2010

la pagina relativa allo Scultore Giorgio Bortoli
This page on the sculptor Giorgio Bortoli

Il Maestro Giorgio Bortoli, é inserito tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte

"I Grandi Maestri "

Realizzato dal Centro Diffusione Arte - Via L. Ariosto, 19 - 90144 PALERMO

The Master Giorgio Bortoli, is inserted between the pages of the prestigious Art Catalog
"I Grandi Maestri " (The Grand Masters)
Produced by the Centro Diffusione Arte (Arts Centre Spread) - Via L. Ariosto, 19 90144 PALERMO

Edition 2010

Giorgio Bortoli

Giorgio Bortoli is an assemblage sculptor who makes house. In the sense that using different materials, perceiving the vibrant essence, taking over their substance, coming into a formidable ensemble. Sincere and intricate web of sensitivity and sensibility, the texture of his sculptures beyond the boundaries of the physical dimensions that have to rise to potential metaphysical sich, almost informal. Although his is an art concept retains some ties with the representation given, respectively, the expressive value and taking care of the most important aspects with their expertise and talent of the great sculptural personality of the past. Dino Marasà

Domicile: B. Plumber, Venice Lido, 9 - 30126 Venice Studio: Via della Droma, 99-30126 Lido di Venezia (Venice) Tel / Fax 041 731389 - Cell 347 5950228
Website: www.bortoligiorgio.com
E-mail: bortoligiorgio@hotmail.com
References: collections, public and private national and foreign museums, squares, places of worship in New York, Geneva, Monaco di Baviera, Milan, Rome (see website).

Giorgio Bortoli was born in Venice, where he still lives and works. His artistic formation has its origin in the family, his paternal grandfather was in fact a painter and sculptor and a great connoisseur of music composed and played. Subsequently, following the valuable suggestions of Professor Borsato goes live artistic activity. In 1984 his work, Explosive Visus, has selected the 69th collective exhibition of the Fondazione Bevilacqua La Masa, the year following the work Maris Pisces, is selected to the 70 'edition of the exhibition. That same year, offers one of his creations, not entitled to the second crucifixion of Pope John II and is now located in the Vatican Museum in Rome. From these first steps in Venetian artistic path will be full of Giorgio Bortoli commissions and patronage that kept him busy in his hometown and abroad, particularly in Monaco of Bavaria, where for years it has consolidated its presence.

Among the critics:
G. Mazzariol, G. Perocco, M. Folin, ticks, F. Fuchs, O. Rosada, M. Cacciari, G. Monti, O. Brusatin.
Photo: Actress Valeria Golino with a sculpture of master Bortoli
Photo: Cardinal Ersilio Tonini with Christ off the sculptor Giorgio Bortoli, bronze and wood burned by the fire of the Teatro La Fenice di Venezia

Copertina del Catalogo 2010
Catalogue Cover 2010

2009

la pagina relativa allo Scultore Giorgio Bortoli
the page related to the Sculptor Giorgio Bortoli

Il Maestro Giorgio Bortoli, é inserito tra le pagine del prestigioso Catalogo d'Arte

"AVANGUARDIE ARTISTICHE"

Realizzato dal Centro Diffusione Arte - Edizioni e Promozioni Artistiche

Via L. Ariosto, 19 - 90144 PALERMO

The Teacher Giorgio Bortoli, you is inserted among the pages of the prestigious Catalog of art
"AVANGUARDIE ARTISTICHE" (artistic avant-garde)
Realized from the Center Diffusione Art - Editions and Artistic Promotions
Via L. Ariosto, 19 - 90144 Palermo

Copertina del Catalogo 2009
Cover of the Catalog 2009

2009

IL GAZZETTINO di Venezia
Giovedì 8 gennaio 2009
ARTE & DINTORNI

Nella scultura gli arcani simboli di Venezia

VENEZIA. Giorgio Bortoli sbarca, con grande successo, ad Asolo. Non ha frequentato accademie, ma soltanto studi di pittori e bravi artigiani, come gli artisti di un tempo. E' nata così la favola artistica dello scultore veneziano, che vive e lavora al Lido, la sua isola. Anche le sue ultime mostre ad Asolo e a Villa Pisani hanno avuto successo. L'esperienza in Germania con gli architetti progettisti dell'Olimpiaspark di Monaco lo ha portato come ha sostenuto anche Marino Folin al "superamento delle divisioni tra le arti", in questo caso la scultura e l'architettura, che si sono intersecate tra loro. Così è stata ideata la archiscultura in acciaio e vetro di 12 metri che si trova all'aeroporto "Marco Polo" . La maggior parte delle sue sculture sono realizzate in bronzo, ottone e acciaio inox. Ha realizzato opere anche con altri materiali quali vetro di Murano, alluminio, materie plastiche e legno. Tra le sue creazioni più apprezzate ci sono anche le medaglie coniate, nel luglio scorso, per il centenario dell'hotel Excelsior al Lido.
L'idea di partenza di Bortoli è sempre quella di imprimere una volontà ai più svariati materiali dell'arte, intrapresa probabilmente dalla sua lontana origine in una famiglia di stampatori, in città dove la stampa e il disegno dei caratteri era diventata la forma del messaggio delle cultura scritta e letta. Accanto a questa arte, ormai antica, il fatto che la famiglia Bortoli abbia lavorato nel secolo dell'elettricità a creare la luce e le ombre discrete di Venezia, ha messo anche Giorgio Bortoli nella difficile arte di congiungere e sollecitare passato e presente anche nelle pietre e nelle acque di Venezia. "La sua - si legge nelle note introduttive della sua ultima mostra tenutasi ad Asolo - è un arte diffusa che approfondisce le tecniche fusorie per gli arcani simboli di Venezia che diventano ora e sempre contemporanei.
Ad esempio i leoni volanti nuotano in un aria liquida, La fenice riprende la forma bronzea di un'icona salvata dalla acque e dal fuoco oppure l'altra Fenice che rinasce dalla liquidità di quel fuoco che diventa vetro oppure i triplici ferri della Gondola ondeggianti e semilucidi nel vetro acidaro". Maggiori informazioni sull'artista si possono trovare anche nel sito internet www.bortoligiorgio.com.
Lorenzo Mayer

IL GAZZETTINO of Venice
Thursday 8 January 2009
ART & SURROUNDINGS

In sculpture the arcane symbols of Venice

VENICE. Giorgio Bortoli lands, with great success, in Asolo. He did not attend academies, but only studies of painters and good craftsmen, like the artists of the past. Thus was born the artistic fable of the Venetian sculptor, who lives and works at the Lido, his island. His latest exhibitions in Asolo and Villa Pisani have also been successful. The experience in Germany with the architects of the Olimpiaspark in Munich led him as Marino Folin also argued to "overcome the divisions between the arts", in this case sculpture and architecture, which intersected each other. This is how the 12-meter steel and glass archisculpture was created, located at the "Marco Polo" airport. Most of his sculptures are made of bronze, brass and stainless steel. He has also created works with other materials such as Murano glass, aluminum, plastic materials and wood. Among his most appreciated creations there are also the medals coined, last July, for the centenary of the Excelsior hotel at the Lido.
The starting idea of ??Bortoli is always to impress a will on the most varied materials of art, probably undertaken from its distant origin in a family of printers, in the city where the printing and drawing of the characters had become the shape of the message of written and read culture. Alongside this ancient art, the fact that the Bortoli family worked in the century of electricity to create the light and discrete shadows of Venice, has also put Giorgio Bortoli in the difficult art of joining and soliciting the past and present also in the stones and in the waters of Venice. "His - reads the introductory notes of his last exhibition held in Asolo - is a widespread art that explores the melting techniques for the arcane symbols of Venice that are now and always contemporary.
For example the flying lions swim in a liquid air, The phoenix takes the bronze form of an icon saved from water and fire or the other Phoenix that is reborn from the liquidity of that fire that becomes glass or the triple irons of the swaying Gondola and semi-gloss in acid-etched glass ". More information on the artist can also be found on the website www.bortoligiorgio.com.

Lawrence Mayer

2008

LA NUOVA VENEZIA
A cura della
A. Manzonl S.p.A.
CARNET VENETO
Venerdì 5 dicembre 2008

L’arte non si blocca!

Foto in alto a sinistra: Claudio Barbiero del Ristorante “Gran Viale”, l’attrice Isabella Ragonesi e lo scultore G. Bortoli

Testo al centro: Ristorante Gran Viale
Claudio e Luciano vi aspettano nel loro ristorante, locale completamente rinnovato. La cucina dei Lidensi, dei Veneziani e degli Artisti. Al Lido di Venezia in Gran Viale

Foto in alto a destra: Il premio corona per l’attrice Isabella Ragonesi, realizzato da Giorgio Bortoli

65a Mostra Internazionale del Cinema del Lido di Venezia

Foto in centro a sinistra: 4 gennaio 2008 - Nando Gazzolo e Giancarlo Giannini con il premio “Lettera d’Argento”, realizzata dallo scultore Giorgio Bortoli, al centro.
Foto in centro a destra: 2007 - Villa Emo di Fasolo (altorilievo in bronzo su acciaio inox), opera pubblicata sulla copertina del libro intitolato:
TUTELA E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE - LO STRUMENTO DEL VINCOLO
Dalle Ville Palladiane alla conservazione del paesaggio: regime giuridico e regime fiscale a cura di Guglielmo Monti e Cesare Crova Casa editrice: IL PRATO

Foto in basso a sinistra: 2008 - Fenice in vetro di Murano esposta alla mostra di Asolo

Credo che la scultura del Bortoli vada vista, anzi letta, come una poesia: “per il senso di elevata tensione spirituale”
Alessandro Quasimodo
fu Salvatore

www.bortoligiorgio.com
L’Associazione Culturale Venezia - Marghera - New York,
Vi invita a consultare il sito internet dell’Artista

LA NUOVA VENEZIA
Edited by her
A. Manzonl S.p.A.
CARNET VENETO
Friday December 5 th 2008

The art doesn't jam!

Photo aloft to the left: Claudio Barbiero of the Restaurant “Gran Avenue”, the actress Isabella Ragonesi and the sculptor G. Bortoli

Text to the center: Restaurant Gran Avenue
Claudio and Luciano wait you in their restaurant, local completely renewed. The kitchen of the Lidensis, of the Venetians and of the Artists. To the Beach in Venice in Gran Avenue

Photo aloft to the right: The prize crowns for the actress Isabella Ragonesi, realized by George Bortoli

65a International Show of the Cinema of the Beach in Venice

Photo in center to the left: January 4 th 2008 - Nando Gazzolo and Giancarlo Giannini with the prize “silver Letter”, realized by the sculptor Giorgio Bortoli to the center.
Photo in center to the right: 2007 - villa Emo of Fasolo (altorilievo in bronze on steel inox), work published on the cover of the entitled book:
GUARDIANSHIP IS MAINTENANCE OF THE CULTURAL PATRIMONY - THE TOOL OF THE TIE
Villas give Palladiane to the maintenance of the landscape: juridical regime and regime fiscal edited by William Monti and Caesar Crova publishing House: THE LAWN

Photo in low to the left: 2008 - phoenix in glass of they Wall up exposed to the show of Asolo

I believe that the sculpture of the Bortoli is goes seen, rather glance as a poetry: “for the sense of elevated spiritual tension”
Alexander Quasimodo
it was Savior

www.bortoligiorgio.com
The association Cultural Venice - Marghera - New York,
He invites you to consult the site internet of the artist

