitenziaria
come Gabriella Straffi (nella foto).
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IL
GAZZETTINO
- Sunday 7 December 2014
Prison
Agents
Award ceremony at the Colombo
The
National Penitentiary Police Association of Venice organized a Christmas
lunch at the "Al Colombo" restaurant with the awarding
of some Anppe representatives and the Penitentiary Administration,
such as Gabriella Straffi (pictured).
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![](2014%20-%20Fenice%20per%20la%20rinascita%20x150.jpg)
La
Fenice in bronzo, creata dal Maestro Giorgio Bortoli
The bronze Phoenix, created by Maestro Giorgio
Bortoli
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2014
![](2014%20maggio-giugno%20-%20Overt%20Art%20copertina%20x150.jpg)
Copertina del periodico
d'arte - n. 3 maggio-giugno 2014
Cover of the art magazine - n. 3 May-June
2014
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![](2014%20maggio-giugno%20-%20Overt%20Art%20interno%20x150.jpg)
la pagina relativa allo
Scultore Giorgio Bortoli
the page about the Sculptor Giorgio Bortoli
|
Il
Maestro Giorgio Bortoli, é inserito tra le pagine del prestigioso
periodico bimestrale d'arte e cultura
"Over
Art "
diretto
da Sandro Serrradifalco
N.
3 maggio-giugno 2014
EA
Editore
|
The
Maestro Giorgio Bortoli, is inserted among the pages of the prestigious
bimonthly periodical of art and culture
"Over
Art"
directed
by Sandro Serrradifalco
N.
3 May-June 2014
EA
Publisher
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![](2011-06%20compassione%2008%20-%20x150.jpg)
particolare
della scultura illustrata, Compassione 2011 - bronzo e acciaio -
cm 100 x 60
(l'opera fa parte della collezione d'arte dell'Ufficio delle Nazioni
Unite di Ginevra)
detail of the illustrated sculpture, Compassion
2011 - bronze and steel - cm 100 x 60
(the work is part of the art collection of the United Nations Office
in Geneva
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2014
![](2014%20-%20protagonisti%20dell%27arte%20x150.jpg)
Copertina del Cataogo 2014
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![](2014%20-%20protagonisti%20dell%27arte%20-%20Leone%20x150.jpg)
la pagina relativa
allo Scultore Giorgio Bortoli
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![](2013%20leone%20moeca%20x150.jpg)
particolare della scultura illustrata, Leone in Moeca
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Il Maestro Giorgio
Bortoli, é inserito
tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte
"PROTAGONISTI
DELL'ARTE 2014"
Dal XIX secolo
ad oggi
La Scultura - a cura di Paolo Levi
EA Editore - Palermo
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2013
![](2013%20Polizia%20penitenziaria%20al%20Patriarca%20foto%20x%20150.jpg)
Il maestro Giorgio Bortoli con il Monsignor Francesco Moraglia
Maestro Giorgio Bortoli with Monsignor Francesco
Moraglia
![](2013%20leone%20moeca%20x150.jpg)
Il
Leone in Moeca , realizzato da Giorgio Bortoli, offerto in dono
al Mons. Moraglia
Il Leone in Moeca , realizzato da Giorgio
Bortoli, offerto in dono al Mons. Moraglia
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Venezia,
primi giorni di ottobre 2013
Una rappresentanza dell'Associazione Nazionale Polizia
Penitenziaria (ANPPE) ha incontrato il Patriarca di Venezia Francesco
Moraglia.
Al Mons. Moraglia è stata regalata una scultura realizzata
dal maestro Giorgio Bortoli, un "Leone in moeca" con croce,
simbolo di pace.
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Venice,
early
October 2013
A
representative of the National Prison Police Association (ANPPE)
met the Patriarch of Venice Francesco Moraglia.
A sculpture made by the master Giorgio Bortoli, a "Leone in
moeca" with cross, symbol of peace, was presented to Bishop
Moraglia.
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![](2013%20Polizia%20penitenziaria%20al%20Patriarca%20x%20150.jpg)
L'articolo
dell'evento,
pubblicato sulla rivista dell'ANPPE, n. 9, mese di settembre/ottobre
2013
The
event article, published in the ANPPE magazine, n. 9, September
/ October 2013
![](2013%20Il%20Gazzettino%202013-10-18%20polizia%20penitenziaria%20x%20150.jpg)
L'articolo apparso su Il Gazzettino del 18 ottobre 2013
The article appeared in Il Gazzettino on
October 18, 2013
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2013
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Il
Poliziotto Penitenziario
anno
III, n. 8, luglio-agosto 2013
Pubblicate
nella rivista alcune opere del Maestro Giorgio Bortoli, pag. 8
e 12, riquadri in basso a sinistra
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2013
![](2013%20La%20Nuova%20dom%202%20giugno%202013%20-%20Leone%20x%20150.jpg)
La
Nuova - Domenica 2 giugno 2013
![](2013-07-09%20mart%20IL%20GAZZETTINO%20-%20Leone%20con%20croce%20x150.jpg)
Il
Gazzettino - Martedì 9 luglio 2013
![](2013%20dom%202%20giugno%20-%20Leone%20x%20150.jpg)
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La
Performance dell'Artista Giorgio Bortoli
Con
un Leone Marciano Alato,
sbarca davanti ai giardini durante l'inaugurazione
della Biennale Arti Visive di Venezia
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2013
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IL
GAZZETTINO -
Giovedì 3 gennaio 2013
Un'opera
d'arte per il Papa
(T.B.)
Una scultura con la croce in bronzo, che riproduce la Madonna
Nicopeja della Basilica di San Marco, è stata donata al
Papa dall'Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria, per iniziativa
del prsidente di Venezia, Vitantonio Petrelli.
La pregevole opera, dello scultore veneziano Giorgio Bortoli,
è stata consegnata personalmente a Benedetto XVI dal vice
capo dell'Associazione penitenziaria, Simonetta Matone.
L'opera è contraddistinta dall'insegna araldica della sezione
di Venezia dell'Associazione.
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2012
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L'ARENA
- sabato 22 dicembre 2012
CALDIERO.
Via vai di persone in via Fermi - Padre Ildefonso richiama i fedeli
alla sua statua
Soddisfazione per la famiglia e per l'autore dell'opera in bronzo
È
stata posta da poco in via Fermi a Caldiero e già sono
numerose le persone che hanno fatto visita, offermandosi in preghiera,
alla statua bronzea che raffigura padre Ildefonso Corrà,
l'angelo dei Balcani.
A forgiare questi due quintali di bronzo è stato il maestro
veneziano Giorgio Borboli, artista noto alivello internazionale
anche per aver realizzato un busto in bronzo di Maria Callas a
Monaco di Baviera.
"Avevo poche foto di padre Ilde per realizzare l'opera",
spiega Bortoli, "ma lo ricordo quando era Venezia nel convento
di San Francesco della Vigna di certo è stato lui dall'alto
a darmi lìspirazione". È soddisfatto l'artista
sopratutto del fatto che la gente che ha conosciuto padre Corrà
davanti alla statua del frate Zingaro dica "L'è proprio
lu'". Intatti Borboli lo ha ritrattato com'era con il saio
un posgualcito, lo sguardo penetrante e quel dito ammonitore che
ha una sua ragion d'esserg come spiega Umberto Corrò fratello
di padre Ildefonso: "È li a indicare la via giusta,
a esortare a riflettere sul proprio operato, a ricordare a chi
vive nell'agio che lui ha visto con i suoi occhi dove c'è
il bisogno".
"Ho unaf oto in cui pure mia madre ha l'indice alzato",
racconta Umberto "ricordo che, durante un diverbio le dissi
che di me, che da Caldiero ero stato mandato a Malcesine, non
importava a nessuno. Lei mi prese la mano e mi chiese quale delle
cinque dita sarei stato disposto a farmi tagliare. Attonito risposi
nessuna e lei replico: E tu pensi che io mi sarei privata di uno
dei miei figli se non fosse stato per il suo bene? Ho trasmesso
a Bortoli tutti questi aspetti", conclude Umberto, "Affinchè
potesse trovare la giusta espressione della figura". Ad attestare
che il maestro veneziano ci sia riuscito sono le persone che davanti
alla statua sussurrano: "Sembra che ci veda e ci parli come
faceva un tempo". M.R.
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2012
![](2012%20una%20vita%20nel%20cinema%20-%20La%20Nuova%20ven%2019%20ott%202012%20x150.jpg)
La Nuova venerdì
19 ottobre 2012 - Premio
"Una vita per il Cinema"
Inaugurato
il nuovo bar-caffetteria Marchini Movie, all'interno del nuovo
complesso Cinema Rossini. Nel locale, le gigantografie dei mitici
film girati a Venezia incise su lastre in acciaio inox e pellicole
specchiate che avvolgono le colonne del bar, realizzate dallo
scultore Giorgio Bortoli. Per festeggiare la famiglia Vio ha organizzato
il premio "una vita per il cinema", assegnato quest'anno
alla ditta Finross di Savio-Maritan che ha restaurato il cinema,
alla giornalista Chiara Pavan e al compositore Pino Donaggio.
![](2012%20una%20vita%20nel%20cinema%20-%20Il%20Gazzettino%20giov%2018%20ott%202012%20x150.jpg)
IL
GAZZETTINO Giovedì
18 ottobre 2012
"Una vita nel Cinema",
premiata Chiara Pavan
Nei
giorni scorsi è stato consegnato il tradizionale premio
"Una vitanel cinema" Realizzato dallo scultore Girgio
Bortoli.
Tra i premiati di quest'anno anche la giornalista del Gazzettino
Chiara Pavan, "per la competenza unita alla passione costruttiva
di chi è immerso totalmente nella sasta dimensione, il
cinema".
![](2012%20una%20vita%20nel%20cinema%20-%20scultura%20x150.jpg)
Uno
dei premi realizzati dal maestro Giorgio Bortioli
![](2012%20una%20vita%20nel%20cinema%20Pino%20Donaggio%20x150.jpg)
Consegna
del Premio a Pino Donaggio
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Il
GAZZETTINO mart 11 dicembre
2012
Consegnato
a Pino Donaggio il premio "Una vita nel cinema" - Se la
colonna sonora è come una sinfonia
VENEZIA
- È il secondo premio alla cariera che riceve quest'anno,
ma ad appendere penna e spartiti al chiodo non ci pensa minimamente,
anzi non ha mai lavorato così tanto come in questi ultimi
tempi.