2006

"Uno dei cavalli" di Giorgio Bortoli

Artista profondamente immerso nell'attualità, Giorgio Bortoli ama spesso rapportame le vicende ad avvenimenti e realizzazioni passate. Così nella grande scultura che raccorda al campanile di S.Marco un grattacielo di New York, come nel raffronto tra l'alluvione di Venezia e lo Tsunami o nelle piccole fusioni fissate su un autentico mattone della torre campanaria marciana crollata.
Senza compromissioni stilistiche, la realtà di oggi viene accostata alla storia e ne riceve una nuova profondità, radicata nel sentimento, tipico di una civiltà millenaria come quella veneziana, che tutto quello che accade, pur avendo una sua peculiarità inimitabile, rimanda a qualcosa che è già avvenuto.
In questa sua ultima opera il rapporto tra presente e passato è ancora più stretto e nello stesso tempo non rinuncia a misurare tutta la distanza che li separa. Il modello a cui si riferisce è uno dei trenta cavallini lignei settecenteschi, alti circa un metro, che decoravano le scuderie della villa Pisani di Stra. La sua immagine, lievemente stilizzata, è stata riprodotta, ingrandita, come sagoma bidimensionale tagliata con una sofisticata tecnica al plasma, su un foglio di spesso acciaio "courtain". Tre di queste sagome, sfalsate verso l'alto, sono state accostate, distanziate di una decina di centimetri, e raccordate con legature che ne fanno una trave reticolare all'appoggio a terra, realizzato su una base ellittica a sua volta ancorata ad una piastra rettangolare.
La complessa operazione, a lungo progettata ma realizzata rapidamente, è volta ad esprimere, con la tecnica futuri sta della successione di profili, il movimento di un corpo quasi liberato del suo peso.
Considerando però che il corpo in questione è un manufatto vecchio di quasi tre secoli, l'espressione artistica si carica di un bagaglio metaforico molto più complesso. Esprime la volontà di dinamizzare un oggetto della tradizione artistica e di restituirlo, per questa via, alla percezione del nostro tempo, operando così una vera e propria valorizzazione. Trattandosi di una trasposizione che esclude,
proprio per il suo carattere di attualità, qualsiasi pedissequa imitazione, si affida a tecniche completamente industriali, anche se guidate da una sapiente manualità.
Il risultato rappresenta. perciò non solo una nuova interpretazione del cavallo che s'impenna, ma anche l'anacronismo di un simbolo della velocità ormai completamente superato. Questa seconda lettura è resa evidente proprio dalla resistenza che il modellato originario, ispirato ad una verosimiglianza filtrata dalla stilizzazione barocca, oppone ad una sua riproposizione in chiave di simbolismo astratto. Ridotta ad icona bidimensionale, la plasticità della scultura lignea non si lascia avvolgere dallo sguardo, né tanto meno percorrere girando gli attorno, tant'è vero che lo scultore, per addolcire il contrasto, ha fatto ricorso a sofisticate correzioni ottiche come la leggera calandratura delle sagome.
Ancora una volta, Bortoli ci offre dunque un'immagine non consolatoria del dialogo tra contemporaneità e tradizione, mostrando con chiarezza come le tecniche riproduttive di cui disponiamo non possono essere usate se non filtrate da un profondo senso critico. La coscienza della nostra distanza abissale da un passato neppure troppo remoto diviene così evidente e si trasforma nel vero messaggio che il monumento ci trasmette. E' un risultato che ci. può essere
offerto da un artista coraggioso, così vicino allo scorrere del tempo da non temere di guardare in faccia le conseguenze senza infingimenti.
Il premio del suo ardire lo ottiene dando alla durata dell'opera il valore di un ulteriore strumento di espressione e arricchimento. Se, ad esempio, riflettiamo sul colore dell'opera, ci accorgiamo che la scelta di piani e dei materiali non è casuale. L'acciaio "courtain" è molto sensibile all'invecchiamento e reagisce diversamente sui piani verticali e orizzontali, quindi le sagome equine, nel tempo, acquisiranno una colorazione diversa dalla base, che si trasformerà sempre più in terreno accentuando lo slancio del resto. Allo stesso modo i tagli inseriti nelle sagome introdurranno con sempre maggiore evidenza sfumature e ombreggiature nel corpo del cavallo, che sarà quindi meno rigido. L'opera dunque, avendo reso omaggio con onestà alle difficoltà del tempo; sarà in grado di affrontare un futuro ricco di soddisfazioni.

Architetto Guglielmo Monti
Soprintendente della Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici per il Veno Orientale

"One of the horses" by Giorgio Bortoli

An artist deeply immersed in current affairs, Giorgio Bortoli often likes to relate the events to past events and realizations. So in the large sculpture that connects to the bell tower of St. Mark a skyscraper in New York, as in the comparison between the flood of Venice and the Tsunami or in small castings fixed on an authentic brick of the collapsed Marcian bell tower.
Without stylistic compromises, today's reality is approached to history and receives a new depth, rooted in sentiment, typical of a thousand-year-old civilization such as the Venetian one, that everything that happens, despite having its own inimitable peculiarity, refers to something that is already happened.
In this last work the relationship between present and past is even closer and at the same time does not renounce to measure all the distance that separates them. The model to which it refers is one of the thirty eighteenth-century wooden horses, about one meter high, which decorated the stables of the Villa Pisani in Stra. Its image, slightly stylized, has been reproduced, enlarged, as a two-dimensional shape cut with a sophisticated plasma technique, on a sheet of thick steel "courtain". Three of these shapes, offset upwards, have been put together, spaced about ten centimeters, and connected with ligatures which make it a truss beam to the support on the ground, made on an elliptical base in turn anchored to a plate rectangular.
The complex operation, long planned but realized quickly, is aimed at expressing, with the future technique of the succession of profiles, the movement of a body almost freed of its weight.
However, considering that the body in question is an artifact that is almost three centuries old, the artistic expression is charged with a much more complex metaphorical baggage. It expresses the will to dynamize an object of the artistic tradition and to return it, in this way, to the perception of our time, thus operating a true and proper valorization. Being a transposition that excludes,
precisely because of its current character, any pedestrian imitation, relies on completely industrial techniques, even if guided by a skilful dexterity.
The result represents. therefore not only a new interpretation of the rearing horse, but also the anachronism of a symbol of speed that has now been completely overcome. This second reading is made evident precisely by the resistance that the original modeling, inspired by a verisimilitude filtered by the baroque stylization, opposes a re-proposition in terms of abstract symbolism. Reduced to a two-dimensional icon, the plasticity of the wooden sculpture does not allow itself to be enveloped by the gaze, nor does it travel by turning around, so much so that the sculptor, to soften the contrast, has resorted to sophisticated optical corrections such as the slight calendering of the silhouettes.
Once again, Bortoli offers us a non-comforting image of the dialogue between contemporaneity and tradition, clearly showing how the reproductive techniques we have available can not be used if not filtered by a deep critical sense. The awareness of our abysmal distance from an even too remote past becomes so evident and is transformed into the true message that the monument transmits to us. It is a result that there. could be
offered by a courageous artist, so close to the passage of time that he does not fear to face the consequences without pretense.
The prize of his daring is obtained by giving the duration of the work the value of a further instrument of expression and enrichment. If, for example, we reflect on the color of the work, we realize that the choice of plans and materials is not accidental. The "courtain" steel is very sensitive to aging and reacts differently on the vertical and horizontal planes, so the equine shapes, over time, will acquire a different color from the base, which will be transformed more and more into the ground accentuating the momentum of the rest. In the same way the cuts inserted in the shapes will introduce more and more evidences shades and shadings in the body of the horse, that will therefore be less rigid. The work therefore, having paid tribute with honesty to the difficulties of the time; will be able to face a future full of satisfactions.

Architect Guglielmo Monti
Superintendent of the Superintendence for Architectural and Landscape Heritage for Eastern Veneto

2006

Progetto Catene

Scultura di Giorgio Bortoli da collocare all'ingresso di Catene - Marghera

E' nato il progetto Catene, una composizione in bronzo dove la simbologia storica si unisce alla dinamica della Cominità.
Da un vomere dell'aratro nasce "spontaneamente" una chiglia di un'imbarcazione. Questa chiglia è tanto indefinità nell'esteriorità - praticamente le catene irte ne costituiscono uan semplice intelaiatura - quanto riconoscibile nellessenza che ne sta alla base.E' co
me se in questa opera la terra si ritrovasse trasformandosi ne lcontesto dell'acqua. Così come Catene, originariamente borgo rurale e agreste, si è ritrovato oggi ad essere - con tutte le contraddizioni che ne conseguono - parte di quella unica e complessa città che è Venezia.

Roberto Turetta - Presidente VI Commissione Consiglio Comune di VeneziCultura - Turismo - Tradizione

I plan Chains

Sculpture of George Bortoli to be put to the entry of Chains - Marghera

And' been born the project Chains, a composition in bronze where the historical simbologia unites him to the dynamics of the Community.
From a ploughshare of the plow it is born "spontaneously" a keel of a boat. This keel is so much indefinità in the appearance - practically the chains irtes constitute uan of it simple framework - how much recognizable nellessenza that it is to the base of it.
And' as if in this work earth finds again him turned into the context of the water. As Chains, rural and rural suburb, is originally found again today to be, with all the contradictions that achieve part of that only and complex city that is Venice of it.

Roberto Turetta - President You Committee Consiglio Common of VeneziCultura - Tourism - Tradition

2005

LEGGEREZZA

Mi piace particolarmente l'ultima scultura dello scultore veneziano Giorgio Bortoli, ora collocata in occasione della 51a Esposizione d'Arte della Biennale di Venezia a san Marco, posata su bricole in riva del Fondaco della Farina a fianco dell'Harri's Bar, per poi ritornare nella sede della Soprintendenza dei Beni Architettonici a Palazzo Cappello dove appunto era stata esposta in anteprima per la Settimana Nazionale della Cultura. Io come collezionista e mercante ne ho già acquistate circa una decina per i miei ristoranti d'arte che ho qui a Monaco di Baviera.
Immersa in una luce che la fa apparire come sospesa sull'acqua, i 4 metri di altezza conferiscono all'opera un'imponenza alla quale ben si contrappone il particolare artistico di Bortoli, il quale ha fatto del "togliere" e della "materia mancante" uno dei suoi tratti distintivi. L'idea per "Leggerezza"", questo il titolo della realizzazione, nasce, se ben ricordo, circa due ani fa in occasione del premio "Una vita nella Musica" realizzato da Bortoli in bronzo, filiforme ed intitolato "La Danzatrice", per la regina della danza Carla Fracci e l'architetto Renzo Piano.
"Leggerezza" si compone di cinque figure ispirate a ballerine, scomposte nella loro distribuzione a scalare, con dei tagli nella lamiera e delle sezioni nette, nella prospettiva di un movimento di torsione.
Grazie al patrocinio del Gruppo Grigolin l'artista ha potuto realizzare la scultura che è stata donata al Ministero dei Beni Culturali.

Interessante la targa posta sul basamento, che riporta la frase di Albert Einsten "l'arte è l'espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice", proposta da Grigolin S.p.A., che ha trovato nel Bortoli, un estimatore del grande scienzato.
Ammiro questo scultore lagunare sin da quando approdò qui nel Bayer, sono passati diversi anni, ricordo le interviste radiofoniche alla Bayerischer Rundfunk, le lunghe discussioni con i progettisti architetti dell'Olimpiaspark, mi piace il suo aspetto "metafisico" enigmatico, a volte le cose bisogna guardarle "da un'altra angolazione" concentrandosi con calma sulla loro storia antica, che spesso è radicata nel mito, ecco perché voglio donare alcune sculture del Bortoli alla "Nuova Pinakothek der Moderne che si trova in uno dei più belli quartieri di Monaco.