Il musicista e compositore Pino Donaggio, 71 anni, dopo aver ottenuto
in Belgio il prestigioso "Lifetime Achievement Award",
ovvero il Premio alla carriera, nell'ambito dei "World Soundtrack
Awards", ieri ha ricevuto negli spazi del cinema Rossini il
premio "Una vita nel cinema", ideato dallo scultore Giorgio
Bortoli.
Nativo di Burano, Donaggio risiede ancora a Venezia - nel sestiere
di Cannaregio - e crea le musiche di film e fiction nel suo studio,
affacciato sul Canal Grande, a due passi dalla basilica della Salute.
"I canali, la laguna mi ispirano - spiega il famoso compositore
- Non potrei mai lasciare Venezia, qui ho iniziato a comporre le
musiche del mio primo film "A Venezia... un dicembre rosso
shocking", mi porta fortuna.
Ora è un po' rovinata dai turisti ma è sempre la nostra
bella città".
In trent'anni di attività ha composto 210 colonne sonore
di film e fiction, in quella che considera la sua terza carriera,
dopo quella del musicista e del cantautore. "Iniziai studiando
al conservatorio prima di Venezia e poi di Milano.
Ero solista di violino e ho suonato coi Solisti Veneti e con Claudio
Abbado e i Solisti di Milano.
Quindi passai a scrivere canzoni e a provarle con mio padre. Ne
proposi una a Mina e finii al festival di Sanremo all'età
di 19 anni e mezzo con "Come sinfonia".
Ricordo l'entusiasmo del successo, i primi dischi, i miei dieci
festival di Sanremo". "Dopo vent'anni esatti dallo psycho-thriller
"Doppia personalità" ("I Raising Cain")
- spiega Donaggio - ho ripreso con piacere la mia collaborazione,
con il regista Brian De Palma per il suo nuovo film "Passion",
presentato al Festival del cinema veneziano, che uscirà a
febbraio. Mi piace musicare thriller, mi permette di sperimentare
musica moderna, cosa che non posso fare con le fiction come "Don
Matteo", "Rossella", "Un passo dal cielo",
"Ho sposato uno sbirro" o "Provaci ancora prof".
Proprio in questi giorni sto preparando le colonne sonore di tre
fiction ("Don Matteo 9", "Rossella 2" e "Provaci
ancora prof 5"), ma sono i film la mia passione: dopo "Cesare
Mori - ll prefetto di ferro", ho in programma un nuovo film
del regista Don Mancini e un film olandese e sto terminando le canzoni
per il primo cd di Gabriella Pession".
Daniela
Ghio
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![](2012-12-11%20mart%20La%20nuova%20Una%20vita%20nel%20cinema%20x150.jpg)
La
Nuova martedì 11
dicembre 2012
"Una
vita nel cinema" Ora tocca a "Rossella 2"
di
Marco Petricca
La
diciottesima edizione del premio "Una vita nel cinema"
quest'anno va a Pino Donaggio.
"Ne sono molto felice", dice lui, 70 anni compiuti,
uno dei maggrori compositori mondiali di musica per thriller,
il veneziano con un piede a Hollywood.
"Sto lavorando alla colonna sonora di Rossella 2", la
seconda serie della fiction italiana, che arriva dopo i successi
di un'altra fortunata serie televisiva, Don Matteo, musicata sempre
da Donaggio, che nel frattempo ha stretto un sodalizio con Rai
Fiction.
"Poi, due produzioni americane".
Uomo d'umiltà attenta, umana, è soprattutto autore
complesso e poliedrico che percorre nella duplice carriera, prima
di autore pop negli anni Sessanta, e poi con la seconda vita di
ompositore, gran parte degli ultimi quarant'anni di musica italiana
e internazionale.
Studi classici alle spalle, perfeziona il violino, che approfondisce
al Consenrvatorio di Venezia e poi a Milano, e lì stringe
una lunga collaborazione con il maestro Claudio Abbato. Poi arriva
l'incontro con il cinema. E'il 1973.
Firma le musiche di un thriller ambientato a Vene zia, è
"Don' t Look Now", del londinese Nicholas Roeg. E' un
successo, la stampa inglese prende a cuore le musiche di Donagglo.
Ha 32 anni, gli si apre davanti una carriera inesplorata. Il mondo
del cinema lo vuole. Lavora con
Marcello Aliprandi e subito dopo è lavolta di "Un
sussurro nel buio". Lascia Venezia, scopre gli Stati Uniti,
sbarca a Hollywood e inizia un sodalizio con Brian De Palma che
durerà molti anni. Anzi, tutt'ora.
Di Pino Donaggio sono le musiche di "Passion", l'ultimo
film di Palma, presentato quest'estate al Lido, presto nelle sale
e di cui qualcuno ha già scritto che la colonna sonora
è più bella del film. "Brian mi chiama solo
per certi tipi di film", rivela Donaggio.
La motivazione del premio che ieri sera gli è stato consegnato
al nuovo cinema Rossini, nella sala Marchini Movie, è stata
un'occasione per ripercorre questa lunga carriera e forse anche
per dare nuovo lustro alla diciottesima edizione di un premio
nato al Lido di Venezia,
è che nel tempo conta, anche con uno sguardo che ammicca
alla laguna, la lunga lista dei talenti del grande scherno.
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2012
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La
Nuova Venezia
- sabato 30 giugno 2012
OPERA DI GIORGIO BORTOLI DONATA DALL'ASSOCIAZIONE
POLIZIA PENITENZIARIA
Al prefetto una scultura sulla rinascita di Fenice e Campanile
Nei
giorni scorsi, una delegazione dell'associazione nazionale
Polizia penitenziaria, sezione di Venezia con il presidente provinciale
Vitantonio Petrelli, il segretario Stefano Rubini e lo scultore
Giorgio Bortoli - è stata ricevuta dal prefetto Domenico
Cuttaia. Occasione dell'incontro, la consegna dei documenti con
i quali si certifica I'autenticità della scultura consegnata
al prefetto dal procuatore capo della Repubblica, Luigi Delpino,
durante la manifestazione "Per non dimenticare", organizzata
dall'Anppe veneziana il 28 aprile.
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La
scultura di Giorgio Bortoli rappresenta la prima pagina dell'edizione
speciale dedicata all'incendio della Fenice del 1996, incastonata
in una Fenice in bronzo composta dall'artista insieme a un frammento
di legno bruciato del Teatro.
Alla base dell'opera - in occasione del centenario della ricostruziome
- I'artista ha fissato un pezzo di mattone dello storico campanile
di San Marco, crollato nel 19O2, recuperato insieme ad altri pezzi
dallo stesso scultore, durante alcune sue immersioni in Adriatico,
dove i mattoni irrecuperabili vennero affondati.
Il prefetto Cuttaia ha ringraziato l'associazione per le manifestazioni
organizzate e "in particolare per le conferenze organizzate
per far apprendere la legalità ai giovani nei vari istituti
scolastici della città e dell'entroterra veneziano",
incitando I'associazione Polizia penitenziaria a continuare nell'azione
di informazione civica, dando la sua piena disponibilità
a partecipare a nuove iniziative.
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Il
Gazzettino di Venezia
-
domenica 8 luglio 2012
L'Associazione
Polizia Penitenziaria dal prefetto
Nei
giorni scorsi una delegazione della sezione di Venezia dell'Associazione
nazionale Polizia Penitenziaria
guidata dal presidente |
provinciale,
Vitantonio Petrelli,
dall'addetto alla segreteria, Stefano Rubini e dallo scultore
Giorgio Bortoli è stata ricevuta dal prefetto, Domenico
Cuttaia al quale è stata consegnata un'opera dell'artista
veneziano.
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2012
Copertina del
Cataogo 2012
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![](2012%20Annuario%20d%27arte%2002%20x150.jpg)
la pagina relativa
allo Scultore Giorgio Bortoli
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![](2012%20Annuario%20d%27arte%2003%20x150.jpg)
la pagina relativa
allo Scultore Giorgio Bortoli
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Il Maestro Giorgio
Bortoli, é inserito
tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte
"ARTE
collezionismo 2012"
Pittori e Scultori
del 900 - Gallery Edition
Volume XI° - Annuario d'arte
moderna e contemporanea - Quotazioni, profili biografici, Gallerie,
Case d'asta, Antiquariato
Realizzato da effeci
edizioni d'arte di Francesco Chetta editore
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2012
![](2012%20-%20Moser%20-%20Gazzettino%20x150.jpg)
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![](2012%20-%20Moser%20x150.jpg)
La
scultura realizzata dal maestro Bortoli data in dono a Francesco
Moser
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![](2012%20-%20Moser%2002%20x150.jpg)
Il
maestro Bortoli a destra insieme a F. Moser a sinistra
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IL GAZZETTINO
di Venezia
A Francesco Moser in dono una scultura "veneziana"
Una
scultura in bronzo montata su un vecchio mattone del campanile di
San Marco, opera dello scultore veneziano Giorgio Bortoli, è
stata consegnata al
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campione
di ciclismo Franceco Moser nel corso di una cerimonia svoltasi alla
"Perla Rosa" di Mira. Il premio che raffigura Moser in
bicicletta, è un riconoscimento alla sua grande carriera.
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2011
![](2011-09-15%20Il%20Gazzettino%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
di Venezia del
15 settembre 2011
68a
Mostra internazionale d'arte cinematografica - Biennale
Cinema di Venezia
Premio:
"UNA VITA NEL CINEMA" 2011
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2011
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La
Nuova Venezia di giovedì 8 settembre 2011
68a
Mostra internazionale d'arte cinematografica - Biennale
Cinema di Venezia
Premio:
"UNA VITA NEL CINEMA" 2011
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2011
![](2011%20-%2002%20agosto%20Compassione%20-%20Gazzettino%20x%20150.jpg)
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Il
GAZZETTINO
Martedì 2 agosto 2011 - ARTE
& DINTORNI
Un'opera
di Bortoli nella collezione dell'0nu
VENEZIA
- Ancora un'opera d'arte firmata Giorgio Bortoli, non nuovo a performance
del genere. Si tratta, questa volta, di una grande scultura in bronzo
e acciaio , realizzata dall'artista vèneziano nel suo atelier
e intitolata "Compassione".
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L'opera
è stata inaugurata al Palazzo delle Nazioni di Ginevra ed
è ora inserita ufficialmente nella collezione internazionale
dell'Onu. Bortoli ha saputo descrivere I'immagine (foto) con una
particolarità che esprime cmtinuità e fusione delle
braccia in quanto rappresenta una persona che, inchinandosi, si
prende cura di un'altra, a terra, ammalata e in evidente difficoltà.