Claudio Zanuttigh "Der Katzlmacher" Munchen 2005
Dr. Pietro Roselli "Istituto Italiano di Cultura"

Lightness

I particularly like the latest sculpture by the Venetian sculptor Giorgio Bortoli. At the moment, while the 51st Venice Biennial Exhibition of Visual Arts is on, it is being shown in St Mark's Square, on the bank of Fondaco della Farina beside Harry's Bar, from where it will return to the Soprintendenza dei Beni Architettonici in Palazzo Capello where it was being shown during the National Week of Culture. As a collector and dealer I have already bought about ten for my restaurants in Munich.
It is immersed in a light which makes it seem as though it were suspended about the water. Its fourteen metres of height make it an imposing piece which contrasts well with the ideas of 'removing' and 'missing material', one of the sculptor's distinctive traits. The idea for the piece, 'Lightness', came about two years ago for the award 'A Life in Music' and was made by Bortoli in bronze and titled 'The Dancer', made for the queen of dance, Carla Fracci and the architect Renzo Piano.
'Lightness' is made of 5 figures inspired by dancers. Thanks to the support of Gruppo Grigolin, the artist was able to make the sculpture which has been donated to the Ministry of Cultural Property. The plaque on the base is interesting.
On it is written a phrase by Albert Einstein, "Art is an expression of the most profound thought in the most simple way". Grigolin SPA has found Bortoli to be a great admirer of the scientist. I admire this sculptor of the lagoon. Several years have passed since I heard him speaking on the radio with Bayerischer Rundfunk, the long discussions with the architects of Olimpiaspark. I like his enigmatic metaphysical side. Sometimes we need to look at things differently, concentrating calmly on their ancient history, often rooted in myth, which is why I would like to donate some of Bortoli's sculptures to the Neue Pinakothek der Moderne which is in one of Munich's finest areas.

Claudio Zanuttich - Der Katzlmacher - Munich 2005
Dr Pietro Roselli - Istituto Italiano della Cultura.

2005





MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PER IL PAESAGGIO DEL VENETO ORIENTALE - Palazzo capello - Santa Croce, 70 - 30125 VENEZIA

ONDA 1986 - 2005
Giorgio Bortoli aveva realizzato, nel 1986, un opera in acciaio rappresentante un'onda su paline, con una piccola Venezia in bilico, simboleggiata dai suoi monumenti maggiori.
Era un monito, significativamente esposto su un pontile galleggiante in Canal Grande, per ricordare l'alluvione del '66 e mettere in guardia dalle nefaste conseguenze che possono derivare dal moto ondoso.
Forse un tentativo di rimozione, era stata affondata ed oggi torna alla luce.
Lo scultore, che da due anni collabora con la Soprintendenza che dirigo, ha potuto così restaurare la propria delicata creatura, rovinata dall'ossido dell'acqua marina ma riportata al primitivo splendore con le tecniche più aggiornate. La sua esposizione al Salone dei Beni Culturali intitolato "restaura" diviene quindi un importante occasione per ricordare ai veneziani e al mondo intero l'immensa responsabilità nei confronti di un patrimonio incomparabile ma purtroppo molto fragile.

IL SOPRINTENDENTE (Arch. Guglielmo Monti)
Venezia 25 ottobre 2005

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PER IL PAESAGGIO DEL VENETO ORIENTALELE - Palazzo capello - Santa Croce, 70 - 30125 VENEZIA

In 1986 a Bortoli's steel work represented a little Venice, symbolized by its main monuments, poised on a wave placed on some piles.
It was a warning placed on a pier in the Grand Canal to remind people the terrible 1966 flood and to warn people from the bad consequences swell can cause. The work sinked, probably for a removal attempt, but today it has been brought to light again.
The sculptor, who collaborates with the office I direct, restored his delicate creature (ruined by the marine water oxide) using the most up-to-date techniques.
The work presence at the Cultural Heritage Exhibitions 2005 "Restaurata" will be an important occasion to remind Venetians & everyone the immense responsibility we have upon an incomparable, but fragile, heritage.

Arch. Guglielmo Monti - CULTURAL HERITAGE MINISTRY
Venice, 25th october 2005


" T s u n a m i ? "

Fa un immenso piacere ritrovare fra gli stand di "Restaura" questa opera di Giorgio Bortoli, realizzata nel 1986 in acciaio e bronzo e rappresentante una serie di onde su paline che sovrastano Venezia, in precario equilibrio qui rappresentato da alcuni dei suoi monumenti e simboli stilizzati e, contemporaneamente, compressi ed amalgamati.
Una scultura che al tempo stesso negli anni ottanta voleva essere monito e denuncia della fragilità di questa città e della sua impotenza nei confronti del moto ondoso, un'opera che, significativamente esposta su un pontile galleggiante sul Canal Grande, era stata affondata e che oggi, una volta recuperata dai fondali del Canal Grande, torna alla luce grazie alle tecniche più aggiornate che ne hanno permesso il recupero perfetto dei materiali originari togliendole l'ossido prodotto dall'acqua della Laguna.
Ma quello che non può non balzare agli occhi del pubblico oggi è l'integrazione dell'opera di un leone alato di San Marco che beffardamente pratica il surf sulla cresta di una della tre onde: un amaro e sarcastico sbeffeggiamento e al tempo stesso una drammatica resa che l'artista veneziano attribuisce alla sua città che a distanza di tanti anni e con l'avvio delle opere del Mose resta inerte di fronte ai suoi drammi, incapace di difendere e proteggere i suoi splendori.
L'incertezza di quello che preserva il futuro alla città, la fragilità del sistema città di Venezia, le contraddizioni di un bisogno di cambiare vissute da una città dove invece imperversa, anche a livello mentale, la staticità e l'autocompiacimento: e giustamente ecco arrivare la provocazione conseguente di Bortoli con il restauro anche del titolo dell'opera che diviene così "TSUNAMI?"…
Giorgio Bortoli, come sempre schietto e senza filtro, con la stessa verace e diretta crudezza dei materiali che da sempre utilizza, colpisce ancora una volta al cuore e alla mente del pubblico declamando l'amore per la sua fragile città e al tempo stesso denunciando il beffardo destino e il sarcastico atteggiamento con cui la tratta l'umanità e , cosa che forse ancor più fa soffrire l'artista, la stessa gente di Venezia.

Roberto Turetta - Presidente VI Commissione Cultura e Turismo
Comune di Venezia

" T s u n a m i ? "

Ago an immense pleasure to find again among the stands of "it Restores" this work of George Bortoli, realized in 1986 in steel and bronze and representative a series of so that on ranging rods that overhang Venice, in precarious equilibrium here represented by some of its monuments and stylized symbols and, contemporarily, compressed and amalgamate.
A sculpture that at the same time in the eighties he wanted to be warning and report of the brittleness of this city and his/her impotence towards the wavy motion, a work that, meaningfully exposed on an afloat wharf on the Canal Grande, he had been sunk and that once recovered today by the backdrops of the Canal Grande, it returns to the light thanks to the most up-to-date techniques that have allowed the perfect recovery of the native materials of it removing from her the oxide produced by the water of the Lagoon.
But what is not able not to jump to the eyes of the public today is the integration of the work of a winged lion of St. Mark that mockingly it practises the surf on the crest of one of the three waves: a bitterness and sarcastic sbeffeggiamento and at the same time a dramatic surrender that the Venetian artist attributes to his city that to distance of so many years and with the start of the works of the Mose he stays inactive in front of his plays, incapable to defend and to protect his shines.
The uncertainty of that that preserves the future to the city, the brittleness of the system city of Venice, the contradictions of a need to change lived from a city where instead it rages, also to mental level, the stillness and the self-satisfaction: and justly here is to also arrive the consequent provocation of Bortoli with the restauration of the title of the work that becomes so "TSUNAMI? "…
George Bortoli, as always sincere and without filter, with the same veracious and direct rawness of the materials that uses for a long time, it strikes once more to the heart and the mind of the public declaiming the love for his fragile city and at the same time reporting the mocking destiny and the sarcastic attitude with which draws her the humanity and, thing that perhaps still more it makes to suffer the artist the same people of Venice.

Roberto Turetta - President You Committee Culture and Tourism
Common of Venice

2004

Mi piace molto questo bronzetto stilizzato che mi è stato dedicato dai veneziani, mi piace questo materiale, trovo originale ed interessante il basamento fatto con un mattone reperto del vecchio campanile di San Marco.
Ho visto poco dello scultore Giorgio Bortoli vero veneziano, ma quel poco mi basta, la grande scultura che trovo ad accogliermi ogni volta che arrivo all'aeroporto di Venezia, mi fa sentire a casa.Trovo estremamente interessante la simbiosi tra l'acciaio e il vetro, la verticalità di Venezia con i suoi palazzi e campanili e la mia città New York, con i suoi building, magia di "ombre e nebbia" nell'acqua.
Colgo in questa grandiosa opera, tanto, tanto simbolismo, stupende le due statue della Libertà illuminate dall'interno. Sarebbe ideale e mi auguro che, una seconda copia possa trovare collocazione, all'aeroporto di New York o magari nel posto che io amo di più il Central Park.

Woody Allen
Teatro Malibran Venezia - dicembre 2004

I very much like this little styled bronze Venetians dedicated to me! I like this material and I think the basement - created with an ancient brick of the old S.Mark's bell tower - is very original. I haven't seen a lot of Bortoli's works (truly Venetian), but it's enough: the big sculpture greets me every time I arrive at Venice Airport and makes me feel home. The symbiosis between steel and glass - which represents the verticality of Venice, with its palaces and bell towers, and of my city New York, with its buildings - a magic of "shadows and fog in the water", is absolutely interesting.
There is so much symbolism in this magnificent work: the two statues of Liberty illuminated from the inside are wonderful. I hope a second copy can be placed in New York Airport or even in Central Park, the place I love most.

Woody Allen
Malibran Theatre - Venice, 2004


2004

To the Hon.
Mayor Michael R. Bloomberg
City Hall
NEW YORK, NY 10007
U.S.A.

IL SINDACO
Venezia 23 settembre 2004 - Prot. 307163 /SV

Signor Sindaco, caro Collega,
ho l'onore e il piacere dì rivolgermi a Lei per trasmetterLe anzitutto il saluto più cordiale da parte della città di Venezia e mia personale. Da tempo ormai New York e Venezia hanno riconosciuto una straordinaria, affinità che le unisce, al di là della distanza geografica e della diversa storia. Nell'immaginario collettivo, ognuna rappresenta oggi, pur nelle naturali differenze il luogo della creatività e dell'incontro, dove gli uomini di ogni razza e cultura e fede religiosa possono convivere ed operare insieme, trovando in esse motivi di ispirazione per nuove idee in ogni campo e l'ambiente adatto per veicolarle al meglio.
Recentemente, Venezia ha dimostrato là propria vicinanza a New York e la speciale simpatia che nutre per i suoi abitanti attivandosi e manifestando in modo concreto la più profonda solidarietà dopo i tragici attentati dell' 11 settembre del 2001. E' pertanto in spirito di sincera amicizia e di collaborazione che Le scrivo per illustrarLe il progetto di un mio concittadino, il signor Giorgio Bortoli.
Il signor Bortoli, di. antica famiglia veneziana, è uno scultore apprezzato e presente da oltre venti anni nelle maggiori esposizioni d'arte. Sue opere sono ospitate nelle più importanti istituzioni, come i Musei Vaticani a Roma. Nel 2002, nel quadro di una iniziativa culturale denominata "Marghera - Venezia - New York", egli creò una scultura che, esposta per alcuni mesi in una Piazza di Marghera (il Quartiere industriale di Venezia), suscitò l'unanime ammirazione del pubblico e della critica.
L'opera è una installazione particolare, misto di architettura e di scultura, alta 12 metri e, ciò che conta e che più mi preme di sottoporre alla Sua attenzione, rappresenta il Campanile di San Marco contenuto all'interno della Metropolitan Life Tower di New York. Questa, come si sa, fu a sua volta costruita nel 1909 dall'architetto Le Brun su immagine del Campanile di San Marco quasi per trapiantare sul suolo americano un grande emblema europeo.
Nella scultura di Giorgio Bortoli la Metropolitan Life Tower diviene "contenitore" del Campanile di San Marco, che sembra trovare riparo all'interno di essa. E' una struttura ricca di valori simbolici, che rivela l'intento dell'autre di esprimere l'esigenza e il desiderio che la modernità, in qualsiasi sua forma, non distrugga il passato, ma lo tuteli. In essa, l'acciaio si coniuga al vetro e addirittura a frammenti dell'antico Campanile di San marco, crollato nel 1902, recuperati dallo scultore in mare dov'erano stati scaricati.
Ora il Signor Bortoli ambisce a che la sua opera sia traslocata a New York e lì debitamente esposta. E' un progetto che, in considerazione di quanto Le ho sopra descritto, condivido senz'altro ed è appoggiato da un gruppo di finanziatori privati, i quali si farebbero carico di sostenere le relative spese. A Lei, caro Collega, mi rivolgo per chiederLe di verificare la disponibilità di un idoneo spazio a New York in cui collocare l'opera, che da ultimo ha conosciuto persino il prestigioso scenario del Canal Grande.
Confido che il progetto possa interessarLe e quindi trovare positivo riscontro. Questo si inserirebbe nell'ambito dei già intensi e proficui rapporti culturali tra le nostri città, che costituiscono un eccellente esempio di cooperazione per il mondo intero. RingraziandoLa del Suo personale interessamento e delle comunicazioni che vorrà fornirmi al riguardo, mi valgo della circostanza quanto mai propizia per inviarLe, con i sensi della mia considerazione, i più cordiali saluti.