Per questa sua opera, Bortoli ha ricevuto espressioni di compiacimento,
unite ai ringraziarnenti, da parte del direttore generale dell'Ufficio
delle Nazioni Unite di Ginevra, Kassym Jomart Tokayev e del presidente
del Comitato per le attività culturali dell'Onu a Ginevra,
David A. Chikvatdze.
T.B.
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2011
![](2011-05-25%20merc%20Il%20Gazzettino%20-%20Papa%20x150.jpg)
![](2011-05%20%20%20Papa%20gruppo%20x150.jpg)
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Il
GAZZETTINO
Mercoledì 25 maggio 2011
Per
i 50 anni dell'Aeroporto
Il Papa per la scultura di Bortoli
Il
Papa, in occasione della sua recente visita a Venezia, ha inaugurato,
benedicendola, una scultura di Giorgio Bortoli creata per i 50 anni
dell'aeroporto Marco Polo di Tessera.
L'8 maggio scorso, prima di lasciare Venezia, Benedetto XVI si è
fermato qualche minuto nella sala ricevimento dello scalo veneziano.
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Alla
presenza di autorità civili e religiose (tra le quali il
Patriaca Scola, il ministro Sacconi, il governatore Zaia, il prefetto,
il sindaco,la presidente della Provincia e il presidente dell'aeroporto,
Enrico Marchi) ha benedetto l'altorilievo.
Si tratta di un'opera in bronzo, delle dimensioni di 1 metro per
50 centimetri, raffigurante un aereo, in lega leggera in fusione
di alluminio, che decolla passando sopra la Basilica ed il Campanile
di San Marco; l'altorilievo è stilizzato e antichizzato con
ossidazione verde.
(foto: Il Papa in partenza da Tessera ha benedetto I'opera)
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2011
![](2011-02-20%20Il%20Gazzettino%20Fenice%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Domenica
20 febbraio 2011
ARTE e DINTORNI
La
Fenice di Giorgi Bortoli è tornata in Calle Vallaresso
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2010
![](2010-12-24%20Il%20Gazzettino%20Marina%20Ripa%20x150.jpg)
Marina
Ripa di Meana tra lo scultore Bortoli, i titolari Gianni Gavagnin
e Umberto Bugnin e la chef Mariarosa Corà
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IL
GAZZETTINO
Venerdì
24 dicembre 2010
A
Marina Ripa di Meana il premio "Perlarosa 2010"
MIRA
- A Marina Ripa di Meana il premio "Perlarosa 2010". In
una festosa cornice di pubblico e commensali, i titolari dell'omonimo
ristorante di Borbiago di Mira hanno assegnato al
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popolare
personaggio, nota protagonista della televisione e dello spettacolo
e in questi giorni apprezzata autrice di una biografia di Virginia
Agnelli, la scultura opera di Giorgio Bortoli.
Tra le motivazioni del premio non soltanto la notorietà e l'originalità
della premiata, ma anche la forza dimostrata nell'affrontare e superare
momenti difficili della sua esistenza.
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2010
NEL
NOME DELLA MADRE - Arte e cultura a Motta di Livenza (TV) - settembre
2010
Nuova
scultura del Maestro Bortoli intitolata: Madre dei Miracoli, Installata
presso la Chiesa dell'Ospedale di Motta di Livenza.
Scultura altorilievo in bronzo, acciaio e vetro di murano; installazione
permanente.
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![](2010%20sab%202%20ott%20-%20Motta_Madonna_Gazzettino_TV%20x150.jpg)
Il
Gazzettino
di Treviso
sabato 2 ottobre 2010
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![](2010%20-%20Madre%20dei%20Miracoli%20%20-%20articolo%20su%20Azione%20x150.JPG)
Settimanale
della Diocesi di Vittorio Veneto: L'Azione
10
ottobre 2010
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![](2010%20dom%2019%20sett%20-%20Madonna_Il%20Gazzettino%20x150.jpg)
Il
Gazzzettino
Domenica
19 settembre 2010
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![](2010%20sab%202%20ott%20-%20Motta%20-%20Madonna%20-%20Tribuna%20x150.jpg)
Tribuna
di Treviso
sabato
2 ottobre 2010
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2010
![](2010%20-%20Una%20vita%20per%20il%20cinema%20-%20Il%20Gazzettino%2012%20sett%20x%20150.jpg) |
IL
GAZZETTINO
Domenica
12 settembre 2010
PREMIO (L.M.) Grande successo del premio Una vita per
il cinema ospitato al Grande Albergo Ausonia Hungaria del
Lido.
A rilanciare l'appuntamento sono stati due imprenditori veneti come
Silvestro Zecchinato di Zetatre Eventi e il veneziano
Leone Panisson con la Bisanzio Gallery di Murano. Con
quattro sculture dell'artista veneziano Giorgio Bortoli (nella foto
di Francesco La Porta vediamo un momento della cerimonia) sono stati
premiati alcuni importanti personaggi presenti alla 67a Mostra del
Cinema.
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La cerimonia, presentata da Antonella Salvucci, è stata organizzata
in collaborazione con la Provincia, e ha avuto la sapiente regia di
Franco Mariotti, e tra gli interventi era presente anche l'asessore,
Pierangelo Del Zotto.
Con le sculture di Bortoli sono stati premiati il regista Mimmo Calopresti,
Valerio Caprara, critico cinematografico de Il Mattino
di Napoli, Laura Delli Colli, presidente nazionale del Sindacato dei
giornalisti cinematografici italiani, Eugenio Bennato e Lorena Bianchetti.
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2010
![](2010-05-24%20Il%20Cavaliere%20-%20La%20Nuova%20%20x150.jpg)
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La
Nuova
lunedì 24 maggio 2010
Lettere a la Nuova di Venezia e Mestre
Il
Cavaliere di Giorgio Bortoli
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E'
stato premiato a Trento dal Sindaco Alessandro Andreatta con una
targa d'argento lo scultore veneziano Giorgio Bortoli per aver
realizzato a Favaro il primo monumento dedicato al Cavaliere.
Presto Bortoli ne realizzerà uno che verrà esposto
in una delle piazze di Trento, ripreso da uno dei cavallini lignei
delle scuderie di Villa Pisani di Stra.
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2010
la pagina relativa
allo Scultore Giorgio Bortoli
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![](2010%20-%20Grandi%20Maestri%2002%20x150.jpg)
Copertina del
Cataogo 2010
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![](2009%20Avanguardie%20artistiche%20logo%20x%20150.jpg)
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Il Maestro Giorgio
Bortoli,
é inserito
tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte
"I
Grandi Maestri "
Realizzato dal Centro
Diffusione Arte
Via L. Ariosto, 19
90144 PALERMO
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2010
![](2010-05-08%20Il%20Cavaliere%20-%20Gazzettino%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Sabato 8 maggio 2010 - Un
monumento di Giorgio Bortoli dedicato al Cavaliere d'Italia
Un monumento dedicato al Cavaliere d'Italia sarà
realizzato a Trento dallo scultore Veneziano Giorgio Bortoli, che
ha ricevuto dal sindaco trentino, Alessandro Andreatta una targa
d'argento.
Alla cerimonia, patrocinata dall'Unci, erano presenti anche il presidente
nazionale, Ennio Radici e quello provinciale, Roberto Scarpa.
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2010
![](2010%203%20febb%20-%20La%20Nuova%20di%20Venezia%20e%20Mestre%20-%20Giorno%20e%20notte%20-%20Fenice%20x150.jpg)
Foto:
L'Araba Fenice scultura di Giorgio Bortoli
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LA
NUOVA di Venezia e Mestre
Mercoledì 3 febbraio 2010
Giorno e Notte
IN
MOSTRA/2 - La "Fenice" di Bortoli
Un'Araba
Fenice in acciaio di due metri di apertura alare troneggia da alcuni
giorni nello spazio antistante l'imbarcadero di Calle Vallaresso,
sotto il mitico Harry's Bar.
E'
l'ultima opera dello scultore veneziano Giorgio Bortoli, installata
con il patrocinio della Capitaneria di Porto di Venezia nella persona
dell'ammiraglio Stefano Vigiani.
Nella
stessa collocazione Bortoli aveva già esposto in precedenza
una scultura di chimera leone e prima ancora la leggerezza della
danzatrice, sempre con il caratteristico taglio delle sagome, che
è un pò la cifra dello scultore che ha usato acciaio
inox lavorato e tagliato con fiamma ossiacetilene per la sua Fenice.
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2009
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Il
GAZZETTINO
Venerdì 11 settembre 2009
ALLA
MOSTRA
Premio "Una vita nel cinema", ma senza gli albergati
(L.M.)
Da sedici anni ha ormai comquistato un suo spazio fisso all'interno
della Mostra del Cinema di Venezia. E' stato assegnato ieri mattina,
sulla terrazza dell'Hotel Excelsior al Lido, il Premio "Una
vita nel cinema", ideato e lamciato, nel 1994, dallo scultore
lidense Giorgio Bortoli. L'appuntamento, promosso da "Zetatre
Eventi" di Silvestro Zecchinato, quest'anno, per la prima volta,
non ha avuto il sostegno degli albergatori lidensi, ma è
stato supportato da un gruppo di
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imprenditori
locali come i ristoratori Claudio Barbiero e Luciano Corazzin, il
presidente di Venice Convention e Ascom Venezia, Roberto Magliocco,
il titolare del "Pachuka", Roberto Ceolin e, appunto,
Silvestro Zecchinato.
Sono stati assegnati tre riconoscimenti: alla modella russa, "prestata"
al cinema italiano, Elena Bouryka, all'attore Luca Lionello, figlio
di Oreste e al giornalista Enrico Tantucci. Tutti i premi sono opere
dello scultore Bortoli che, ogni anno, apporta, alle sue creazioni,
delle piccole variazioni e degli elementi di novità. L'attrice
Bouryke è stata omaggiata "reginetta" con la corona
della Mostra a Lionello è andata la zampa vigorosa del Leone
di San Marco. A far gli onori di casa è stato ieri il gran
cerimoniere di Cinecittà holding, Francesco Mariotti.
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2009
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La
Nuova Venezia
Venerdì 11 settembre 2009
Lido,
assegnati i tre premi di "Una vita nel cinema"
È
stato assegnato ieri sulla terrazza dell'Excesior all'attore Luca
Lionello, all'attrice Elena Bouryka e al giornalista de La Nuova
Venezia Enrico Tantucci, la 16a edizione del premio Una vita nel
cinema che gli imprenditori lidensi assegnano ogni anno a personalità
legate al mondo dei cinema, rappresentato da un'opera dello scultore
veneziano Giorgio Bortoli.