Paolo Costa

 

To the Hon.
Mayor Michael R. Bloomberg
City Hall
NEW YORK, NY 10007
U.S.A.

THE MAYOR
Venice 23 September 2004 - Prot. 307163 /SV

Dear Mayor,
I have the pleasure of sending you the most cordial greetings from the city of Venice and my staff. For a long time now New York and Venice have shared a particular affinity that connects the two cities over and above the geographical distance and the varied histories that separate them. In the imaginary collective each city, despite the differences in their nature, represents a place of creativity and a meeting point for men of every race, culture and religious faith, where they can live and work together, inspired by their respective cities to find inspiration for contributing new ideas in every field.
Recently, Venice has shown her solidarity and profound sympathy with New York and New Yorkers after the tragic attacks of September 11, 2001. Therefore in spirit of sincere friendship and collaboration, I am writing to you to outline the plan of my fellow citizen, Giorgio Bortoli.
Mr. Bortoli, descended from an ancient Venetian family, is a sculptor who has been showing his work for over twenty years in important art exhibitions. His work may be seen in galleries such as the Vatican Museum in Rome. In 2002, for an exhibition entitled "Marghera - Venice - New York", he created a sculpture that was exhibited for some months in a public square of Marghera (the industrial Quarter of Venice), and received the unanimous admiration of the public and the critics.
The work is an installation combining architecture and sculpture, 12 meters high and, more importantly, represents the Bell tower of Saint Mark contained within New York's Metropolitan Life Tower. As you well know, the Metropolitan Life Tower was built in 1909 by the architect Le Brun based on an image of the bell tower of Saint Mark, in order to bring a large emblem of Europe to America.
In Giorgio Bortoli's sculpture the Metropolitan Life Tower becomes the "container" for the Bell tower of Saint Mark, so that it seems to find shelter inside. The sculpture is rich in symbolic values, it reveals the author's attempt to express the requirement and the desire that modernity, whatever its shape, does not destroy the past but protects it. In the sculpture, steel is joined to glass, and also contains fragments of the original ancient Bell tower of Saint Mark which collapsed in 1902, which the artist managed to pull out of the sea where they had been dumped.
Mr. Bortoli's desire would be to see his work exhibited in New York. It is a plan that, given the sculpture's symbolism, I wholeheartedly share and is supported by a group of private sponsors who would be prepared to cover expenses. I was wondering if you would be able to suggest the availability of a suitable space in New York in which exhibit the work, the last place it was show was on the Canal Grande of Venice.
I trust that this project may be of interest to you and hope therefore to receive a positive reply. This would become part of the already intense and profitable cultural relationships between our cities, which stand as an excellent example of cooperation for the entire world. I would like to thank you for your time and personal attention to this matter and any future correspondence we may enter into. I send you once again my most cordial greetings, Yours sincerely.

Paolo Costa

2004

IL SILENZIO DEL GIUSTO

Potrei parlare moltissimo sul significato della scultura che Giorgio Bortoli ha creato in memoria di mio padre, preferisco lasciare all'immaginazione di che la vede, è pensata per suscitare qualcosa di indescrivibile, alla tragedia, alla deportazione che porterà allo sterminio nazista di un popolo.Guardare questa scultura in bronzo, raffigurante il vagone dei deportati, con le sbarre sui piccoli finestrini che fanno intravedere alcune teste e mani, fa provare una forte sensazione, l'artista riesce a far nascere in noi un turbamento, un effetto nello spirito, nei nostri sentimenti, un'impressione per non dimenticare.

(Giorgio Perlasca Giusto delle Nazioni Fondazione) Padova maggio 2004 - Franco Perlasca Presidente

The Right's Silence

I could talk about the meaning of the work created by Bortoli in memory of my father, but I prefer to give everyone the possibility to imagine. This work was born to stir up emotions referred to the tragedy, the deportation and the Nazi extermination of a race.

Look at this bronze sculpture; it represents a deportee's coach, with barred windows; you can note some heads & hands inside. With this work the artist gets people upset, causing an effect in everyone's soul & feelings. An impression never to forget.

Franco Perlasca (President)
GIORGIO PERLASCA FOUNDATION
Padua, may 2004

2003

LA NAZIONE - IL GIORNO - il RESTO del CARLINO
giovedì 4 settembre 2003

Le pagelle di Giampalo Pioli - 8a Venezia "dentro" New York .
E' la suggestiva idea dello scultore venezianissimo Giorgio Bortoli che ha messo a galleggiare in laguna e vicino alle stazioni dei vaporetti i suoi campanili-grattacielo luminosi incastrati l'uno nell'altro chiamandoli "le due torri".
Sono la fusione incestuosa e tenera del Metropolitan Life Tower di Manhattan che quasi partorisce e protegge la più piccola guglia di San Marco inserita al suo interno.

Gli americani se ne sono già innamorati subito e il colpo d'occhio, di notte, in motoscafo lungo i canali provoca un'autentica emozione che allunga dal Lido dove si tiene la sua mostra, alla terraferma, la grande ondata di realtà e finzione magica respirata per giorni alla Mostra del cinema.

 

THE NATION - THE DAY - THE REST of CARLIN
Thursday 4 September 2003

The report cards of Giampalo Pioli - 8th Venice "inside" New York.
It is the suggestive idea of the Venetian sculptor Giorgio Bortoli who set his bright skyscraper bell towers embedded in each other, floating in the lagoon and near the vaporetto stations, calling them "the two towers".
They are the incestuous and tender fusion of the Metropolitan Life Tower in Manhattan that almost gives birth and protects the smallest spire of San Marco inserted inside.

The Americans have already fallen in love with it immediately and the glance, at night, by motorboat along the canals provokes an authentic emotion that extends from the Lido where his show is held, to the mainland, the great wave of reality and magical fiction breathed for days at the Film Festival.

2003

CREATORI DI UTOPIE

SCONFINARE = ENTRARE
Ecco un esempio tipico di sconfinamento di un artista nel campo dell'architettura, mi riferisco allo scultore Giogio Bortoli, quando guardo la grande scultura metallica e vitrea, che si trova nell'aeroporto di Venezia, mi viene in mente Aldo Rossi, con il suo “Teatro del Mondo”, opera che galleggiava come quella dello scultore veneziano, sulla laguna veneta. E voglio iniziare dal cantiere evento nella città post industriale di Porto Marghera , per dire che l'immaginazione attiva è una forma di meditazione, quando penso ad altre opere di Bortoli, il suo percorso espositivo diventa una sorta di analisi psicanalitica della sua personalità. Con i leoni eseguiti in diverse tipologie e materiali, rispecchia la sua regione estesa tra acqua e terra.
Si dice che in ogni capolavoro scultoreo, ci sia un corpo che vive, ma Giorgio Bortoli: artista cattolico o cattolico artista?
Credo nella sua ricerca dell'anima, cercando di visualizzarla a tutto tondo. Ricordo Bortoli tra il Lido di Venezia e Monaco di Baviera, penso alla pittura di mio padre Ernest, sento il suo bisogno di gettar via il peso dei simboli e, abbandonarsi alla gioia semplice di usare il colore.
Penso al Carlo Scarpa che aveva un'eccezionale sensibilità per lo spazio, unita ad un'abilità progettuale, era un maestro senza scuola. Mi piacerebbe parlare sulle trasformazioni visionarie della realtà, perchè esse sono nate, dalla fusione tra l'arte e l'architettura. Le Corbusier, Christo, Pesce, Mendini, Rossi e altri, sono creatori di utopie e di sconfinamenti, che appunto Bortoli con il suo forte valore espressivo e plastico ci fa appunto .... entrare.

Francesca Fuchs – Vienna 2003

CREATIVE OF UTOPIAS

TO TRESPASS = TO ENTER
Here an example typical of an artist's trespass in the field of the architecture, reports me to the sculptor Giogio Bortoli, when I look at the great metallic and glassy sculpture, that is found in the airport in Venice, Aldo Rossi comes to mind, with his “Theater of the World”, work that floated as that some Venetian sculptor, on the Venetian lagoon.And I want to begin from the yard event in the city industrial post of Porto Marghera, to say that active imagination is a form of meditation, when I think to other works of Bortoli, its run espositivo becomes a sort of analysis psicanalitica of its personality. With the lions performed in different typologies and materials, it mirrors his/her wide region between water and earth.
You says that in every sculptural masterpiece, there is a body how alive, but George Bortoli: Catholic artist or Catholic artist? I believe in his/her search of the soul, trying to visualize her to all round. I remember Bortoli between the Beach in Venice and Monk of Baviera, I think about the painting of my father Ernest, I feel his need of gettar by the weight of the symbols and, to surrender him to the simple joy to use the color. I think about the Charles Scarpa that it had an exceptional sensibility for the space, united to an ability progettuale, was a teacher without school. I would like to speak on the visionary transformations of the reality, because they was born, from the fusion between the art and the architecture. The Corbusiers, Christo, Fish, Mendini, Red and others, are creative of utopias and of trespasses, that exactly Bortoli with his strong expressive and plastic value does us note.... to enter.

Francesca Fuchs - Vienna 2003

2003

L'opera

Partendo dalla punta dell'archiscultura, quindi dal Metropolitan Life Twer, troviamo la lanterna che sovrasta la struttura realizzata in vetro soffiato di Murano e polvere d'oro zecchino, illuminata da fibre ottiche.
Infatti sul grattacielo newyorchese di proprietà di una compagnia di assicurazioni un vecchio slogan dell'epoca diceva: "la luce che non si spegne mai". Sotto sulla cuspide al posto delle finestre, sono state realizzate con taglio laser su acciaio inox, tredici stelle che moltiplicano per quattro fanno esattamente cinquantadue come gli stati d'America anch'esse illuminate, però dall'interno con una luce dorata.
Sui quattro lati, sempre in vetro di Murano, dal colore verde smeraldo i pinnacoli a voler simboleggiare che Venezia da sempre è la porta d'Oriente, illuminati con fibre ottiche. Ancora sotto quattro orologi che ricordano la tradizione neoclassica americana, con lo slogan provocatorio "time is money", traforati al laser ed illuminati; a scandire l'ora di Venezia e l'ora di New York.
In un lato completamente a vista e contenuto all'interno della torre più grande (12 metri), il campanile di San Marco (6 metri) ricoperto da centinaia di formelle in vetro di Murano, alcune con impresso il leone in moeca dai colori fedeli all'originale; sulla punta è collocato l'angelo dorato che riprende Miss Liberty, il tutto illuminato con una luce speciale variabile.
Nell'angolo opposto, su lastre in acciaio due statue della libertà calpestano le catene della schiavitù saldate alla base.
Queste figure sono illuminate dall'interno per creare una speciale diffusione di luce; le tavole anch'esse ricavate sulle lastre portano l'incisione della data della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d'America: 4 luglio 1776.
Ed è interessante sapere che alcuni esponenti del nascente stato vennero in Europa per studiare le varie istituzioni pubbliche per formare un modello repubblicano più democratico possibile.
Il loro interesse si concentrò soprattutto sulla Serenissima, Repubblica di Venezia antica e prestigiosa, che aveva leggi che sono tuttora all'avanguardia.
Il corpo è in acciaio inox e l'acciaio vuole simboleggiare il materiale del nostro secolo su cui tanto si è basato lo sviluppo del progresso, in modo particolare quello avvenuto nella costruzione dei grattacieli di New York.
Mentre con formelle in vetro di Murano è ricoperta la struttura della torre interna e le decorazioni moresche che, con colore ambrato, danno alle pareti il colore del mattone veneziano. La simbologia del vetro vuole quindi rappresentare la venezianità e rievocare l'arte che da secoli vive con la città. La scultura del Campanile di San marco diventerà così perenne testimone di Venezia nell'altro continente, e formando un unico corpo con la scultura del Matropolitan Life Tower, unirà idealmente le due città, che risultano essere “magiche”, nell'immaginario collettivo.

Venezia, settembre 2003
Ammiraglio Gabriele Calcagno
Direttore Marittimo del Veneto.

The Art Work

The Starting point of the architectural sculptures is the Metropolitan Life Tower. The lantern wich dominates it is made up blow glass from Murano and pure gold powder, lit up with fiber optics.
On the New York skyscraper belongin to aninsurance company, the slogan used to be "the light whic never goes out."
Below, on the spire, cut out of the stailess steel by laser, thirteen stars take the place of windows. When multiplied by four they become the fifty-two stars of the American States. They too are lit from the inside with a golden light.
On all four sides, in blown glass from Murano, the emerald green pinnacles represent Venice as the eternal gateway to the East, they too are lit up with fibre optics.
Beneath the four cloks commemorating the American Neoclassical tradition, which show the times in Venice and New York, the provocatory slogan “time is money” has been cut out by laser and lit up.
In a side completely at sight and contained inside the greatest tower (12 meters), the bell tower of St. Mark (6 meters) covered by hundreds of tiles in glass of they Wall up, some with engraved the lion in moeca from the faithful colors to the original one; on the point it is situated the gilded angel that takes back Miss Liberty, the everything illuminated with a varying special light.
In the opposite angle, on plates in steel two statues of the liberty stamp on the slavery's chains settled to the base.
These figures are illuminated by the inside to create a special diffusion of light; the tables also them you draw on the plates they bring the incision of the date of the Declaration of independence of the United States of America: July 4 th 1776. And it is interesting to know that some exponents of the dawning state came in Europe to study the various public institutions to form a possible more democratic republican model. Their interest assembled above all him on the Serene one, Republic in ancient and prestigious Venice, that had laws that are still to the state-of-the-art one.
The body is in steel inox and the steel he wants to symbolize the material of our century on which so much is founded the development of the progress, in way particular that happened in the construction of the skyscrapers in New York.
While with tiles in glass of they Wall up he has covered the structure of the inside tower and the Moorish decorations that, with color ambrato, damage to the walls the color of the Venetian brick. The symbolizes of the glass wants therefore to represent the venezianità and to recall the art that he has been living with the city for centuries. The sculpture of the Bell tower of St. Mark will become so perennial witness of Venice in the other continent, and forming an only body with the sculpture of the Matropolitan Life Tower, it will ideally unite the two cities, that result to be “magic”, in the imaginary collective.

Venice, September 2003
Admiral Gabriele Calcagno
Maritime manager of Veneto.

2003

l'Ammiraglio di Divisione Paolo Pagnottella insieme al maestro Bortoli, in secondo piano l'opera "Venezia New York: le due torri"

Admiral Paolo Pagnottella together with master Bortoli,
on the background
"Venezia New York: the two towers"

IL SIGNIFICATO DELL'OPERA

Quando sono venuto a conoscenza dell'opera eseguita dallo scultore Giorgio Bortoli e del suo significato, ho voluto che avesse una precisa collocazione nell'ambito della Mostra Navalis 2003, in modo che fosse visibile da migliaia di persone.
Il manufatto che rappresenta idealmente il Campanile di San Marco, trapiantato nel nuovo continente all'interno del Metropolitan Life Tower, e costituisce una sorta di gemellaggio tra la città lagunare e la metropoli americana.
Quindi il mio pieno appoggio e sostegno, e naturalmente della Marina Militare Italiana che rappresento, per questo prestigioso internazionale progetto. Questa è un'opera d'arte che mi è particolarmente piaciuta, che riesce a trasmettermi il suo significato.
E' poi un manufatto che unisce elegantemente acciaio e vetro, tecnologia e artigianato: Venezia con il Campanile di san Marco conforta l'amica americana vulnerata nel suo grattacielo; la città ha messo il "paron" a servizio degli americani.
L'arsenale che è stato protagonista nei secoli della cultura veneziane ed italiana, guarda ora alla cultura marinara e, per questo motivo, è divenuto custode della neo nata opera di Bortoli.
Custodiremo l'archiscultura all'arsenale fino al suo atteso volo verso l'America, ma siamo a disposizione di quanti volessero esporla, è un bene che tutti devono ammirare, ecco perché è stata posta su un nostro mezzo militare, affinchè essa possa galleggiare e diventare itinerante per tutta la Laguna.

Ammiraglio di Divisione Paolo Pagnottella M. M.
Arsenale di Venezia - giugno 2003

THE WORK'S MEANING

When I knew the meaning of Bortoli's work, I wanted to give it a specific placing in the Novalix 2003 Exhibition in order to make it visible to everybody.
The work ideally represents S.Mark's bell tower moved to the New Continent inside the Metropolitan Lifetower; it is a kind of twinship between the lagoon city and the American metropolis. This international project had, since the beginning, the support of the Italian Navy I represent. I liked this art work very much because it transmits me its meaning. This work joins elegantly together glass & steel, technology & craftsmanship; Venice, through its bell tower in the skyscraper, gives comfort to New York.

The city puts into service the "paron" to the Americans.
The "Arsenale" (naval shipyard), who was the leading character for the Venetian and Italian culture for many centuries, looks at the maritime culture and therefore it became the new Bortoli's work keeper.
We will look after the work until its flight to America. This work has to be admired by everyone, that's why it is placed on a floating military craft of our in order to be easily moved through the Lagoon.

Admiral Paolo Pagnottella
"Arsenale" of Venice - june 2003

2002

Questo originale leone realizzato dallo scultore veneziano Giorgio Bortoli, è una novità rispetto gli altri realizzati dallo stesso; anche se fedele all'originale marciano, nella orma e nelle proporzioni, novità perché sezionato in 4 parti.
Il bronzetto, poggia sopra un frammento del vecchio campanile di san Marco, crollato nel 1902, il Prof. B. Rosada scriverà: è il mattone restituito all'arte, che unisce l'antico con il moderno, inoltre garantisco l'autenticità con le mie ricerche.
Il Prof. S. Zecchi parlerà di un neo-leone in "versione mderna2, che nasce da un profondo studio dello spazio e dell'immagine, con un ottimo movimento delle linee e della plasticità degli spessori. Punto di partenza dell'intero lavoro è una teoria di Freud, la stratificazione dei sogni e dei pensieri, che ha portato Bortoli a realizzare le sue opere per "sezioni" e strati.

Prof. Stefano Zecchi 2002
Università Statale di Milano - Dirett. Estetica

This original lion, made by the Venetian sculptor Giorgio Bortoli, represents a novelty with respect to the characteristics of other already done ones because, even if it respects the original sculpture (Leone Marciano) in terms of shape and proportions, it is splittered in 4 parts.
The little bronze work is placed on a fragment of the old S.Mark's bell tower which collapsed in 1902. Prof. B.Rosada writes: "This is a brik given back to the art that joins ancient with modern times! My researches can assure the authenticiy of the stone".
Prof. Zecchi talked about a neo-lion in a "modern version" born from a deep study of the space and the immage with an optimal movement of lines and thickness plasticity. The Freudian theory of "dreams and thoughts stratification" represents the starting point for Bortoli's work which inspires him to create masterpieces in "sections and layers".

Prof. S. Zecchi - (Dep. Aesthetic - National University of Milan - 2002

2002

Si trova in Vaticano a Roma, questo crocifisso realizzato nel 2002 per Papa Giovanni II, eseguito su commissione dai Cavalieri della Repubblica Italiana.

L'opera, di circa 60 cm, è ricavata da un pezzo di trave carbonizzata, del teatro La Fenice di Venezia, recuperata dallo stesso Bortoli dopo l'incendio.
La Croce quindi è nera e il legno è stato marmorizzato con delle resine speciali, il Corpo del Cristo è in bronzo con una particolarità unica, cioè la testa "decollata" staccata dal resto del tronco.
Un esemplare simile nel 2002, venne consegnato al Cardinale Ersilio Tonini, che aveva apprezzato moltissimo l'alto valore simbolico di questo rivoluzionario Crocifisso. Queste sono le parole del Porporato: "questa scultura così stilizzata, con la testa staccata, rappresenta senz'altro una grossa novità, il Corpo sofferente ma non offendente, ci fa riflettere, apprezzo molto il Bortoli perché ricerca la trinità,la ricongiunzione del Figlio con il Padre, certo rappresentare l'anima in scultura non è da tutti e, se l'arte avvicina a Dio …"

Cardinale Ersilio Tonini - Roma 2002

This crucifix (dedicated to Pope John Paul II) is placed in Rome (Vatican City) and it was made in 2004 under the commission of the Knights of the Italian Republic (Cavalieri della Repubblica Italiana).

The work (which is about 60 cm of height) was made from a piece of carbonized ceiling joist recuperated by Bortoli himself after a terrible fire destroyed the most important Venetian theatre: "Gran teatro La Fenice".
The cross is black, the wood was "marbled" with special resins and the body of Christ is made of bronze, but the head is detached from the rest of the body.
In 2002 a similar work was donated to cardinal Ersilio Tonini that really appreciated the high symbolic value of this revolutionary cucifix.
He said: "This stylized sculpture, with its detached head, certainly represents a big novelty: the suffering, but not offending body makes us reflect. I really appreciate Giorgio Bortoli because of his searching the Trinity and the reconjunction between the Son and the Father. It is not easy to represent the soul in a sculpture, but if art can make people approach God …

Cardinal Ersilio Tonini - Rome 2002


2001

Inaugurazione 49a Biennale Arti Visive 2001 - Opera presentata "Benvegnui a el tapeo de el omo" "Welcome to the humanity carpet"

Presenta: Vittorio Sgarbi
Realizzazione: F.lli Giorgio e Piero Bortoli

Inauguration 49th International Exhibition of Art 2001 - Opera presentata "Benvegnui a el tapeo de el omo" "Welcome to the humanity carpet"

Presenta: Vittorio Sgarbi
Realizzazione: F.lli Giorgio e Piero Bortoli

WELCOME TO THE HUMANITY CARPET - 49a Biennale Arti Visive di Venezia 2001

Conosco e stimo lo scultore veneziano Giorgio Bortoli, da anni lo ritrovo a Venezia, spesso alla fenice o alla mostra del cinema del Lido, dove li crea e cura degli importanti premi collaterali, dire premi è molto riduttivo perché si tratta di sculture che trovo veramente interessanti, sia per l'originalità che per i materiali trattati, ogni anno cambiandole
In questo caldo e afoso giugno, giorno inaugurale di questa 49a Esposizione Internazionale d'Arte, lo ritrovo con il fratello Piero, artista anche lui operante in Inghilterra, assieme a molti artisti, con una grande installazione collocata all'ingresso dei padiglioni e come per ogni inaugurazione che si rispetti non poteva ovviamente mancare la voce di dissenso interpretata dai "nostri" artisti veneziano che hanno contrapposto alla "Platea dell'Umanità", titolo ufficiale di questa edizione, il "Tapeo dell'Omo".
L'installazione che verrà poi esposta a Liverpool, misura 10 metri per 6, costituita da 80 sacchi di juta cuciti tra loro (sacchi del caffè provenienti dai diversi produttori) formanti un unico ed interessante tappeto con al centro una grande scritta in rosso che titolo "benvegnui a el tapeo de el omo".
Tutto questo a simboleggiare Venezia calpestata e sfruttata, trovo giusto il gridi di protesta delle nuove generazioni di artisti che non sono presi in considerazione per i soliti motivi. Mi piace questa sperimentazione di tecniche e materiali che i fratelli Giorgio e Piero continuano a fare e questo astrattismo materico, che è fatto anche di gesti e movimenti, visto che tutti per entrare all'inaugurazione dovevano per forza camminarci sopra, calpestando l'opera.
Vorrei ricordare che il padiglione Venezia, costruito nel 1932 ed usato fino al 1995 per ospitare paesi stranieri, poi ad ufficio stampa, toilette, era stato pensato e ideato per ospitare "Le Arti Decorative Veneziane", quindi il mio impegno ed aiuto totale a questi bravi ed impegnati artisti.