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Luca
Lionello, già alla Mostra ne La fabbrica dei tedeschi di
Mimmo Calopresti, è stato Giuda ne La Passione di Cristo
di Mel Gibson. Elena Bouryka è una modella e attrice russa
che comparirà anche nel Barbarossa di Giuseppe Martinelli.
Enrico Tantucci segue da anni la Mostra per il nostro giornale.
I
tre premiati da sin. Enrico Tantucci, Elena Bouryka e Luca Lionello
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2009
![](2009%20Logo_giunta_regionale_Veneto.gif)
Area
Servizi Giornali Online Radio SMS - TV
E'
stato pubblicato sul mensile on line "Veneto
Globale" di MAGGIO 2009 all'indirizzo: http://www.regione.veneto.it/VenetoGlobale/
Il
seguente articolo riguardante il Maestro Giorgio Bortoli:
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Incontri
Giorgio
Bortoli, scultore veneziano
L'artista
Giorgio Bortoli è veneziano e tutt'ora vive e lavora nella
città lagunare. La sua formazione artistica ha origine in
famiglia: il nonno paterno era, infatti, pittore e scultore nonché
un grande conoscitore della musica che componeva e suonava; uomo
di straordinario ingegno, fondò insieme ai fratelli la grande
ditta di impianti elettrici, e inventò, oltre mezzo secolo
fa, la "galleggiante" dalle fantastiche luminarie per
la famosissima notte del Redentore.
La
sua personalità deve senza dubbio aver influito sul giovane
Bortoli che aveva già avuto modo di conoscere anche il maestro
Murer durante i suoi soggiorni in montagna. Successivamente, seguendo
i preziosi suggerimenti del professor Borsato, egli entra nel vivo
dell'attività artistica.
Nel
1984 la sua opera, Esplosivo Visus, è selezionata alla 69
Mostra Collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa, mentre l'anno
successivo l'opera Maris pisces, è selezionata alla 70' edizione
della mostra collettiva.
Nello stesso anno offre una sua creazione, intitolata No alla seconda
crocefissione, a Papa Giovanni Paolo II; lopera è ora
collocata nei Musei Vaticani di Roma.
L'anno seguente, l'opera intitolata Onda trova collocazione temporanea
nel magico scenario del Canal Grande di Venezia, di fronte all'Hotel
Europa e Regina, raro e felice esempio di inserimento scultoreo
nel delicato tessuto urbano veneziano.
Da
questi primi passi mossi nell'ambiente veneziano il percorso artistico
di Giorgio Bortoli sarà costellato di commissioni e patrocini
che lo vedranno impegnato nella sua città e all'estero, in
particolare a Monaco di Baviera dove da alcuni anni ha consolidato
la sua presenza.
Nel
1988 per l'Associazione Internazionale Save Venice realizza l'opera
Venezia Immaginaria, attualmente esposta a New York con il patrocinio
dell'Assessorato alla Cultura di Venezia.
Nel 1989 un Paganini di bronzo dalla figura stilizzata, d'intonazione
giacomettiana, è portato al Teatro La Scala di Milano dal
maestro Tangucci, ex direttore artistico del teatro La Fenice di
Venezia.
In collaborazione con la fornace Seguso, realizza una serie di Fenici
in bronzo e vetro per il Teatro La Fenice cui seguono una serie
di opere per i festeggiamenti dell'anno marciano, di cui alcune
dedicate al Cardinale Patriarca Marco Cè.
Nel 1995, in occasione della Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia, organizza serate musicali ed artistiche d'ispirazione freudiana
e crea l'opera Nuovo Leone di Venezia per premiare il Direttore
Gillo Pontecorvo nell'ambito del tradizionale premio offerto dall'AVAL.
Nel 1996 è incaricato dagli organizzatori della Mostra Internazionale
del Cinema della realizzazione di un ciclo di manifestazioni che
si svolgono parallelamente alle proiezioni dei film. Nello stesso
anno, la Fondazione Arthur Rubinstein gli commissiona la realizzazione
del premio internazionale "Una vita per la musica", che
premia il violinista americano Isaac Stern.
Per la Regione Veneto crea i Leoni andanti, in bronzo verde ossidato,
una rivisitazione in chiave moderna del leone veneziano. Numerose
sono poi le commissioni dal mondo dell'industria, con opere specificamente
concepite per rappresentare la storia professionale di alcune importanti
aziende che hanno voluto legare il proprio nome ad un'opera esclusiva:
la Libco di Milano, ad esempio, o il trofeo per iniziative culturali
e sportive offerto dall'acqua minerale San Benedetto e una serie
di bronzi per la Nuova Pansac Spa.
Più
recente è la collaborazione artistica con la Fincantieri
di Marghera e la sponsorizzazione della Illnor Spa per un ambizioso
e imponente progetto che vede impegnato l'artista, insieme al fratello
Piero, con la macrodimensione.
II desiderio di confrontarsi con una dimensione più ampia
di quella degli ambienti interni, induce lo scultore a pensare "in
grande", con esiti paragonabili a quelli dell'architettura,
per le cospicue dimensioni e per l'impiego di materiali da costruzione
come l'acciaio a cui si affianca una ricerca estetica che si sofferma
sull'eleganza dei rivestimenti in vetro di Murano che esaltano la
preziosità dell'opera.
La
macroscultura (ha un'altezza di 2 metri) cui Bortoli sta tuttora
lavorando, nasce dall'idea di unire idealmente in un'unica scultura
due città d'acqua, da una parte Venezia con il suo campanile,
dall'altra New York con la Metropolitan Life Tower.
La struttura portante è in acciaio (fornito dalla Idromacchine
di Marghera) e i rivestimenti esterni sono costituiti da particolarissime
formelle di vetro riciclato, ognuna diversa dall'altra. II tutto
corredato da un angelo alto un metro, in polvere d'oro, che verrà
realizzato dal maestro Giorgio Giuman, e da quattro orologi che
segneranno l'ora di Venezia e di New York. L'opera, destinata ad
essere esposta negli Stati Uniti, ha avuto parole di incoraggiamento
anche da parte del Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari che ha sottolineato
come fra le due città esista una affinità elettiva
molto spesso non considerata.
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Può
raccontarci qualcosa del suo passato? Come è avvenuta la
scelta di diventare scultore?
Si
potrebbe dire che la scelta non è stata una scelta, ma che
uno nasce con una grande passione. Sono figlio d'arte perché
mio nonno paterno, ma anche materno come ho scoperto, scolpiva,
dipingeva e componeva musica già all'inizio del Novecento.
I membri della nostra famiglia nascono come stampatori, ancora prima
degli Armeni. Da una ricerca che ho fatto, ho scoperto che la stamperia
Bortoli fu venduta agli Armeni e, in seguito all'avvento dell'energia
elettrica, la nostra famiglia divenne elettricista. Mio padre mi
raccontava che nel cuore di Venezia, nella strada nuova di adesso,
c'erano i primi generatori che andavano a nafta e diesel e producevano
energia. A Venezia c'è ancora l'impresa Bortoli e cabliamo
una buona parte della città.Mio nonno invece studiava all'Accademia,
andava al Conservatorio di Musica, dipingeva, faceva studi di anatomia
e io penso di aver preso qualcosa da lui. Mio padre non esercitava
in quanto continuava a seguire l'impresa di famiglia, però
sapeva dipingere e disegnare molto bene. Io invece, per un salto
generazionale, già a sei, sette anni cominciai a fare le
mie prime piccole sculture, cominciando col legno, andando in montagna
nei boschi tra Alleghe e Falcade, dove avvenne il mio primo incontro
con il maestro Murer, che io non conoscevo e che mi dava qualche
consiglio per l'intaglio. Quindi iniziai gli studi: studiavo elettronica
e volevo fare ingegneria, ma presto capii che non era la mia strada.
Così mi misi alla ricerca dell'Accademia giusta e scelsi
Brera. Tuttavia non continuai gli studi e iniziai invece un percorso
formativo di apprendistato nelle botteghe, come si faceva una volta,
imparando come lavorare il marmo dai marmisti, il ferro dai carpentieri
e dai fabbri, il vetro a Murano, nelle fonderie, per oltre trent'anni;
mi davo da fare autonomamente e ricevevo consigli tecnici dagli
altri artisti.
Ha
conosciuto persone che hanno permesso la sua crescita artistica
e di migliorare?
Sì,
qualcuno sì. Borsato, ad esempio, alla Bevilacqua La Masa
quando feci le prime esposizioni, lui pittore e non scultore, oppure
Guido Perocco, già direttore dei Musei Civici che di tanto
in tanto veniva a trovarmi in studio, e altri ancora fino ad arrivare
al giorno d'oggi, con l'amico Bruno Rosada che mi ha sempre sostenuto.
Altre conoscenze importanti le devo ad incontri e frequentazioni
in giro per l'Italia, perché da cinque o sei anni faccio
parte del Ministero dei Beni Culturali e a Roma ho la possibilità
di confrontarmi a livello nazionale. Prima ancora dell'ossatura
fatta in Germania a Monaco di Baviera, è stato importante
il confronto con mio fratello in Inghilterra ormai da quindici anni.
Anche lui si occupa d'arte con installazioni in altri Paesi; in
Italia siamo ancora arroccati sulla scultura classica e così
il nostro territorio. Il confronto con mio fratello Piero non dico
sia quotidiano ma settimanale. Si lavora e ci si sposta in continuazione,
il tempo non basta mai, poi io da veneziano di un'isola ex d'oro,
il Lido, sono un po scomodo e mi devo muovere in moto.
Cosa
vuol dire far scultura?
E'
il mio mondo, ma non lo so se è lo scopo della mia vita.
E un grande sacrificio, è credere idealmente in quello
che uno sente dentro, una grande energia che uno cerca di trasformare.
Dicono che noi siamo come dei trasduttori che prendono quest'energia,
che non si sa da dove venga, senza esagerare, e la trasformano meccanicamente.
Cosa
pensa della scultura classica greca e romana?
Rimane
sempre un grande punto di riferimento, pensiamo al Canova, ad esempio.
Tuttavia lo è anche l'architettura con grandi maestri come
Palladio oppure Carlo Scarpa, l'architetto senza laurea; con le
mie sculture di grandi dimensioni si è spesso parlato di
costruzione.
Ci
sono progetti per il futuro?
Adesso
sto riprendendo in mano il gemellaggio con il nuovo continente,
l'America. Dopo la scultura dell'aeroporto, si sta facendo la gemella
sempre a Marghera, pero' con l'inserimento del Palladio. Un altro
progetto importante è un cavallo per una nuova piazza a Mestre,
che io faccio rinascere e interpreto da Brustolon, il Michelangelo
del legno. Il cavallo l'ho trovato a Villa Pisani, lo sto
riportando in vita e sviluppando in un materiale contemporaneo.
Per fortuna il lavoro non manca.
Si occupa anche della formazione di altri artisti?
Ho
qualche collaboratore e alcuni ragazzi dell'Accademia, e cerco di
seguirli, in particolare quelli che dimostrano più talento.
Provo a trasmettere loro la mia passione e per quanto riguarda la
mia capacità penso di avere un po di esperienza. Vorrei
avere più tempo per insegnare e per istruire un po
di ragazzi, farli crescere, visto che lo spazio c'è. Il mio
sogno sono le factory americane alla Andy Warhol, anziché
quelle tedesche in Germania. Spazi dove avere tanti artisti a lavorare
in squadra, non chiudersi egoisticamente da soli; una volta i gruppi
di artisti stavano assieme, andavano contro le istituzioni e riuscivano
a creare nuove correnti come il futurismo. Per esempio uno come
Pasolini si muoveva anche contro la Biennale. Lavorare, lavorare
tanto, credere e sacrificarsi perché ne vale davvero la pena.
Prima o poi, se uno ci crede e lo fa con passione, i risultati arrivano.
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2009
la pagina relativa
allo Scultore Giorgio Bortoli
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![](2009%20Avanguardie%20artistiche%20logo%20x%20150.jpg) |
Il Maestro Giorgio
Bortoli,
é inserito
tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte
"AVANGUARDIE
ARTISTICHE"
Realizzato dal Centro
Diffusione Arte - Edizioni e Promozioni Artistiche
Via L. Ariosto, 19
90144 PALERMO
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![](2009%20Avanguardie%20artistiche%20%20copertina%20x%20150.jpg)
Copertina del
Catalogo 2009
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2009
![](2009-7-marzo%20Chiesa%20del%20Redentore%20x150.jpg)
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![](2009-7-marzo%20Redentore%20Angelo%20Scola%20e%20Stefano%20Vignani%20x150.jpg)
In
alto sinistra l'articolo pubblicato su Il Gazzettino di Venezia;
In basso a sinistra l'opera realizzata dal Maestro Bortoli e raffigurante
la chiesa del Redentore; sopra, Giorgio Bortoli, con il Patriarca
A. Scola al centro e l'Ammiraglio S. Vignani a destra.
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IL GAZZETTINO
di Venezia
7 marzo
2009
LETTERE & OPINIONI
VENEZIA
- Un modello in scultura della chiesa palladiana del Redentore,
con il profilo svettante del campanile di San Marco. è stato
offerto in dono al Patriarca Card. Angelo Scola dall'artista lidense,
Giorgio Bortoli, che lo ha conseganto al Presule, presente anche
l'Ammiraglio Stefano Vignani - nella foto - autore della ricerca
storica e architettonica sull'insigne basilica alla Giudecca.
La scultura è posta su un pannello in acciaio inox e lavorata
a fresa elicoidale per farne maggiormente risaltare la lucentezza:
è stata studiata e composta con la scelta di un'ideale spinta
verso l'alto, quasi a voler decollare, come spiega l'autore, nel
firmamento di una totale sublimazione divina. Il Patriarca di Venezia
ha vivamente ringraziato gli ospiti, sottolineando pure il significato
di questo gesto, che va a collocarsi nell'ambito delle celebrazioni
per i cinquecento anni della nascita di andrea Palladio.
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2009
CN
cronaca numismatica di
gennaio 2009
pubblicate le medaglie realizzate da Giorgio Bortoli in occasione
del centenario dell'Hotel Excelsio Palace al Lido di Venezia
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2008
![](2008%20La%20Nuova%20Venezia%20-%20pensando%20Venezia%20e%20New%20York%20x150.JPG) |
LA
NUOVA VENEZIA
A cura della
A. Manzonl S.p.A.
CARNET VENETO
Venerdì 5 dicembre 2008
Pensando
Venezia e New York
Le torri, l'acqua e la scultura: Palladio e l'arte di Giorgio bortoli
Venezia
e la laguna, New York e la sua baia. Due città e i loro luoghi,
eventi che possono avere molto in comune, a dispetto delle apparenze.
Soprattutto quando lo racconta l'arte. Bene lo sa lo scultore Giorgio
Bortoli che ha dato vita ad una scultura che «somma»
e intreccia un'immagine di Venezia ed una di New York. Dopo aver
stazionato a Marghera ed aver attraversato Venezia, oggi possiamo
ammirare la scultura di Bortoli all'ingresso dell'aeroporto Marco
Polo di Venezia. Un evento che continua e si rinnova, grazie all'interesse
dell'Associazione Venezia-Marghera-New York e la partecipazione
delle autorità: Bortoli sta lavorando ad una seconda scultura,
con le medesime dimensioni, che porterà con se anche un chiaro
rimando a Palladio, un omaggio ed un ricordo.
Si
festeggia il Cinquecentenario di Palladio e Giorgio Bortoli ha progettato
un'idea che intreccia la modernità e la lezione del grande
artista ed architetto: un'idea che diventa scultura, vivendo la
tradizione e l'attualità, secondo un concetto caro a Bortoli.
Un principio che troviamo nel lavoro a cui Bortoli sta lavorando,
nonchè nell'opera già terminata che oggi ammiriamo
all'aeroporto Marco Polo e che ha attraversato Marghera e Venezia,
raccontandole assieme a New York.
Ecco la sua storia. Venezia, i ponti, le chiese i palazzi, i campanili
che si specchiano e identificano la sua storia millenaria di città
marinara. E poi New York, i grattacieli, le torri, le luci che si
specchiano e identificano la città moderna. Due città
diverse, ma simili nell'elemento naturale che le unisce: l'acqua,
il mare. Venezia e il campanile di San Marco; New York e il Metropolitan
Life Tower: due simboli che strutturalmente caratterizzano la diversità,
ma che, nella linearità architettonica, sono proporzionalmente
simili quasi ad identificarsi con l'elemento che, lambendo le due
città, le unisce. Un'artista, uno scultore che raccogliendo
la complementarietà, riporta il campanile di San Marco e
il Metropolitan Life Tower in un unico corpo, quasi a carpire e
riprodurre nella sua simbologia l'elemento che unisce Venezia e
New York: I'acqua.
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L'Opera
L'archiscultura alta 12 metri assembla in un unico corpo il campanile
di San Marco e il grattacielo del Metropolitan Life Tower di New
York. I Materiali utilizzati rappresentano la modernità con
l'acciaio e la storia, I'arte e la ricerca con il vetro. Le colorazioni
e le specchiature dell'acciaio donano a questo materiale un calore
e una vivacità non conosciute, che sono il frutto delle varie
sperimentazioni effettuate nel percorso creativo dell'artista. II
vetro viene inserito in più parti: nel campanile di San Marco
con formelle sfumate colorate e con l'angelo in polvere d'oro zecchino;
nel Metropolitan sui pinnacoli angolari e sulla maestosa guglia
piramidale finemente decorata. II gioco di luci all'interno del
campanile di San Marco è stato studiato per suscitare sensazioni
di movimento come i palazzi che si specchiano di notte sull'acqua
dei canali di Venezia. Quattro grandi orologi si affaccianosui lati
della torre del Metropolitan per segnare l'ora di Venezia e di New
York e sulla sua sommità verrà collocata una lanterna
illuminata. II peso complessivo delI'opera finita è stimato
in circa 1800 chili. Cosi la racconta lo studioso Bruno Rosada.
«E' rimasta tre o quattro mesi nella Piazza Mercato di Marghera,
suscitando l'ammirazione della gente. Ora galleggia sulle acque
della laguna. E anche questo ha valore simbolico.
E' un'agile archiscultura, cioè una installazione di tipo
particolare, misto di architettura e scultura, alta 12 metri, opera
dello scultore veneziano Giorgio Bortoli. Voluta dalla Municipalità
di Marghera (Comune di Venezia) e prodotta dall'Associazione Marghera-Venezia-NewYork,
'rappresenta il campanile di San Marco contenuto all'interno del
Metropolitan Life Tower di NewYork', come si legge sulla targa collocata
ai piedi della struttura. La Metropolitan hife Tower, costruita
nel 1909, che è stata fino al 1913 l'edificio più
alto del mondo, venne progettata dall'arch. Le Brun su immagine
del campanile di San Marco quasi per trapiantare nel territorio
americano un respiro della vecchia Europa e per questo è
stata scelta da Giorgio Bortoli come 'contenitore' del campanile
di San Marco che sembra trovare riparo al suo interno, con l'evidente
intento di manifestare una esigenza e un desiderio, che la modernità
in tutte le sue forme non sconfigga il passato ma lo tuteli e ne
tragga i debiti ammaestramenti». Chi è Giorgio Bortoli.
Un veneziano; scrive Rosada. «Nel primo Novecento, quando
ancora la gente non sapeva quasi che cosa fosse l'elettricità,
il nonno Luigi con i fratelli Ettore e Giacomo ha fondato per anni
un'impresa di impianti e installazioni elettriche. Insomma il senso
dell'impresa, il gusto dell'innovazione, la consapevolezza del progresso
sono dati presenti nel suo DNA. Lui fa lo scultore, ma ha della
scultura una concezione fortemente innovativa».
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2006
![](2006%20-%20Catene%20foto%20x150.jpg)
![](2006%20-%20Catene%20Gazzettino%20x150.jpg)
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IL GAZZETTINO
- Mestre
Sabato 12 agosto
2006
(gi.gim.)
Una scultura per Catene. La proposta giunge dall'artista veneziano
Giorgio Bortoli che, nei mesi scorsi, ha esposto il prototipo della
composizione in bronzo nelle sagre, organizzate a Marghera, ma anche
al salone nautico di Venezia e, a Roma, presso la biblioteca na-zionale
"Angelica", durante la settimana della cultura patrocinata
dal ministero dei Beni Cul-turali.
II monumento, nelle intenzioni dell'artista, po-trebbe essere collocato
nella futura piazza di Catene. La proposta ha trovato un sostenitore
in Roberto Turetta, ex presidente della Muni-cipalità di
Marghera, e ora presidente della sesta commissione comunale Cultura,
turismo e tradizione che sollecita un dibattito sulla pro-spettiva
di caratterizzare la piazza con un monumento, e ravvisa allo stesso
tempo nel pro-getto di Bortoli la capacità di unire la "simbologia
storica alla dinamicità della comunità di Catene".