Onorevole Vittorio Sgarbi - Venezia giugno 2001

WELCOME TO THE HUMANITY CARPET - 49th Biennial of Visual Arts, Venice 2001

I have known and hold in great esteem the Venetian sculptor Giorgio Bortoli for many years. I have often met him in Venice, often the Fenice Theatre or at the Exhibition of Cinema at the Lido, where he makes and curates some of the prizes awarded along side this show. To call them prizes is to underestimate these sculptures, truly interesting as much for their originality as for the materials used in their making, creating new ones every year.

On this warm and sultry June day he inaugurates at this 49th International Exhibition of Art, together with his brother Piero, an artist working in England, alongside many other artists, with a large installation placed at the entrance of the pavilions. As with any self-respecting inauguration, the voice of dissent is present, presented by our Venetian artists. They have place in opposition to the "Platea of the Humanity", the official title of this exhibition, the "Tapeo del Omo" (Humanity carpet).
The installation that has just been exhibited in Liverpool, measuring 10 meters by 6, constituted from 80 bags of jute sewn together (the bags are taken from the various coffee producers) forming a single and interesting carpet with one bag in the centre, with large red letters saying "benvegnui to el tapeo de el omo".
All this to symbolize a trampled and taken advantage of Venice, these are the outcries of protest of a new generation of artists who are not taken in consideration for the usual reasons.
The experimental techniques and materials that the siblings George and Piero continue to use, this material abstraction, appeals to me. It is made also through gestures and movements, inasmuch as in order to enter the inauguration everyone had necessarily to walk over the carpet, treading on the work.
I would want to remember that the Venice pavilion, constructed in 1932 and used until 1995 in order to host foreign countries, was then used as an office and then a toilet, was thought of and devised in order to accommodate "the Venetian Decorative Arts". I therefore lend my total support and aid to these brave and committed artists.

Member of parliament Vittorio Sgarbi - Venice June 2001

2001

Ma chi è questo Bortoli, che plasma gli acciai e studia rigorosamente questi nuovi materiali e realizza con metodo una nuova scultura?
Ricerca il colore nella Laguna Veneta, nei boschi di Cortina mi ricorda Guttuso - Certo New York è simile a Venezia, ma Giorgio Bortoli scultore è un provocatore, l'acqua alta …..

Marta Marzotto - Venezia 2001

foto: Nudo femminile
Acciaio inox + vetro di Murano
Collezione Marzotto

But who is this Bortoli, that moulds the steels and does it study these new materials rigorously and does it realize with method a new sculpture?
It seeks the color in the Venetian Lagoon, in the woods of Curtain he/she remembers me Guttuso - Certain New York is similar to Venice but George Bortoli sculptor it is a provoker, the tall water…..
Marta Marzotto - Venezia 2001

photo: Naked female
I steel inox + glass of they Wall up
Collection Marzotto

2000 Progetto Venezia-New York: le due torri - (clicca sul menu a lato la relativa icona)
Project Venice-New York: the two tower - (you reward on the side menu the relative icon)

2000

La Biennale di Venezia Società di Cultura
Archivio Storico delle Arti Contemporanee
Il Direttore di Settore

Pregiatissimo Signor Giorgio Bortoli
Via Droma 95 Lido di Venezia

Venezia, 3 ottobre 2000

Caro Giorgio,
ti rinnovo l'apprezzamento per l'operazione culturale "Progetto Venezia-New York: le due torri" che stai per felicemente concludere e che ho avuto modo di seguire nella sua evoluzione artistica.E' una metafora del futuro che ritorna idealmente al passato così come Venezia in realtà è una città anzi la città più moderna al mondo ove per moderna si intenda una città "a misura d'uomo".
Venezia dunque e New York: quest'ultima ombelico di un mondo globalizzato e tecnologicizzato che pur tuttavia nelle sue torri grattacielo rieccheggia lo slancio c la spinta verso l'alto dei nostri campanili, metafora anch'essi di un nostro quotidiano vivere contemporaneo che sente il bisogno di una continuità col passato.
Due città che, nella loro apparente radicale opposizione, esprimono il bisogno dell'uomo di dare un contributo alla sua storia personale e sociale senza soluzione di continuità tra mezzi e fine e che solo la cultura riesce, sia pure in parte, a soddisfare.
Un caro e affettuoso saluto

Tuo Gianfranco Pontel

La Biennale
I thank you again for the cultural initiative "Venice - New York: two towers" I had the pleasure to follow during its artistic evolution and now you are successfully ending.
The work is an ideally metaphor of the "future that goes back in the past"; Venice is the most "modern" city of the world, where modern means a city suitable for everybody.
Venice & New York: the last one is the navel of a globalized and technological world, whose skyscrapers remind us our bell towers, metaphor of our daily and contemporary living that needs continuity with the past.

Although their apparent radical oppositions, the two cities express the human need to give a contribute to its personal and social history through the culture, the only way can, even if in part, satisfy it.
Cordially

Yours Gianfranco Pontel (Director)
"LA BIENNALE" OF VENICE
Venice, 03rd october 2000

1999

COMUNE DI VENEZIA
Il Sindaco
Venezia 10 marzo 1999
Prot. n. 1931/CM/po

Caro Bortoli, ho avuto modo di vedere l'illustrazione del suo "Progetto Venezia New York: le due torri" e desidero esprimere il mio apprezzamento per l'idea certamente originale.
Tra la Metropoli Americana e la Città Lagunare esistono "affinità elettive" che spesso, anche se ingiustificatamente, sfuggono agli occhi degli osservatori più superficiali della storia architettonica, urbanistica, sociale ed economica delle grandi città, nelle loro dimensioni del presente come del passato; mi congratulo quindi per un'iniziativa che, simbolicamente, vuole far riflettere anche su tale aspetto misconosciuto.
Apprezzo il Tuo progetto perchè vuole essere una "provocazione culturale" a Venezia, che in epoca passata ha saputo realizzare il sogno ideale di città ponte tra Occidente ed Oriente e oggi non riesce più ad esprimere il suo ruolo semantico di città simbolo.
Il "Progetto Venezia New York: le due torri" rappresenta meritatamente l'ambizione di voler portare il centro dell'attenzione su Venezia, città cosmopolita, autentica capitale culturale. Fortunatamente questo sogno trova una culla di realizzabilità nell'arte e nelle mani di artefici, come Lei, di cui la nostra città va certamente fiera.

Un cordiale saluto e un augurio.
Massimo Cacciari

COMUNE DI VENEZIA
Il Sindaco
Venice, 10th march 1999
Prot. n. 1931/CM/po

Dear Bortoli, I know about your "New York project: two towers" and I wish to express my appreciation for the original idea.
"Effective affinity" does exist between the American Metropolis and the Lagoon city but often, even if without any justification, slips out of the most superficial observers' eyes of the big cities' architecture, town planning, social and economic history in their present and past dimensions. I congratulate on an initiative wants, symbolically, to make us reflect on this unknown aspect.
I appreciate your project because it wants to be a "cultural provocation" for Venice, a city who, in the past, was able to realize the ideal dream to be a bridge between East & West. Today Venice is not able to express anymore its semantic role of a symbolic city. The project "Venice-New York: two towers" deservedly represents the ambition to keep everybody's attention on Venice as a cosmopolitan city and an authentic cultural capital. Fortunately this dream finds a birthplace in the art and in the hands of artists, as you are, whom our city is proud of.

Cordially and best wishes.
City of Venice
Prof. Massimo Cacciari (Major)

1997

IL MOTIVO DI FONDO DELL'OPERA
L'IDEA: "L'estetica della velocità"

Questa rappresentazione della mente, pensiero astratto che avrà origine in una fredda mattinata d'inverno, attraversando una deserta e nebbiosa Piazza San Marco, il sottoscritto con l'amico scultore Giorgio Bortoli. Come in altri giorni si discuteva attentamente vari argomenti, mentre si andava al lavoro, io al Museo, lui negli uffici del Ministero, ed ecco: IL MOTIVO DI FORNDO DELL'OPERA.
Ricordo quel dialogo, l'artista aveva avuto un prestigioso incarico da un'azienda leader europeo nel settore del materiale plastico, la NUOVA PANSAC S.p.A. Doveva creare una serie di sculture in bronzo che rappresentassero e riportassero la stessa figura in grafica, creando un nuovo logo, qualche cosa oltre il solito marchio, un'operazione di immagine, un'idea semplice, originale e straordinaria.
Il nuovo proprietario, un giovane e promettente imprenditore, che eredita dal padre fondatore un vero e proprio impero industriale, che cerca di espandere in altre realtà internazionali. Persona illuminata con la passione degli sports motoristici e della VELCITA', tutto questo da congiungere al materiale plastico appunto, il FLESSIBILE, il TRASPARENTE.
Il concetto astratto c'era, si doveva interpretare, trasferire in immagine materiale: il dardo, la VELOCITA' della freccia TRASPARENTE, che colpisce e accende, poi unire al tornado con il suo movimento rotatorio alla FLESSIBILITA'.
Spero di aver ispirato e contribuito alla realizzazione di questo progetto.

Prof. Silvio Fuso
Direttore del Museo Fortuny, Venezia dicembre 1997

The idea: "The Speed's Aesthetic"

This mind's representation, an abstract thought during a cold winter morning, a solitary and foggy S.Mark's square, me and a friend of mine Giorgio Bortoli.
As other days we were going to work together and chatting the "work's leitmotif" came. I remember that dialog: the artist got a very important charge from the "Nuova Pansac s.p.a.", a European leader firm of the plastic sector. He had to create some bronze sculptures to represent the firm, in graphic style too. The figure had to be a new logo, not only a trademark, but an image operation, a simple, original & extraordinary idea.
The new owner, a young promising entrepreneur, inherited from his father an industrial empire and tried to expand it in other international realities. An intelligent person, fan of motor-engineering sports and speed, together with plastic materials, the flexibility, the transparency. There was the abstract concept, but he had to translate it in a material image: the arrow, the transparent arrow's speed (it hits & lights) and the union between the tornado's rotator motion and the flexibility.
I hope to have inspired and given a contribution for the realization of this project.