Il
monumento, infatti, rappresenta il vomere di un aratro dal quale
si dipartono delle catene e, quasi spontaneamente, nasce l'intelaiatura
di una chiglia di un'imbarcazione.
La critica ha riconosciuto più volte a Bortoli la capacità
presentare la materia così come la immaginiamo. I materiali
usati, che siano legni, metalli o plastiche, sono riconoscibili
ed esaltati nella loro natura. Allo stesso tempo, però, vivono
nel messaggio che sono portate a diffondere. E anche il rapporto
dell'artista con Marghera è consolidato: basti pensare che
è nata nella città giardino - con l'assemblaggio definitivo
in piazza Municipio, in una mostra-cantiere - l'archiscultura di
acciaio e vetro di Murano, alta dodici metri, con cui, qualche anno
fa, Bortoli ha unito idealmente in un'unica scultura due città
d'acqua, rappresentate, l'una, Venezia, dal campanile di S. Marco
e l'altra, New York, dal Metropolitan Life Tower. E ora, la nuova
sfida, proporre un simbolo per Catene...
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IL
GAZZETTINO - Mestre
Saturday 12 August
2006
(gi.gim.)
A sculpture for Chains. The proposal comes from the Venetian artist
Giorgio Bortoli who, in recent months, has exhibited the prototype
of the bronze composition in the festivals, organized in Marghera,
but also at the Venice boat show and, in Rome, at the "Angelica"
national library ", during the week of culture sponsored by
the Ministry of Cultural Heritage.
The monument, in the intentions of the artist, could be placed in
the future square of Chains. The proposal has found a supporter
in Roberto Turetta, former president of the Muni-cipality of Marghera,
and now president of the sixth municipal commission Culture, Tourism
and Tradition that solicits a debate on the prospect of characterizing
the square with a monument, and recognizes the the same time in
the project of Bortoli the ability to combine the "historical
symbology with the dynamism of the community of Chains".
The monument, in fact, represents the plow of a plow from which
chains depart and, almost spontaneously, the frame of a keel of
a boat is born.
Critics have repeatedly recognized Bortoli's ability to present
matter as we imagine it. The materials used, whether wood, metal
or plastic, are recognizable and enhanced in their nature.
At the same time, however, they live in the message they are brought
to spread. And the relationship of the artist with Marghera is also
consolidated: just think that it was born in the garden city - with
the final assembly in Piazza Municipio, in an exhibition-building
site - the twelve-meter high steel and glass archiscultura of Murano,
with which, a few years ago, Bortoli has ideally combined into one
sculpture two water cities, represented, one, Venice, from the bell
tower of S. Marco and the other, New York, from the Metropolitan
Life Tower. And now, the new challenge, propose a symbol for Chains
...
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2006
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Il
Gazzettino - Cultura
& Spettacoli - Arte
Martedì 9 maggio 2006
A
Villa Pisani il cavallo di Giorgio Bortoli
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Il
Gazzettino -
Culture & Shows
- Art
Tuesday, May 9, 2006
At
Villa Pisani the horse of Giorgio Bortoli
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2006
![](2006-01-04%20-%20La%20Nuova%20onda%20restaurata%20x150.jpg) |
La
Nuova - Giorno e Notte
Mercoledì 4 gennaio 2006
Restaurata
"Tsunami", scultura di Giorgio Bortoli realizzata nel
ventennale dell'alluvione del '66
Restaurata
la scultura in acciaio del veneziano Giorgio Bortoli, che raffigura
un'onda su paline, realizzata nel 1986 e che oggi, a un anno dal
maremoto in India e a 20 anni dalla realizzazione della scultura,
è di drammatica attualità. L'opera, scrive il soprintendente
ai Beni architettonici, Guglielmo Monti, "era un monito, significativamente
esposto su un pontile galleggiante in Canal Grande, per ricordare
l'alluvione del '66 e mettere in guardia dalle nefaste conseguenze
che possono derivare dal moto ondoso.
Lo scultore, che da due anni collabora con la Soprintendenza che
dirigo", aggiunge l'architetto Monti, "ha potuto così
restaurare la sua delicata creatura, rovinata dall'ossido dell'acqua
marina ma riportata al primitivo splendore con le tecniche più
aggiornate".
L'opera
di Bortoli è stata esposta all'ultimo Salone dei beni culturali,
"importante occasione per ricordare ai veneziani e al mondo
intero l'immensa responsabilità nei confronti di un patrimonio
incomparabile ma purtroppo molto fragile".
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La
Nuova - Day and Night
Wednesday, 4 January 2006
Restored
"Tsunami", sculpture by Giorgio Bortoli realized during
the twenty years of the flood of '66
Restored
the steel sculpture of the Venetian Giorgio Bortoli, depicting a
wave on poles, built in 1986 and today, a year after the tsunami
in India and 20 years after the realization of the sculpture, is
of dramatic actuality. The work, writes the superintendent of the
architectural heritage, Guglielmo Monti, "was a warning, significantly
exposed on a floating pier in the Grand Canal, to remember the flood
of '66 and warn against the harmful consequences that may derive
from the wave .
The sculptor, who has been collaborating with the Superintendency
for two years, "adds the architect Monti," has been able
to restore his delicate creature, ruined by seawater oxide but brought
back to its original splendor with the most up-to-date techniques
" .
The
work of Bortoli was exhibited at the last Exhibition of Cultural
Heritage, "an important occasion to remind the Venetians and
the whole world of the immense responsibility towards an incomparable
but unfortunately very fragile heritage".
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2005
![](2005%20-%20articolo%20campanile%20di%20mattoni%20x150.jpg)
![](2005%20-%20campanile%20di%20mattoni%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Martedì 25 ottobre 2005
CAMPANILE
DI SAN MARCO
Lo scultore Bortoli interviene sui recenti
ritrovamenti "archeologici"
"Quei mattoni sono sempre stati lì"
"Da 15 anni utilizzo per alcune delle miei opere le macerie
del famoso crollo"
Scoperta:
"Atto, effetto dello scoprire ciò che prima era ignorato
da tutti". Così lo Zingarelli: è dunque è
difficile definire così una notizia circolata quest'estate
relativa ai mattoni del campanile di San Marco, crollato nel 1902,
di cui sarebbe stato localizzato il luogo di discarica, in mare
aperto, davanti a San Nicolò di Lido. "Dove fossero
i mattoni - spiega infatti lo scultore Giorgio Bortoli, lo si sapeva
da sempre: al riguardo esistono cronache e saggi documentati, ed
io stesso ho recuperati mattoni a centinaia, che infatti da almeno
15 anni adopero per le mie sculture".
Bortoli racconta che le sue opere, realizzate coi mattoni del campanile,
sono esposte sotto gli occhi di tutti in tantissimi luoghi istituzionali,
come il Consiglio Regionale o l'aeroporto,
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che
altre (è successo anche domenica scorsa) sono state date
come premio ai vincitori della Venice-Marathon, che perfino Woody
Allen a casa sua ha un campanile di San Marco in vetro riempito
di mattoni di quello "vero".
Una scultura identica a quella di cui pubblichiamo la foto, ripresa
al Caffè Florian. Ai piedi del campanile c'è un leone
marciano, anch'esso appoggiato a un mattone del primo paròn
di casa.
Già nel 1992, in occasione degli 80 anni del nuovo campanile
di San Marco, il Gazzettino titolava "L'Adriatico restituisce
i vecchi mattoni" raccontando a firma di Augusto Pulliero che
le macerie erano state gettate in mare a soli 200 metri dalla diga
di San Nicolò, poco prima del faro (dove infatti li ha trovati
Bortoli), e che ad ogni mareggiata in spiaggia se ne trovavano a
iosa. Alcuni mattoni, raccontava ancora il Gazzettino, sono stati
scaricati ancora più lontano, a 14 metri di profondità
e a quasi 3 miglia dalla costa: probabilmente sono quelli scoperti
quest'estate. Sulla questione vi è addirittura un numero
speciale del Gazzettino nel 2002 (centenario del crollo), per non
dire dei saggi e degli articoli di Leopoldo Pietragnoli e Bruno
Rosada.
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2005
![](2005%20-%20Leggerezza%20x150.jpg)
![](2005%20-%20Leggerezza%20-%20IL%20GAZZETTINO%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Mercoledì 15 giugno 2005
ARTE
- La
"Leggerezza" di Giorgio Bortoli a San Marco - Venezia
In un momento in cui il connubio tra imprese private e arte é
difficile, al punto che anche la Biennale fatica a trovare partner
per la fondazione, un'azienda e un artista hanno trovato il modo
di lavorare insieme per produrre ed esibire un'opera che da alcuni
giorni è in mostra tra l'imbarcadero Actv di calle Vallaresso
e la riva, illuminata al calare dela notte.
"Leggerezza" (nella foto) è il titolo della scultura
dell'artista Giorgio Bortoli, realizzata in collaborazione con l'impresa
di costruzioni Grigolin.Si tratta di un'opera in acciaio calandrato,
saldato e verniciato, di 4 metri di altezza. "L'idea e il titolo
- spiega Bortoli - sono nati parlando alcuni anni fa con l'architetto
Renzo Piano, durante una cerimonia di consegna di un mio bronzetto
a Carla Fracci. |
Quel bronzetto rappresentava una danzatrice filiforme di intonazione
giacomettiana. Ricordo che si discuteva sul "togliere" anzichè
"mettere", Piano in architettura io in scultura, arrivando
a parlare sulle città invisibili di Italo Calvino, forse oggi
non proprio utopistiche. Io cerco di togliere, lasciando l'essenziale
e magari di far vedere quello che c'è dentro la scultura, anche
scomponendo e al tempo stesso assemblando, sempre però negli
elementi essenziali".
La scultura, dopo l'esposizione nel periodo della Biennale a San Marco
Vallaresso, tornerà a Palazzo Soranzo Cappello, sede della
Soprintendenza alle Belle arti. Un'altra opera di Bortoli - il campanile
di San Marco inserito in un grattacielo newyorkese - si trova all'ingresso
del nuovo aeroporto Marco Polo di Tessera.
Vice capocronista: Davide Scalzotto |
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2003
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Giorgio
Bortoli
Al
teatro Goldoni di Venezia, nel novembre dell'anno scorso, veniva
consegnata al famoso architetto Renzo Piano e alla ballerina classica
Carla Fracci l'opera in bronzo "La danzatrice" dello
scultore veneziano Giorgio Bortoli nell'ambito del prestigioso
premio "Una vita nella musica".
Filiforme, essen-ziale, leggera quasi al limite dell'equilibrio
stati-
co: una fisionomia stilizzata ma permeata di un armonico equilibrio
tra forza e movimento, l'opera, circa 50 centimetri,
rappresenta il segno di uno scultore attento ed ispirato. Le sue
opere sono espo-ste alla galleria dell'Hotel La Fenice et des
Artistes a S. Marco
MAP:F6
ShowROOM ALBERGO La FENICE ET DES ARTISTES o S.M. 1937 o PH. +39.041.5232333.
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2002
![](2002%20Gazzettino%20cinema%20x100.jpg)
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IL
GAZZETTINO
CULTURA & SPETTACOLI
Domenica
15 settembre 2002
ARTE E DINTORNI - Molti premi realizzati per la Mostra del Cinema
- Le originali creazioni di Giorgio Bortoli
VENEZIA
- (L.M.) Un premio, nato nel '94 per volontà dello scultore
Giorgio Bortoli, che ogni anno, in occasione della Mostra del cinema,
viene assegnato a personaggi di chiara fama, così da sottolineare
l'alto ruolo istituzionale, culturale e sociale della Biennale di
Venezia. La kermesse cinematografica diventa così non solo
specchio di sé stessa, ma un osservatorio unico dal quale
studiare il mondo.
E proprio per sottolineare questa unicità, Bortoli ha voluto
creare un nuovo Leone Marciano, fedele all'originale ma davvero
molto speciale perché sezionato in quattro parti e realizzato,
dopo uno studio ad hoc, a strati. Una ricerca non solo dal punto
di vista tecnico, ma animata anche da un contenuto filosofico sulla
stratificazione dei pensieri e dei sogni.
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gni
anno l'iniziativa assume sempre maggior prestigio: la novità
ora è che i tre premi assegnati quest'anno nel corso della
59a Mostra del Cinema, hanno l'egidia e sono targati dal Gazzettino.
La Municipalità dell'isola e la delegazione Ava (Associazione
veneziana albergatori) del Lido, con il supporto della Ditta "Zeta3"
di Zecchinato hanno voluto premiare l'impegno critico di Gianni
Ippoliti, come inventore di "Ridateci i soldi", con
un'opera di Giorgio Bortoli, ricavata da una vecchia bobina cinematografica
che raffigura il leone che si mangia l'Oscar. Quasi una risposta
alla recente polemica di Vittorio Sgarbi che ha sminuito l'importanza
del Leone d'oro. Al centro, in perfetta sintonia con il premio,
trova spazio la prima pagina dorata del Gazzettino.
Il direttore del festival De Hadeln ha incoronato, con una splendida
coroncina in bronzo dorato, su profili veneziani assemblati con
la prima pagina in argento del Gazzettino, la reginetta più
bella del festival Lolita Sirola. Infine verrà consegnato
al presidente della Biennale Franco Bernabe, nel corso di una
serata che vuole organizzare la Municipalità, un leone
a strati montato su un reperto del Campanile di san Marco. Anche
questo premio è targato dal nostro giornale.
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2002
![](2002%20-%20La%20Nuova%20-%20Bortoli%20con%20vigili%20fuoco%20x150.jpg)
![](2002%20-%2016%20febb%20-%20logo%20vigili%20fuoco%20x150.jpg)
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![](2002%20-%2016-02%20-%20Bortoli%20con%20vigili%20fuoco%20x150.jpg) |
La
Nuova
sabato 16 febbraio 2002
Una
scultura di giorgio Bortoli in dono ai vigili del fuoco di New York.
Il
Leone vola sul teatro La Fenice
Una
scultura tutta veneziana per i vigili del fuoco di New York. A Palazzo
Rota, a S. Marco, una delegazione dei pompieri di New York è
stata premiata con un'opera dello scultore veneziano Giorgio Bortoli,
un leone di bronzo montato su un pezzo bruciato del teatro La Fenice.
L'opera è stata consegnata da Alberto Stradiotto per la Metrasped
Tiss, a sottolineare la vicinanza della città lagunare con
la metropoli americana.
Il caposquadra ha commentato con visibile commozione: "I have
a lump in my throat", "Ho un nodo alla gola" a ricordare
le scene del teatro in fiamme.
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Le due città sono legate anche dal progetto Marghera-Venezia-New
York, che vede impegnato Giorgio Bortoli nella realizzazione dell'opera
che raffigura il campanile di san Marco inserito nel Metropolitan
Life Tower di Manhattan.Michael, uno dei ragazzi della squadra,
ricordava di essere stato solo pochi mesi prima proprio sulla punta
del grattacielo americano, costruito come esatta copia di dimensioni
raddoppiate rispetto al campanile marciano quando questo è
crollato agli inizi del Novecento, a sostituire le luci che ne illuminano
la sommità.
Il progetto vede impegnata la Metrasped Tiss per il supporto logistico
e l'organizzazione del trasporto eccezionale che porterà
l'opera in verticale, di ben 12 metri d'altezza, alla banchina d'imbarco.
L'incontro a Venezia è stato organizzato da Ferdinando Galli
che, con il figlio Andrea, seguirà la fase conclusiva del
progetto.
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1996
![](1996%20-%20Gazzettino%20-%20Campanile%20con%20mattoni%20x%20150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Martedì 15 ottobre 1996 - VENEZIA
- ARTE
Un
campanile di S. Marco di Giorgio Bortoli acquistato dalla Germania
Avrebbe
voluto presentare la sua scultura, dopo la rimozione delle impalcature
dal campanile marciano, ma nel frattempo è stata acquistata
da un'industria di Monaco. Così l'artista veneziano Giorgio
Bortoli, ha deciso di esibirla ieri al Caffè Florian prima
di spedirla definitivamente all'estero.
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Si
tratta di un campanile di San Marco alto un metro e mezzo realizzato
con una tecnica mista.
La cuspide in rame, sovrastata da un angelo di bronzo, poggia su
una cella campanaria di lava vetrificata. Ma la particolarità
di quest'opera sta nel fatto che la torre campanaria in cristallo,
è stata "riempita" con dei vecchi mattoni della
torre campanaria crollata un centinaio di anni fa, intaccati dai
crostacei lagunari.
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1996
![](1996%20-%20I%20Gazzettino%20ven%2031%20maggio%20-%20fenice%20per%20la%20rinascita%20x150.jpg)
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![](2014%20-%20Fenice%20per%20la%20rinascita%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Martedì 15 ottobre 1996
Una
"Fenice" per la rinascita
L'Omaggio
dello scultore Giorgio Bortoli al Teatro
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1996
![](1996%20-%20Smart%2024%20maggio%20-%20fenice%20vetro%20x150.jpg)
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![](1997%20fenice%20x150.jpg)
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Smart
- settimanale di fotoannunci
24 maggio 1996
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1996
![](1996%20-%20I%20Gazzettino%20merc%208%20maggio%20-%20fenice%20a%20Cacciari%20x150.jpg)
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![](2014%20-%20Fenice%20per%20la%20rinascita%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Mercoledì 8 maggio 1996
Una
scultura della Fenice alata a Cacciari
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1996
![](1996%20-%20il%20Gazzettino%20mart%2013%20feb%20-%20fenice%20vetro%20x150.jpg)
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![](1997%20fenice%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Martedì 13 febbraio 1996
Lo
scultore Bortoli offre dieci "simboli" in vetro
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1994
![](1994%20-%20Orda%20di%20Topi%20(art%20Gazzettino)%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Mercoledì 19 ottobre 1994
Lo
scultore Giorgio Bortoli dona al sindaco una sua opera
"Un'orda di topi sulla città"
Un'orda
di topi in alluminio che dà l'assalto a una Venezia in acciaio,
suggerita dal profilo dei suoi monumenti più importanti,
dalla Basilica di San Marco al ponte di Rialto alla Salute, una
città stretta da un nodo scorsoio e fasciata da una bandiera
bianca
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E'
Venezia 1994, nuova scultura di Giorgio Bortoli, che al tema dei
topi dedicò tre anni fa un'altra scultura, "L'Onda",
poi finita a Milano con il seguito della vicenda "Il pifferaio
magico".
"Una provocazione e insieme un augurio, perché si affrontino
e si risolvano i problemi della città, a cominciare dallo
scavo dei rii, altrimenti qui resteranno soltanto i topi
"
ha spiegato Bortoli, il quale ha portato la scultura a Ca' Farsetti
e l'ha offerta al sindaco (fotoattualità).
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1994
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IL
GAZZETTINO di VENEZIA
Mercoledì 14 settembre 1994
TRA
CALLI E CAMPIELLI -
Rondi
premiato daglil albergatori Lidensi
L'associazione albergatori del Lido ha voluito offrire, a mezzo
del presidente Gino Serafini (a sinistra, nell'immagine di Fotoattualità),
un'artistica scultura in bronzo al presidente della Biennale,
Gianluigi Rondi (al centro).
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L'opera,
dello scultore Giorgio Bortoli (a destra), rappresenta la Venezia
monumentale sormontata da una pellicola, intendendo così
significare lo stretto legame tra la categoria degli albergatori
e la stessa Biennale, che la Mostra del Cinema ha un rapporto di
stretta collaborazione fin dai tempi della fondazione
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1994
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IL
GAZZETTINO
Lunedì 1 agosto 1994
Premiata
la ballerina Ulanova a San Marco
Apertura
d'eccezione, in Piazza San Marco, per gli spettacoli presentati
dal balletto e dall'orchestra del Teatro Bolshoi di Mosca.
La
ballerina Galina Ulanova è stata premiata da Gianfranco Pontel,
sovrintendente della Fenice, con una scultura dell'artista veneziano
Giorgio Bortoli, raffigurante la Fenice;
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un riconoscimento è stato consegnato pure a Yuri Grigorovich,
direttore del balletto (vedi immagine Fotoattualità).
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1993
![](1993%20aids%20La%20Nuova%20x150.jpg) |
LA
NUOVA VENEZIA
Martedì 25 maggio 1993
UNA
scultura contro la droga. E' stata presentata ieri al Liceo Marco
Polo un'iniziativa che coniuga arte e problemi sociali. Per iniziativa
di un privato, l'ingegner Salvatore Pianura e con la collaborazione
del preside del Liceo Bruno Rosada, sono stati fatti stampare migliaia
di cartoline e manifesti che riproducono l'opera che lo scultore
lìdense Giorgio Bortoli ha dedicato alla droga.