Prof. Silvio Fuso (Director) - FORTUNY MUSEUM
Venice, december 1997

 

 

1996

Quando ha saputo che si portava nella sua casa di New York un pezzetto del Teatro La Fenice, Isaac Stern si è commosso. Il premio "Una Vita nella Musica" del quale il celebre violinista americano è stato insignito nel 1996 a Venezia, è simboleggiato infatti da un leone in bronzo stilizzato, opera dello scultore Giorgio Bortoli, e montato su un pezzo di legno carbonizzato recuperato da una delle travi bruciate del teatro.
E' una perdita enorme, per il mondo intero, commentava Stern, questo premio che mi viene consegnato, ha un grandissimo valore per me, anche perché è un'opera di un'artista veneziano, piena di significati e ricca di simbolismo, che mi arriva nella più antica città del futuro.
Con la scultura di Bortoli avverto e percepisco una città ricca di vibrazioni artistiche, un preziosismo di Benvenuto Cellini con un'opera plastica connotata da una forte ed intensa espressività.

Isaac Stern Musicista - New York 1996

Isaak Stern was moved when he realized he was taking home, in New York, a piece of the Gran Teatro La Fenice. In 1996, the famous American violin player received in Venice the "A life in music award", simbolized by a stylized bronze lion placed on a piece of carbonized ceiling joist recuperated by Bortoli himself after a terrible fire destroyed the most important Venetian theatre. Stern said: "It has been an enormous loss for the entire world!
This award is of a high value to me, because it was made by a Venetian artist and it is full of meanings and rich in symbolism. This work was given me by the "eldest city of the future". This sculpture makes me feel a city rich of artistic vibrations, a preciousness of Benvenuto Cellini with a plastic work connoted by a high and intense expressivity".

Isaak Stern - musician - New York 1996

1992

Giorgio Bortoli è un giovane scultore intelligente.
Prima di tutto usa le materie prime che trova al Lido nelle lunghe passeggiate lungo il mare e i murazzi: pietre, fili di ferro, conchiglie, blocchi di legno scheletriti dal sole, ed altri elementi che possono suggerire la scultura, tirata fuori dall'Accademia e dalle forme comuni.
Esempio, l'onda del mare.
L'onda del mare è di fronte al suo studio, all'aperto, protesa verso il cielo, sinuosa e seducente, alta più di tre metri, in ferro zincato, con uno sviluppo di forme che si accavallano, con cadenza ritmica, armonica, ed hanno la prepotente forza e l'eleganza del flusso marino.
L'onda in scultura si misura con la natura.
Lo studio di Giorgio Bortoli agli Alberoni, tra il mare e la laguna, presso il faro, tra gli alberi, distaccato dal mondo, non permette ad uno scultore di seguire altro che il filo sottilissimo della fantasia per andare oltre al limite, avere onde e nuvole come materie prime e il gioco delle luci del sole nelle ore della giornata.
Venezia da questo studio è quanto mai lontana, la si scorge appena tra i profili dei monumenti maggiori.
Ma lo scultore la intravede con una punta di pessimismo, essa non si rinnova come fa il mare con le sue onde: egli pensa che un po' alla volta si spopola, è un corallo del mare logorato dal tempo, anche se intatta, le cupole di San Marco, il campanile, il Palazzo Ducale, la Salute, il Ponte dì Rialto, sono raffigurati in zinco dorato, con il loro inconfondibile profilo, ma espressioni nude nella loro bellezza, tra i nemici che sono in agguato, e i turisti frettolosi, che si portano via una pietra di nascosta sotto la gabbana.
Ma l'idea dei cinque monumenti meravigliosi uniti insieme, in fila per mano, uno con l'altro, con amore, è immortale come Venezia, l'idea diradata dai sogni.
Bortoli nel suo tipico umore nero pensa ai nemici, come topi che riescono a roderne l'incanto: un pensiero che comporta un grido di allarme. La scultura racconta fatti inusitati con innocente disinvoltura che raggiunge immediatamente la sua destinazione. Ma l'idea dei cinque monumenti meravigliosi uniti insieme, in fila per mano, uno con l'altro, con amore, è immortale come Venezia, l'idea diradata dai sogni.
Bortoli nel suo tipico umore nero pensa ai nemici, come topi che riescono a roderne l'incanto: un pensiero che comporta un grido di allarme. La scultura racconta fatti inusitati con innocente disinvoltura che raggiunge immediatamente la sua destinazione.
Ma ancor più colpisce contro la droga e la minaccia dell'AIDS: un flagello di questi anni.
L'artista afferra prima una testa ridotta allo scheletro, con la forza bruta di scavare la calotta cranica e renderla ancor più paurosa, tarata dalla malattia, e per suscitare con violenza il ribrezzo, appunto una vicina all'altra decine di siringhe per iniettare la droga.
E' un segnale che- raggiunge,il suo effetto che va al di là, con un brivido, dei limiti della scultura, ma l'artista ottiene il suo intendimento con una fantasia unica nella punta espressiva:- sono forzature che hanno un fine ben definito, contro un flagello.
Giorgio Bortoli è radicale nei suoi traslati; le sue creazioni plastiche hanno toccato-gli aspetti più vari; sculture contro la guerra eseguite con residuati bellici, una statuetta donata al Papa, in occasione della sua visita al Teatro Fenice, anni orsono, intitolata "No alla seconda Crocifissione", un "Volto di Cristo" in legno lasciato dal mare sui murazzi, poi destinato alla chiesa di San Rocco, alcune "Madonne" in metallo filiforme, creazioni per "Salvare Venezia" e via via per numerosi significati concreti, nuove aperture, che per un giovane di talento, come il nostro scultore, costituiscono un sicuro-avvenire.

Lido di Venezia, lì 29 dicembre 1992
Prof. Guido Perocco, critico e storico d'arte, già direttore dei Musei Civici di Venezia

 

Giorgio Bortoli is an intelligent young sculptor.
First of all he uses the raw materials that he founds at the Lido during his long walks along the sea and the Murazzi: stones, iron wires, shells, blocks of wood reduced to a skeleton by the sun, and other elements which can suggest sculpture, which comes out from his studies at the Accademia and from common forms.
For instance, the wave of the sea.
The w
ave of the sea is in front of his study, in the open air, stretched out towards the sky, sinuous and seducing, more than three metres high, zinc - plated ironed, in a development of forms which cross with measured cadence and have the overbearing strength and the elegance of the flow of the sea.
The wave in sculpture compares with nature.
The study of Giorgio Bortoli at the Alberoni, between the sea and the lagoon near the lighthouse, among the trees, detached from the world, allows a sculptor only to follow the very thin thread of imagination to go beyond tbc limit, to have waves and clouds as raw materials and the play of lights of the sun during the hours of the day.
Venice from this study is very far, may be hardly seen among the outlines of the greatest monuments.
But the sculptor can just see it with a touch of pessimism, it isn't renewed like the sea with its waves: he thinks that a little at a time it depopulates, it is a coral of the sea worn by time even if untouched, the domes of St. Marco, tbc church tower, the Palazzo Ducale, the Salute, the Ponte of Rialto are symbolised in golden zinc, with their unique outline, but rough expressions in their beauty, among the enemies which are in ambush, and the hurried tourists, who take away a stone hidden under their overcoats.
But the idea of the five wonderful monuments all united, in file hand in hand, the one with the other, with enthusiasm, is immortal like Venice, the idea evanescent by fancy.
Bortoli in his typical black mood thinks of enemies, like mice which succeed in gnawing its enchantment: a thought which takes a scream of alarm. Sculpture tells unusual events with innocent unembarasse ment which reaches immediately its destination.
He is more and more against drugs and AIDS: a scourge of these years.
The sculptor seizes an head reduced to a skeleton, with the brute force of digging the skullcap and making it more and more fearful, because of disease, in order to provoke repugnance, he places many syringes to shoot drug.
All that is a sign which reaches its effect and goes beyond the limits of the sculpture, with a shudder: the artist obtains his intention with a unique fantasy in bis expressiveness: these are forcings which have a definite aim, against a scourge.
Giorgio Bortoli is radica] in his meaning; his plastic creations have regarded the most varied aspects; sculptures against war executed with war surpluses, a statuette given as a present to the Pope, on the occasion of his visit to the theatre Fenice years ago, entitled "No to the second crucifixion", a "Face of Christ", rnade with a wood left by the sea on tbc murazzi, then destined to the church of St. Rocco, some "Madonnas" with iron wire, creations for "Salvare Venezia", and so on for numerous concrete meanings, new opening which lor a young artist of talent, like our sculptor, constitute a secure future.

Lido of Venice, Dec 29th 1992

Professor Guido Perocco, Historic critical of art, Formerly Director of the Musei Civici of Venice

 

1992

Un Mercurio alettato ai piedi o semplicemente l' "anima" di un atleta protesa verso il cielo? La figura metallica realizzata da Giorgio BORTOLI per la "S. Benedetto" è sicuramente un archetipo, una forma ideale, più abitante di un iperuranio di platonica memoria che di questa terra.
Il dinamismo dell'atleta è vagamente accennato, assente lo sforzo, non ci sono muscoli contratti, non torsioni. Piuttosto è palpabile una tensione verso l'alto, verso mete che non sono di questo mondo, "excelsior" più elevato, oltre l'ostacolo, oltre il traguardo.
Il materiale metallico in cui è realizzata l'opera di BORTOLI si presta particolarmente a rendere l'afflato ideale che la percorre da capo a piedi.
Ancora una silouette nella produzione bortoliana, tutta segnata da una purezza stilizzata allusiva più alla rarefazione che alla pesantezza carnale, una voce che racconta la forza dello spirito signore della materia.

Prof. Sandro MENEGAZZO - Venezia 11 giugno 1992
SAN BENEDETTO - Acqua Minerale

A winged feet Mercury or an outstretched athlete's soul toward the sky? The metallic figure created for us by Giorgio Bortoli is an archetype, an ideal shape of an inhabitant of a metaphysic world of Platonic memory. The athlete's dynamism is vaguely represented, the effort is absent, there are no contracted muscles and no torsions. A tension toward other world destinations is rather palpable; a higher "excelsior", over the obstacle, over the finishing line.
The metal material of Bortoli's work is suitable for representing an ideal breath from head to foot. Once again a siluette; Bortoli's production is characterized by a stylized purity referred more to the carnal rarefaction than to its heaviness; a voice telling the force of the Spirit, lord of matter.


Prof. Menegazzo dr. Sandro
S.BENEDETTO MINERAL WATER
Venice, 11st june 1992

Un segnale di morte per la vita, un invito quasi brutale a pensare alla fine precoce e disgregante cui conduce la tossicodipendenza, per riguadagnare una vita più piena, dopo il dolore e la sofferenza.
A questa dialettica allude il "teschio con siringhe" dello scultore veneziano Giorgio Bortoli, opera tenuta a battesimo in occasione di un recente convegno sull'Aids nelle carceri svoltosi alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Opera discutibile e variamente discussa quella dell'autore veneziano, ma pur sempre un motivo "forte", un tentativo di discussione diretto a che, come il tossicodipendente, almeno alla stadio iniziale, è convinto di "appropriarsi di un surplus di vita".Venti siringhe infilate in un cranio realizzato in lega leggera ed emergente da una granitica base (granito nero d'Africa) stanno ad indicare, senza peli sulla lingua, dove primariamente colpisce la droga: il cervello umano appunto, quella "scintilla del divino che brilla in noi", la ragione, prima vittima illustre degli stupefacenti.
L'opera di Bortoli tronca di netto con qualsiasi illusione di "paradisi artificiali2 mirando dritto al cuore di larga parte della nostra cultura contemporanea, una cultura di morte.
Anche i materiali impiegati hanno una valenza simbolica, dal nero del basamento granitico, al metallo del teschio, una lega leggera allusiva allo stato di progressivo disfacimento mentale cui va incontro il tossicodipendente.

Prof. Sandro Menegazzo - Venezia, 21 luglio 1992

A death signal for the life, a brutal invite to think about the precocious and disaggregating end drug addiction can cause, in order to gain a fuller life after pain and misery.
The "skull with syringe" created by the Venetian sculptor Giorgio Bortoli refers to this dialectic and was officially presented during a recent meeting on "AIDS in the prisons" taken place in Venice at the Giorgio Cini Foundation.
A controversial work that represents a "strong warning", an attempt directed to everyone, who think drug gives "a surplus of life", at least at the beginning.
20 syringes threaded in a skull made of metal placed on a granitic base (black African granite) indicate where drug hits first: the human brain, the "divine spark shining inside us", the rationality that is the first distinguished victim of the drug.
Bortoli's work demolishes with any illusion of "artificial heavens" and undermines the heart of the largest part of our contemporary culture, a "culture of death".
The materials used have a symbolic value: the black granitic basement and especially the skull's metal, who alludes to the progressive mental disruption of every drug addict.

Prof. Sandro Menegazzo
Venice, 21st july 1992

 

1989

Save Venice

Gentile Maestro Bortoli,
Le sono particolarmente grata della sua originale e significativa opera che nella sua civile protesta esprime il desiderio e le ansie non solo di tutti i veneziani, ma anche del Mondo intero.
E' stata collocata nella sede di questo comitato dove può essere ammirata e compresa dai nostri numerosi amici e collaboratori, persone che amano Venezia in modo particolare e che nel corso di vent'anni di attività del comitato hanno contribuito finanziariamente a realizzare restauri di prestigiose opere d'arte.

Speriamo che la sua battaglia possa un giorno mostrare i suoi frutti e che Venezia ritrovi la sua vecchia identità.
Mi ha molto colpito, in queste sculture, l'atteggiamento che oscilla fra ironia e l'inclinazione per l'attrattiva estetica dei banali oggetto di consumo , certo mi ricorda la pop art del grande Alloway, che coniò appunto il termine artistico, dove "pop" può significare sia "botto" che "popolare".
Concludo porgendo tanti auguri per la sua attività artistica e ringraziamenti dal nostro comitato e i miei migliori saluti.

Beatrice H. Guthrie - Executive Director
Save.Venice.Inc - New York Settembre 1989

Save Venice

Dear Master Bortoli,
I am very grateful for your original and significant work that, in its civil protest, expresses the Venetian and Worldwide wishes and anxieties. The work has been placed in this comitate's centre where it can be admired and comprehended by a number of friends and collaborates of us, people who love Venice in particular and gave financial support to restore important art works during the 20 years activity of our comitate. We hope your battle shows, one day, its fruits and we hope Venice finds its ancient identity again.
I really appreciate, in these sculptures, the attitude swinging between irony and the tendency to pick the aesthetic attraction of the banal consumer goods. It reminds me Grade Alloway's pop art, artist who coined the artistic term: pop means both "blow" and "popular".
Best wishes for your artistic activity and thanks.

SAVE VENICE INC.
Beatrice H. Guthrie (Executive Director)
New York, september 1999

 

1988

Nel vedere alcune opere del Bortoli nei cataloghi della Fondazione Bevilacqua La Masa, mi viene in mente lo scultore del 1400 Luca Della Robbia che sperimentava in continuazione arti e scienze mai viste.
Il veneziano Giorgio Bortoli nel manipolare gli acciai inossidabili specchiati con la precisione del taglio con il laser, riesce con i vetri di murano a dare il colore.
Come il grande maestro fiorentino, iniziatore dell'invetriatura che applicava nella terracotta, dando appunto colore, qualità della pittura e del mosaico

Prof. G. Mazzariol
Dipartimento Storia dell'arte
Università Ca' Foscari - Nov. 1988 Venezia



"Some of Bortoli's works which are reported in the catalogues of the Bevilacqua Lamasa Foundation remind me of the Florentine sculptor Luca Della Robbia (XV cent.), who is famous for his continuous experimentation of "never seen" arts and sciences. As the important Florentine master, who introduced the technique of blending glass with terracotta to give colour and quality to the painting and the mosaic, the Venetian Giorgio Bortoli gives colour using Murano Glasses, by manipulating the stainless steels with the precision of the laser cut".

Prof. G.Mazzariol - (Dep. Art History - Ca' Foscari Univ, Venice 1988)

1987

IL GAZZETTINO di VENEZIA - Giovedì 12 febbraio 1987

Madonna Bronzea di Bortoli alta due metri

Un'opera d'arte moderna uscita dallo studio di uno scultore vivente entra a far parte del patrimonio culturale del Lido costituendo al di là del valore intrinseco del significato religioso una novità e un contributo all'arricchimento dell'arredo urbano dell'isola.
La scultura realizzata da Giorgio Bortoli raffigura una Madonna e ha trovato collocazione nel Piazzale La Fontaine a Ca' Bianca.
La cerimonia dell'inaugurazione si è svolta ieri pomeriggio alla presenza di monsignor Fusaro, di rappresentanti del Consiglio di quartiere - assente il vicesindaco Bergamo per altri impegni - e di numerosi cittadini con la partecipazione del parroco di Sant'Ignazio don Paolo Donadelli che ha benedetto la statua.
L'originalità dell'opera, alta due metri il cui soggetto molto stilizzato è una Vergine orante, consiste nel fatto che è ottenuta con la saldatura di tondini di bronzo precedentemente sagomati. Il materiale inoltre ha subito un procedimento di ossidazione che ne ha garantito un'azione protettiva nel tempo.
La scultura voluta espressamente dalla parrocchia di Sant'Ignazio è stata realizzata grazie al contributo del Banco san Marco per la progettazione ed alla collaborazione delle officine fabbrili di Ettore Bertoldini di Malamocco. L'idea è nata in occasione della visita di Giovanni Paolo II al quale fu donato dal Teatro La Fenice un Crocifisso in legno dello stesso Bortoli, ora al museo vaticano.
Giorgio Bortoli è anche autore di una scultura in ferro battuto intitolata "Onda" che è stata esposta davanti all'Hotel Europa & Regina in Canal Grande in occasione della ricorrenza dell'acqua alta del 4 novembre '66.
Roberta Bearzi

La Nuova Venezia - Martedì 3 febbraio 1987

Una Madonna bronzea nel Piazzale di Ca' Bianca

E' alta complessivamente due metri la Madonna bronzea che sorgerà a Ca' Bianca, al Lido, nel Piazzale dedicato al cardinale La Fontaine. L'opera (nella foto), creazione dello scultore Giorgio Bortoli, verrà inaugurata mercoledì 11 alle 16,30 alla presenza del vicesindaco Ugo Bergamo e probabilmente di monsignor Fusaro in rappresentanza del patriarcato; una cerimonia religiosa e civile nel contempo.
Progettazione ed esecuzione sono rispettivamente a cura del Banco San Marco e della ditta Fabbrile & Bartoldini. "Si tratta di un'opera moderna, stilizzata - spiega Giorgio Bortoli, 26 anni, un curriculum artistico già costellato di tappe inportanti - E' una costruzione in tondini di bronzo, sagomati secondo un ritmo ascendente…"
Il Comune ha predisposto l'illuminazione notturna con un faro alogeno: contribuirà non poco a rischiarare il piazzale che diviene, così, autentico punto di riferimento in posizione mediana rispetto all'isola, al crocevia tra Murazzi e laguna.
"L'installazione della statua non riveste unicamente un significato devozionale - tiene a precisare Giorgio Bortoli - è un aspetto dell'arredo urbano, un invito a moltiplicare iniziative di questo tipo al Lido, da troppi anni autentica terra bruciata in tal senso. Basti il paragone il paragone con Mestre, ex città operaia, ex dormitorio, oggi centro vivibile grazie ad interventi che stanno profondamente modificando il tessuto urbano". E' giusto rammentare allora la "fontana" progettata da Bortoli, approvata dall'assessorato ai Lavori pubblici, destinata ad arredare il piazzale delle "case rosse" (alloggi Iacp e comunali).
L'opera è ancora sospesa nel limbo delle buone intenzioni per mancanza di fondi. Un appuntamento importante dunque, quello di mercoledì 11, giunto a coronamento di un calvario burocratico durato più di un anno e che ha visto il progetto salire e scendere le "dure" scale dell'assessorato all'Edilizia privata e della Salvaguardia ai Beni Ambientali.
(Sandro Menegazzo)

IL GAZZETTINO di VENEZIA - Thursday February 12 th 1987 Bronzy Madonna of Bortoli tall two meters

A work of modern art gone out of the study of a living sculptor enters to belong to the cultural patrimony of the Beach constituting beyond the intrinsic value of the religious meaning a novelty and a contribution to the enrichment of the I furnish urban of the island.
The sculpture realized by George Bortoli represents a Madonna and you/he/she has found position in the Square you Fontaine to Ca' Bianca.
The ceremony of the inauguration is developed to the presence of monsignor Fusaro yesterday afternoon, of representatives of the Board of district - the deputy mayor Bergamo consents for other appointments - and of numerous citizens with the share of the priest of Sant'Ignazio Mr. Paul Donadelli that you/he/she has blessed the statue.
The originality of the work, tall two meters whose subject very stylized it is a Virgo orante, it consists in the fact that is gotten with the welding of bronze rods previously shaped. Besides the material has suffered a procedure of oxidation that you/he/she has guaranteed a protective action of it in the time.
The wanted sculpture expressly from the parish of Sant'Ignazio you/he/she has been realized thanks to the contribution of the Bench san Mark for the planning and to the collaboration of the shops fabbrili of Ettore Bertoldini of Malamocco. Idea was born on the occasion of the visit of Giovanni Paul II to which was given from the Theater her Phoenix a Crucifix in wood of the same Bortoli, now to the museum vaticano.
George Bortoli is also author of a sculpture in beaten iron entitled "Wave" that you/he/she has been exposed in front of the hotel Europe & Regina in Canal Grande on the occasion of the recurrence of the tall water of November 4 '66.
Roberta Bearzi

La Nuova Venezia - Tuesday February 3 rd 1987

A bronzy Madonna in the Square of Ca' Bianca

And' tall altogether two meters the bronzy Madonna that will rise to Ca' Bianca, to the Beach, in the Square devoted to the cardinal her Fontaine. The work (in the photo), creation of the sculptor Giorgio Bortoli, Wednesday will be inaugurated 11 at 16,30 o'clock to the presence of the vicesindaco Ugo Bergamo and probably of monsignor Fusaro in representation of the patriarchy; a religious and civil ceremony at the same time.
Planning and execution are respectively edited by the Bench St. Mark and of the firm Fabbrile & Bartoldini. "It deals with a modern work, stylized - he/she explains George Bortoli, 26 years, an artistic curriculum already studded of tappe inportanti - And' a construction in bronze rods, shaped according to an ascending rhythm… "
The Commune has predisposed the nighttime illumination with a lighthouse halogen: not few will contribute to illuminate the square that becomes, so, authentic point of reference in median position in comparison to the island, to the crossroad between Murazzi and lagoon.
"The installation of the statue doesn't entirely dress again a devotional meaning - it holds to specify George Bortoli - it is an aspect of the I furnish urban, an invitation to multiply initiatives of this type to the Beach, from too many years it authenticates earth burnt in such sense. The comparison the comparison is enough with Mestre, ex city worker, ex dormitory, today center vivibile interventions graces that are deeply modifying the urban fabric." And' correct to remember then her "fountain" planned by Bortoli, approved by the assessorato to the public Jobs, destined to furnish the square of the "red houses" (lodgings Iacp and town).
The work in the limbo of the good intentions is suspended still for lack of funds. An important appointment therefore, that of Wednesday 11, reach crowning of a bureaucratic ordeal lasted more than one year and that you/he/she has seen the project climb and to go down the "hard" staircases of the assessorato to the private housebuilding and of the Safeguard to the Environmental Good.
(Sandro Menegazzo)