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Essi
saranno distribuiti nelle scuole e in altri punti di pubblico interesse
del nostro Paese, per sensibilizzare i giovani e l'opinione pubblica
intorno a questo problema. (foto) La scultura contro la droga: da
sinistra Pianura, Rosada e Bortoli |
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1993
![](1992%20-%20aids%20cartolina%20x150.jpg)
![](1993%20aids%20Gazzettino%20x150.jpg)
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IL
GAZZETTINO
Martedì 25 maggio 1993
Droga-Aids:
sicuramente uno dei binomi più allarmanti degli ultimi anni.
L'opera di sensibilizzazione e quindi di prevenzione, risultata,
almeno per il momento, l'unica tattica efficace per evitare l'ulteriore
diffusione della malattia. La scultura firmata da Giorgio Bortoli,
un teschio in fusione di alluminio infilzato da varie siringhe e
retto da un'asta in bronzo su un piedistallo tombale di granito
nero d'Africa, rappresenta sicuramente un messaggio esplicito esplicito,
diretto, capace di impressionare l'osservatore e di indurlo alla
riflessione.
L'ingegnere Salvatore Pianura (Compagnia di navigazione Stargas
Spa), amico ed in questo caso "mecenate" del giovane scultore
lidense, si è offerto di riprodurre e stampare l'opera in
2000 cartoline (da inviare in tutta Italia) e in 350 manifesti,
già da alcuni giorni affissi sui muri di Venezia e Mestre.
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Anche
il Liceo Classico Marco Polo è "sceso in campo" per
contribuire a far conoscere la scultura-messaggio di Bortoli. Il preside
Bruno Rosada ha infatti organizzato una prima conferenza, alla quale
ne faranno seguito presto altre, proprio nella sede della scuola,
in modo che l'iniziativa possa essere diffusa soprattutto tra i più
giovani, ovvero tra coloro che per età e inesperienza, corrono
il maggior rischio.
- L'opera, particolarmente "forte" e incisiva anche nella
sua versione su manifesto, risulta sin troppo "terroristica"
- ah osservato Pianura - ma a volte il terrore può essere l'unico
mezzo per salvare chi è già in bilico e sta per intraprendere
una strada sbagliata e senza possibilità di ritorno -.
(foto) "Aids" scultura dell'artista veneziano Giorgio Bortoli.
Il teschio è in lega leggera (fusione in alluminio) |
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1992
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LA
NUOVA VENEZIA
Lunedì 22 giugno 1992
Lo
scultore Giorgio Bortoli ha presentato un sua opera al convegno
sull'Aids e le epatiti nelle carceri, che si è tenuto lo
scorso fine settimana alla Fondazione Cini. "Aids", appunto,
il titolo della
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scultura di Bortoli, non nuovo a provocazioni con forte impegno
sociale: un teschio in lega leggera, con piantate venti siringhe,
e fissato su un basamento in granito nero d'Africa, a rendere l'idea
della tomba.
L'ha
apprezzata anche Nicolò Amato, direttore generale degli istituti
di pena.
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1989
![](1989%20-%20Mose%20-%20Save%20Venice%20x150.jpg) |
LA
NUOVA VENEZIA
Domenica 6 agosto 1989
"SALVA
VENEZIA"
"SAVE Venice", salva Venezia, è il titolo della
scultura a tecnica mista realizzata da Giorgio Bortoli dopo il concerto
dei Pink Floyd e le polemiche che ne sono seguite.
Un supporto che richiama la sagoma del "Mose", il modulo
sperimentale per la chiusura delle bocche di porto: un reticolo
che richiama il grafico di un computer, simbolo della società
che si avvia al Duemila; tanti elastici, che tengono sospesa Venezia,
che avvolgono la Basilica, il campanile, Palazzo Ducale e il ponte
di Rialto: sono questi gli elementi principali dell'opera creata
dall'artista del Lido.
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Gli
elastici indicano la fragilità del tessuto urbano, denunciano
che la città è sospesa, abbandonata tra mille progetti
che non si realizzano mai.
Sopra
a tutto c'è un uomo, che fa pipì: così, anche
per la mancanza di servizi igienici durante il concerto dei Pink
Floyd, è caduta la giunta.
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1987
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VENEZIA
7
Settimanale
indipendente ideato e diretto da Franco Batacchi
3 agosto - 26 agosto 1987
Sculture
di Bortoli al Des Bains
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Giorgio
Bortoli, giovane scultore veneziano, brucia rapidamente le tappe della
sua carriera. Attualmente alcune sue composizioni - di sapore neo-metafisico
- sono esposte nelle sale dell'Hotel Des Bains al Lido di Venezia
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1987
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IL
GAZZETTINO di VENEZIA
Giovedì 12 febbraio 1987
Madonna
Bronzea di Bortoli alta due metri
Un'opera
d'arte moderna uscita dallo studio di uno scultore vivente entra
a far parte del patrimonio culturale del Lido costituendo al di
là del valore intrinseco del significato religioso una novità
e un contributo all'arricchimento dell'arredo urbano dell'isola.
La scultura realizzata da Giorgio Bortoli raffigura una Madonna
e ha trovato collocazione nel Piazzale La Fontaine a Ca' Bianca.
La cerimonia dell'inaugurazione si è svolta ieri pomeriggio
alla presenza di monsignor Fusaro, di rappresentanti del Consiglio
di quartiere - assente il vicesindaco Bergamo per altri impegni
- e di numerosi cittadini con la partecipazione del parroco di Sant'Ignazio
don Paolo Donadelli che ha benedetto la statua.
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L'originalità
dell'opera, alta due metri il cui soggetto molto stilizzato è
una Vergine orante, consiste nel fatto che è ottenuta con
la saldatura di tondini di bronzo precedentemente sagomati. Il materiale
inoltre ha subito un procedimento di ossidazione che ne ha garantito
un'azione protettiva nel tempo.
La scultura voluta espressamente dalla parrocchia di Sant'Ignazio
è stata realizzata grazie al contributo del Banco san Marco
per la progettazione ed alla collaborazione delle officine fabbrili
di Ettore Bertoldini di Malamocco. L'idea è nata in occasione
della visita di Giovanni Paolo II al quale fu donato dal Teatro
La Fenice un Crocifisso in legno dello stesso Bortoli, ora al museo
vaticano.
Giorgio Bortoli è anche autore di una scultura in ferro battuto
intitolata "Onda" che è stata esposta davanti all'Hotel
Europa & Regina in Canal Grande in occasione della ricorrenza
dell'acqua alta del 4 novembre '66.
Roberta Bearzi
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1987
![](1987%20-%20Madonna%20-%20Nuova%20x150.jpg)
![](1987%20-%20Madonna%20x150.jpg)
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La
Nuova Venezia
Martedì 3 febbraio 1987
Una
Madonna bronzea nel Piazzale di Ca' Bianca
E'
alta complessivamente due metri la Madonna bronzea che sorgerà
a Ca' Bianca, al Lido, nel Piazzale dedicato al cardinale La Fontaine.
L'opera (nella foto), creazione dello scultore Giorgio Bortoli,
verrà inaugurata mercoledì 11 alle 16,30 alla presenza
del vicesindaco Ugo Bergamo e probabilmente di monsignor Fusaro
in rappresentanza del patriarcato; una cerimonia religiosa e civile
nel contempo.
Progettazione ed esecuzione sono rispettivamente a cura del Banco
San Marco e della ditta Fabbrile & Bartoldini. "Si tratta
di un'opera moderna, stilizzata - spiega Giorgio Bortoli, 26 anni,
un curriculum artistico già costellato di tappe inportanti
- E' una costruzione in tondini di bronzo, sagomati secondo un ritmo
ascendente
"
Il Comune ha predisposto l'illuminazione notturna con un faro alogeno:
contribuirà non poco a rischiarare il piazzale che diviene,
così, autentico punto di riferimento in posizione mediana
rispetto all'isola, al crocevia tra Murazzi e laguna.
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"L'installazione
della statua non riveste unicamente un significato devozionale -
tiene a precisare Giorgio Bortoli - è un aspetto dell'arredo
urbano, un invito a moltiplicare iniziative di questo tipo al Lido,
da troppi anni autentica terra bruciata in tal senso. Basti il paragone
il paragone con Mestre, ex città operaia, ex dormitorio,
oggi centro vivibile grazie ad interventi che stanno profondamente
modificando il tessuto urbano". E' giusto rammentare allora
la "fontana" progettata da Bortoli, approvata dall'assessorato
ai Lavori pubblici, destinata ad arredare il piazzale delle "case
rosse" (alloggi Iacp e comunali).
L'opera è ancora sospesa nel limbo delle buone intenzioni
per mancanza di fondi. Un appuntamento importante dunque, quello
di mercoledì 11, giunto a coronamento di un calvario burocratico
durato più di un anno e che ha visto il progetto salire e
scendere le "dure" scale dell'assessorato all'Edilizia
privata e della Salvaguardia ai Beni Ambientali.
(Prof. Sandro Menegazzo)
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1985
![](1985%20-%20statuetta%20al%20Papa%20-%20La%20NUOVA%20x150.jpg)
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LA
NUOVA VENEZIA
Mercoledì 3 luglio 1985
Esposta
in Vaticano - La statuetta donata dalla Fenice
La
Scultura Sacra, dell'artista ventisettenne veneziano, Giorgio Bortoli,
donata al Papa (in occasione della sua visita qui in città)
dal personale di sala del Teatro La Fenice (il regalo è stato
atto, al termine del concerto fatto in suo onore) dal titolo dell'opera:
"No alla seconda crocifissione", verrà esposta
nel museo Vaticano a Roma.
L'opera raffigura un Cristo risorto, che si protende tutto verso
il cielo, volendo fare da faro, illuminando il mondo intero, dando
pace e speranza.La scultura di 50 cm è completamente scolpita
in legno di pino marittimo, ad esclusione di una piccola croce fatta
di bossoli saldati fra loro, provenienti dall'altopiano di Asiago
e Tonezza, residuati bellici della grande guerra '15 - '18, raccolti
dall'artista stesso.
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Giorgio
Bortoli dipendente del Teatro, ha esposto alla Bevilacqua La Masa
e fa parte di un noto gruppo di arti visive veneziano.
E'
stato iniziato artisticamente dal maestro Murer, conosciuto nei
boschi di Falcade, scomparso in questi giorni, allievo inoltre del
professor Borsato suo incitatore. Una sua scultura è collocata
perennemente nella chiesa di S. Rocco a Venezia, voluta dal rettore
monsignor Fusato.
Attualmente,
sta lavorando alla creazione di una grande scultura, che dovrebbe
essere collocata in una chiesa del Lido, dove l'artista risiede.
Nella foto Interpress: la statuetta mentre viene donata a Karol
Wojtyla.
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